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Al via il primo Congresso di Reumatologia campano

Si aprono oggi i lavori del primo Congresso di Reumatologia che si tiene in Campania, con il patrocinio delle società scientifiche CReI, Collegio Reumatologi Italiani, e SIR, Società Italiana di Reumatologia, nell’aula convegni di Villa Doria D’Angri dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”. Oltre ai risultati della ricerca medica, frutto anche delle sinergie di diverse aree di specializzazione, e dei traguardi raggiunti in ambito reumatologico grazie ai ritrovati della farmacologia, gli esperti porranno la loro attenzione sul concetto del “Comunicare oggi”. Tema, arte e strumento, quello della comunicazione medica, che inevitabilmente chiede sempre più di mettere al centro il paziente, ancora prima della sua malattia.

Che cosa vuol dire “mettere il malato al centro”? «Il medico dei giorni nostri prende in carico il paziente nella sua complessità, e prima ancora l’individuo», precisa Stefano Stisi, responsabile della Reumatologia dell’Ospedale Rummo di Benevento e Presidente del CReI. «Mettere al centro le persone è un mezzo per aiutarle a trovare uno stato di benessere, che supporta l’azione medica e le indicazioni terapeutiche. Noi attualmente viviamo una modernità fatta di persone a servizio dell’economia: c’è bisogno di invertire il paradigma e di mettere l’economia al servizio delle persone. Su questa centralità si focalizza questo primo Congresso di Reumatologia in Campania», afferma Stisi.

La Regione Campania da diversi anni vive uno stato di disagio: non in tutti gli ospedali, per esempio, c’è un reparto di reumatologia pronto ad accogliere i pazienti. «Il Sistema Sanitario Regionale, da diversi anni, per motivi economici, ha dovuto tentare di rientrare in una parità di bilancio, purtroppo tutto a spese dei Lea. Nel settore della Reumatologia non ci sono strutture autonome, al di fuori della realtà di Benevento e delle due cattedre universitarie di Napoli e non si riesce a dare risposte a tutti i fabbisogni dei cittadini». Infatti, continua il Presidente del CReI, «Il primo motivo di mobilità passiva dalla Regione riguarda le malattie muscolo-scheletriche in cui rientrano anche le malattie reumatiche, che la fanno da padrone. Si calcola che il 18% della mobilità passiva della Campania è causata dalle malattie dell’apparato locomotore che non trovano risposta alle necessità in Regione, causando una migrazione in altre realtà. Abbiamo bisogno di ribaltare questo trend».

Pur non essendoci un registro dei malati reumatici, si stima che in Campania gli interessati da una problematica reumatica si aggirino tra il 12 e il 26% della popolazione.

Che cos’altro emergerà da questo Congresso? «La prima cosa che colpisce è che reumatologi ospedalieri, territoriali e universitari per la prima volta in Campania parleranno all’unisono di novità in tema di malattie reumatiche. Tra cui il Lupus e la Sclerosi Sistemica».
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