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Artrite reumatoide, esposizione ad agenti inquinanti militari aumenta livelli anticorpi ACPA

L'esposizione a bracieri per uso militare nonché a siti di smaltimento rifiuti si associa, in modo indipendente, alla presenza di anticorpi ACPA nei veterani di guerra affetti da artrite reumatoide (AR).

Lo dicono i risultati di uno studio Usa, recentemente pubblicato su Arthritis & Rheumatology, che suffragano evidenze emergenti di un'infleunza dell'esposizione ai vari agenti inquinanti per via inalatoria sull'espressione di autoanticorpi e sul rischio di AR.

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno formulato dei questionari relativi all'esposizione inalatoria ad agenti di impiego nell'agricoltura, nei posti di lavoro, nella vita militare e a livello domestico, inviandoli per posta ai partecipanti al registro VARA (the Veterans Affairs Rheumatoid Arthritis registry).

In questo modo sono stati raccolti dati per determinare il lasso di tempo e la lunghezza di esposizione a questi agenti, comprese le date di esposizione ad agenti di impiego nell'agricoltura e/o militare, insieme ad informazioni sullo status di fumatore, l'assunzione di alcol e le diagnosi di malattie polmonari croniche.

Gli outcome primari dello studio erano dati dalla positività/concentrazione degli ACPA e la severità di malattia da AR.

La survey ha inizialmente riguardato 1566 questionari inviati, con un tasso di risposta del 50,9% (797 respondents).

I respondents erano, più frequentemente, uomini di etnia Caucasica e in età avanzata (età media= 69,5 anni; 82,1% di etnia Caucasica, 86,7% di sesso maschile). Più raramente, invece, risultavano ancora fumatori (20,4%).

Dall'analisi delle risposte è emero che l'esposizione per inalazione agli agenti inquinanti era piuttosto comune tra gli individui che avevano risposto alla survey: il 72,2% riferiva di essere stato esposto a polveri da attività legate all'agricoltura;  il 31,1% era stato esposto, per motivi di lavoro, all'asbesto, mentre il 25,6% era stato esposto all'asbesto per ragioni militari; quasi la metà (44,8%) dei veterani che avevano risposto alla survey viveva o lavorava in un'azienda agricola.

Dopo aggiustamento dei dati in base all'età, al sesso, all'etnia e all'impiego di tabacco, è emerso che l'esposizione a bracieri per uso militare e a siti militari di smaltimento rifiuti era associato a maggiori probabilità di risultare positivi agli ACPA (OR= 1,66; IC95%=1,02-2,69 e OR= 1,74; IC95%=1,04-2,93, rispettivamente) come pure di mostrare concentrazione più elevate di questi autoanticorpi.

Anche l'impiego di tabacco è risultato fortemente associato con la positività agli ACPA (OR=1,78 e 3,48, rispettivamente), anche dopo aggiustamento dei dati in base ai pacchetti di sigarette fumati.

L'esposizione ad altri agenti inquinanti per via inalatoria, invece, non è risultato associati a positività e concentrazioni di ACPA.

Alcuni tipi di esposizione ad agenti inquinanti – polveri da attività lavorativa o asbesto, pesticidi e asbesto militare o bracieri ad uso militare sono risultati indipendentemente associati con la presenza di malattia cronica polmonare.
I ricercatori hanno successivamente approfondito l'interazione gene-ambiente tra il fumo di sigaretta e gli alleli dell'epitopo condiviso (SE) per l'AR sieropositiva. Nello specifico, è stata valutata l'associazione tra l'esposizione a bracieri militari e/o a siti di smaltimento rifiuti e gli ACPA, insieme agli alleli SE.

Dall'analisi è emerso che i pazienti con esposizione ai bracieri militari e gli alleli SE mostravano un odd ratio di sieropositivà ACPA pari a 5,69 (IC95%= 2,73-11,83) rispetto a quelli che erano SE negativi e non esposti.   

L'associazione è risultata più forte rispetto a ciascuno dei due fattori di rischio in isolamento.
Da ultimo, risultati simili sono stati documentati per l'esposizione a siti di smaltimento rifiuti.

Questi risultati sono consistenti con le evidenze che suggeriscono che l'esposizione a vari agenti inquinanti per via inalatoria (occupazionali, legati all'agricoltura, militari e indoor) influenzano sia l'espressione degli autoanticorpi che il rischio di AR.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno riportato alcuni limiti dello studio, quali la mancanza di dati relativi al sito specifico di esposizione, la prossimità ai bracieri militari o la durata di esposizione auto-riferita dai veterani coinvolti nella survey. Inoltre, lo studio era limitato dal disegno osservazionale, dalla popolazione omogenea di veterani di guerra considerata e dalla mancanza di un gruppo di confronto non affetto da AR.

Ciò premesso, e alla luce dei risultati ottenuti sono necessari studi di coorte prospettici che valutino in modo accurato l'impatto dell'esposizione agli agenti inquinanti per via inalatoria, includendo l'esposizione ai bracieri militari e ai siti di stoccaggio rifiuti, nonché sui fattori di rischio genetici di AR.

NC

Bibliografia
Ebel AV et al. Association of agricultural, occupational, and military inhalants with autoantibodies and disease features in U.S. veterans with rheumatoid arthritis. Arthritis Rheumatol. Published online October 15, 2020. doi: 10.1002/art.41559
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