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Artrite, livelli vitamina D influenzano qualità della vita, attività fisica e attività di malattia

Nei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR), la condizione di deficit vitaminico  D ha una prevalenza elevata ed è associata ad un peggioramento dei punteggi dei domini “mentale” e “fisico” della qualità della vita (QoL), come pure ad una maggiore attività di malattia.

Queste le conclusioni di uno studio condotto da ricercatori polacchi, di recente pubblicazione sulla rivista Journal of Clinical Rheumatology, che, se confermati in futuri studi prospettici, suffraga il razionale della supplementazione in questi pazienti.

“In letteratura è noto da tempo come il deficit di vitamina D possa essere in grado di innalzare il rischio di insorgenza di malattie ad eziologia autoimmunitaria, quali l'AR, e influenzare in modo negativo l'attività di malattia – scrivono gli autori nell'introduzione al lavoro. - (…) Inoltre, molti ricercatori hanno documentato l'esistenza di un'associazione tra il deficit vitaminico D e il dolore cronico, l'astenia muscolare, i disturbi dell'umore e il deterioramento delle funzioni cognitive nell'anziano.”

Tra i questionari più frequentemente utilizzati per valutare la QoL legata allo stato di salute dell'individuo abbiamo il Questionario SF-36, che si compone di 36 domande raggruppate in 8 domini quali: la percezione generale dello stato di salute (GH); la funzionalità fisica (PF); la riduzione dello svolgimento di attività per problemi fisici (RP); la riduzione dello svolgimento di attività per problemi che riguardano la sfera emotiva (RE); la funzionalità sociale (SF); il dolore fisico (BP); la vitalità (VT) e la salute mentale (MH). I risultati di questo questionario possono essere rappresentati sotto forma di punteggio relativo a 2 domini principali: quello fisico (PCS) e quello mentale (MCS).

Fino ad ora, gli studi di popolazione avevano mostrato l'influenza dello status vitaminico sulla QoL, ma non sui pazienti con AR.
Di qui il razionale dello studio, avente l'obiettivo di studiare la relazione esistente tra livelli di vitamina D, attività di malattia, attività fisica e QoL in pazienti affetti da AR.
A tal scopo, sono stati reclutati 97 pazienti, aventi un'età media di 59,4 anni e in prevalenza di sesso femminile (n=86) che non stavano assumendo supplementazioni di vitamina D.
Questi sono stati sottoposti a misure di laboratorio che prevedevano la determinazione dei livelli ematici di idrossivitamina D  (25[OH]D) nonché di calcio, fosforo e ormone paratiroideo (PTH).

Inoltre, i pazienti erano invitati a rispondere a questionari sullo stato di salute e la QoL (questionari SF-36, BDI (Beck Depression Inventory) e HAQ (Health Assessment Questionnaire) nonché a valutazione del dolore e della severità della condizione di astenia servendosi della scala VAS. Il punteggio DAS-28 é stato utilizzato, invece, per misurare l'attività di malattia.
I risultati hanno documentato la presenza della condizione di deficit vitaminico nel 76,3% dei pazienti affetti da AR e nel 78,6% di quelli affetti da osteoartrosi (OA).
I pazienti con deficit vitaminico serio si caratterizzavano per una storia di malattia più lunga e un riscontro più frequente di ipertensione e osteoporosi, mentre lo svolgimento di regolare attività fisica correlava con livelli vitaminici più elevati e una migliore QoL.

Come osservato in molti lavori precedenti, anche in questo studio è stata osservata una correlazione negativa tra le concentrazioni ematiche di 25(OH)D e il punteggio DAS28, con particolare riferimento ai 28 pazienti con artrite attiva  (DAS>2.6).

Non solo: i pazienti con moderata attività di malattia presentavano concentrazioni di vitamina D inferiori a quelle rilevate nei pazienti con attività di malattia lieve; i livelli più bassi di vitamina D sono stati rilevati nei pazienti con attività di malattia elevata.
Non è stata documentata, invece, l'esistenza di una correlazione tra i livelli di vitamina D e il dolore e l'astenia, classificati su scala VAS, mentre è emersa l'esistenza di un'associazione positiva tra i livelli di 25(OH)D, il livello di attività fisica e gran parte degli aspetti codificati nel questionario SF-36 sulla QoL. Tuttavia, dopo aggiustamento dei dati per l'attività fisica, l'analisi multivariata ha documentato l'esistenza di una correlazione significativa solo tra i livelli di 25(OH)D e i punteggi della sottoscala “mentale” del questionario SF-36 e quelli relativi al dolore percepito.

Inoltre, è stata rilevata l'esistenza di una correlazione negativa tra i livelli di 25(OH)D e i punteggi HAQ e BDI nei pazienti con durata della malattia di almeno un anno.
Infine, con riferimento alla terapia per l'AR, gli autori dello studio hanno osservato che la monoterapia con corticosteroidi (CS) era associata a livelli vitaminici inferiori rispetto a quelli osservati nei pazienti in trattamento con DMARD o non trattati per l'AR.

Nel commentare i risultati dello studio, gli autori ricordano come “..sia stato suggerito che le concentrazioni di 25(OH)D possano ridursi nella risposta di fase acuta, probabilmente rendendo conto, in tal modo, dei bassi livelli dell'ormone osservati nei pazienti con elevata attività di malattia.”
“Pertanto – aggiungono nella discussione del lavoro – bassi livelli di vitamina D potrebbero essere una conseguenza dell'attività di malattia”.

Analizzando i limiti metodologici dello studio, gli autori hanno evidenziato la mancata inclusione di pazienti supplementati. Ciò, probabilmente, ha determinato l'inclusione nello studio di un numero ampio di pazienti con AR iniziale e, probabilmente, attività di malattia più elevati e outcomes peggiori. Inoltre, è stata effettuata una sola rilevazione dei livelli ematici di vitamina D, che non permette di dire nulla sulle possibili fluttuazioni dei livelli vitaminici occorsi nel periodo di osservazione. Per finire, lo studio non ha tenuto conto di alcuni fattori che potrebbero avere un'influenza negativa sui livelli di vitamina D quali lo status di fumatore, l'assunzione di alcol, lo stato civile, il livello di istruzione e lo status economico.

“Nonostante tutto ciò – concludono gli autori – e probabilmente a causa della prevalenza elevata della condizione di deficit vitaminica nel gruppo preso in esame, siamo certi di aver documentato l'esistenza di associazioni significative tra lo status vitaminico e gli aspetti legati alla sfera mentale e fisica della QoL, come pure tra lo stato vitaminico e l'attività di malattia”.
 
Nicola Casella


Raczkiewicz A, et al "Vitamin D status and its association with quality of life" J Clin Rheumatol 2015; 21(3): 126-130.
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