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Artrite e pre-diabete: ma esiste davvero un legame?

Quasi due individui adulti su 3 affetti da pre-diabete mostrano anche la presenza di artrite, e più della metà dei pazienti artritici sono obesi e non svolgono regolare attività fisica, stando ad un report recentemente pubblicato su MMWR (the Morbidity and Mortality Weekly Report), un “digest” epidemiologico settimanale, emanazione dei Centri per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC) USA, che funge da veicolo principale per la disseminazione di informazioni sulla salute pubblica e di raccomandazioni di intervento.

Le conoscenze attuali su questa associazione
Sia l’inattività fisica che l’obesità rappresentano due fattori noti associati ad un incremento del rischio di insorgenza di diabete tipo 2, mentre l’artrite è stata riconosciuta come un fattore che ostacola lo svolgimento di attività fisica in adulti obesi.

Fino ad ora, però, non era nota la relazione esistente tra condizione pre-diabetica, artrite, obesità e inattività fisica.

Di qui l’obiettivo del nuovo report epidemiologico, che ha esaminato la relazione esistente tra le condizioni sopra citate, analizzando i dati combinati dello studio NHANES (National and Nutrition Examination Surveys) relativi al periodo 2009-2016

Disegno dello studio
Lo studio NHANES è uno studio epidemiologico osservazionale che ha preso in considerazione un campione di popolazione statunitense non ospedalizzata allo scopo di fare un’epidemiologia dei principali fattori di rischio per la salute, facendo inferenze sulle possibili associazioni mediante valutazione delle risposte ottenute grazie ad interviste strutturate e ad esami clinici di laboratorio.

Per questa nuova analisi dei dati, sono stati presi in considerazione quelli relativi a 10.179 soggetti adulti, di età non inferiore ai 20 anni, rappresentati dalle misure di glicemia a digiuno e di alcuni parametri legati specificamente alle artriti.

La condizione di “pre-diabete” era definita da un range di emoglobina glicata (HbA1c) compreso  tra due valori percentuali (5,7%-6,4%) o da una glicemia a digiuno compresa nel range 100-125 mg/dl.

Il diabete, invece, era definito da un livello di HbA1c ≥6,5% o da una glicemia a digiuno  ≥126 mg/dl, o da una risposta affermativa alla domanda: “Oltre che durante la gravidanza, è stata posta da un medico diagnosi di diabete o di pre-diabete?”.

L’artrite, invece, era definita da una risposta affermativa alla domanda: “Le è mai stata posta da un medico diagnosi di artrite?”.

Le stime della prevalenza di artrite sono state calcolate sulla base di alcune caratteristiche socio-demografiche (età, sesso di appartenenza, etnia e massimo livello di istruzione raggiunto). La misura dell’attività fisica svolta, invece, è stata determinata in questa nuova analisi sulla base del tempo ad essa dedicato nel tempo libero, riferito dagli stessi partecipanti allo studio.

Questi erano definiti “inattivi” se il tempo da loro dichiarato per lo svolgimento di attività fisica era pari a 0 minuti/settimana di attività di intensità moderata e a 0 minuti/settimana di attività di intensità vigorosa in risposta ad alcune domande sullo svolgimento di attività fisica aerobica.
La condizione di obesità, invece, era definita da un BMI ≥30 kg/m2.

Risultati
Nel complesso, la prevalenza di artrite (valori non aggiustati per la presenza di fattori confondenti) in adulti con pre-diabete è risultata pari al 32% nel periodo di osservazione considerato (2009-2016).

Tra gli adulti con presenza di artrite e pre-diabete, le prevalenze (valori grezzi) di inattività fisica nel tempo libero e di obesità, invece, sono state pari al 56,5% (IC95%= 51,3-61,5) e al 50,1% (IC95%= 46,5-53,6), rispettivamente.

Quasi la metà degli adulti affetti sia da pre-diabete che da artrite risultava essere fisicamente inattiva o affetta da obesità, condizioni predisponenti, di per se stesse, ad un ulteriore innalzamento del rischio di diabete tipo 2.

Quali sono le implicazioni derivanti da questi risultati?
Da questi risultati, emerge che l’incremento dell’attività fisica e la promozione di interventi mirati al calo ponderale sono entrambi in grado di ridurre il rischio di diabete tipo 2 e di migliorare la gestione della sintomatologia dolorosa in adulti con pre-diabete ed artrite.

Ne consegue, in sostanza, che se si tratta tempestivamente ed efficacemente la condizione artritica, agendo sul dominio della “mobilità e della performance fisica” secondo le raccomandazioni “evidence-based” esistenti, il reumatologo potrebbe concorrere anche alla riduzione di insorgenza delle patologie metaboliche sopra menzionate.

Le domande ancora senza risposta
Tra i limiti dello studio sono da segnalare l’esclusione dal computo dell’attività fisica svolta dell’attività fisica svolta durante lo svolgimento di attività lavorative – per alcuni l’unica forma di attività fisica svolta – e la mancata distinzione tra forme differenti di artrite. E’ probabile, infatti, che questi due aspetti potrebbero influenzare diversamente i risultati ottenuti; di qui l’auspicio degli autori a tenerne conto nei prossimi studi.

Nicola Casella

Bibliografia
Sandoval-Rosario M, et al “Prevalence of arthritis among adults with prediabetes and arthritis-specific barriers to important interventions for prediabetes — United States, 2009-2016” Morb Mortal Wkly Rep 2018; DOI:10.15585/mmwr.mm6744a4.
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