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Artrite reumatoide e valutazione ecografica sinovite: quale mano preferire?

La mano con il maggior numero di articolazioni tumefatte rappresenta, molto probabilmente, la migliore opzione per la valutazione dell’attività ecografica di malattia e, quindi, la scelta migliore per l’applicazione di sistemi di classificazione “a punteggio”. Sono queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy, che smentiscono ipotesi precedenti di un “vantaggio” derivante dalla valutazione ecografica della mano dominante, in quanto nessuna mano, per definizione, è più infiammata della sua controparte.

Obiettivi e disegno dello studio
L’ecografia è stava validata da tempo come strumento di misura di outcome per la valutazione della sinovite nell’artrite reumatoide (AR) mediante “scala di grigi” e “Doppler”.

Per quanto alcune pubblicazioni recenti abbiano suggerito la mancata necessità di sottoporre ad esame ecografico tutti i pazienti con AR – posto che questi siano sottoposti a controllo clinico molto stringente – ai fini del raggiungimento della remissione clinica, gli autori dello studio hanno tenuto a ricordare l’esistenza di alcune condizioni in clinica nelle quali l’ecografia ha un ruolo nel monitoraggio della sinovite come indicatore di attività di malattia. Non solo: si ricorre all’ecografia non solo nella pratica clinica reale ma anche nei trial clinici per valutare la risposta al trattamento e il raggiungimento della remissione.

In questo contesto, trovano da un po' di tempo applicazione sistemi di classificazione ecografica dell’attività di malattia (presenza di sinovite) unilaterali basati su punteggio, la cui peculiarità è quella della riduzione dei tempi di valutazione.

“L’applicazione di questi sistemi unilaterali di classificazione mediante punteggio – spiegano i ricercatori - soggiace alla suggestione di scegliere o il lato dominante o quello clinicamente maggiormente affetto da sinovite, come la mano con il numero maggiore di articolazioni dolenti e/o tumefatte. (…) Il lato dominante è anche quello maggiormente scelto nell’imaging a risonanza magnetica (MRI), dove è possibile valutata solo un lato alla volta, in base a dati riportati in letteratura che mostrano come la mano dominante si caratterizzi per la maggior presenza di erosioni all’esame radiografico, sia al basale che nel corso del follow-up”.

“Ciò premesso – continuano – non esistono, allo stato attuale, evidenze che supportino che la mano dominante sia maggiormente prona all’infiammazione rispetto a quella non dominante all’inizio di un qualsiasi trattamento”.

Per determinare se sia la mano dominante o quella con più articolazioni tumefatte ad essere non solo quella più infiammata ma anche quella in grado di dimostrare i maggiori benefici del trattamento (riduzione dell’infiammazione), valutabili con sistemi unilaterali di classificazione ecografica mediante punteggio, i ricercatori hanno utilizzato retrospettivamente i dati di due studi di pazienti norvegesi affetti da AR: lo studio ARCTIC, che aveva incluso pazienti con AR all’esordio, e lo studio ULRABIT, che aveva reclutato 212 pazienti con AR conclamata.

I pazienti dello studio ARCTIC avevano iniziato un trattamento con DMARDcs, mentre quelli dello studio ULABIT avevano iniziato o erano successivamente passati a trattamento con DMARDb.

I ricercatori hanno valutato, mediante ecografia e in modo bilaterale, l’articolazione 1-5 metacarpofalangea, l’articolazione 2+3 falangea prossimale e quelle dei polsi in tutti i partecipanti provenienti dai due trial sopra citati.
Per ciascuna mano è stato calcolato, mediante un sistema a punteggio 0-3, il punteggio Grey-scale, quello power Doppler e i punteggi GLOESS (sinovite glovale). In base a questo criterio, si era in presenza di una differenza clinicamente non significativa dell’attività infiammatoria se la variazione del punteggio somma era almeno inferiore a 3.

Risultati principali
Dallo studio è emerso che l’infiammazione documentata mediante ecografia, al basale, era significativamente più elevata nelle mani con più articolazioni tumefatte, rispetto a quelle che mostravano un numero più basso di tumefazioni. Nello specifico, le mani con un numero maggiore di articolazioni tumefatte mostravano punteggi Grey-Scale, power Doppler e GLOESS più elevati.

Inoltre, quelle con un numero maggiore di articolazioni tumefatte mostravano variazioni significativamente più elevate a 3 mesi del punteggio somma Grey-scale, power Doppler e GLOESS.

Da ultimo, non sono state riferite differenze tra mani dominanti e non dominanti, o tra mano destra e mano sinistra.

Riassumendo
In conclusione, “…la mano con un numero maggiore di articolazioni tumefatte rappresenta la migliore scelta per monitorare l’attività ecografica, sia nella pratica clinica reale che nei trial clinici, e, dunque, per la scelta del lato da sottoporre a valutazione ecografica mediante sistemi di classificazione ecografica unilaterale a punteggio”.
 
NC

Bibliografia
Terslev L et al. Assessing synovitis in the hands in patients with rheumatoid arthritis by ultrasound: an agreement study exploring the most inflammatory active side from two Norwegian trials. Arthritis Res Ther. 2019;doi:10.1186/s13075-019-1930-y.
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