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Fratture del femore, in calo le ospedalizzazioni nelle donne tra i 65 e 74 anni

Negli ultimi dieci anni si è registrato un dato incoraggiante nell’incidenza delle fratture del femore. Il dato riguarda le donne di età compresa tra 65-74 anni, in cui è stata osservata una tendenza al ribasso, riguardo questo problema, con una diminuzione del 7,9% di ospedalizzazioni per frattura femorale. Questo dato è decisamente positivo anche se l’incidenza delle fratture del femore in Italia, in generale, è ancora in continuo aumento, con un incremento del 29.8% negli ultimi dieci anni. Questi i numeri derivanti da uno studio che ha coinvolto più Unità di ricerca italiane e che è stato pubblicato sulla rivista World Journal of Orthopedics.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che l’osteoporosi sia un problema di grande rilevanza ed è secondo solo alle malattie cardiovascolari come criticità. L’Italia è il Paese nel mondo con la più alta percentuale di anziani rispetto alla popolazione generale che negli ultimi 50 anni ha visto un aumento dell’aspettativa di vita. Entro il 2050 le persone con età superiore agli 85 anni supereranno il 12% della popolazione mondiale e ciò comporterà un aumento anche delle malattie croniche degenerative tra cui l’osteoporosi e le fratture da fragilità.

A questo punto bisogna intervenire e fare innanzitutto una valutazione su tutto il territorio nazionale delle ospedalizzazioni per fratture del femore e della tendenza nel corso degli ultimi anni.  A questo ci hanno pensato i ricercatori dell’ISBEM, Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biologiche e Ambientali dell’Università di Salerno, la Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Tor Vergata, il Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università di Firenze e il Dipartimento di Ortopedia e Medicina Riabilitativa della Seconda Università di Napoli.

In un precedente lavoro degli stessi autori è stato mostrato che in Italia l’incidenza e i costi delle fratture del femore sono già paragonabili a quelli dell’infarto miocardico acuto (13.500 euro a paziente).

Un altro lavoro degli stessi ricercatori aveva già fornito un quadro sull’onere derivante dalle fratture del femore in Italia tra il 2000 e il 2005 e un lavoro recente di Kanis e collaboratori ha classificato l’Italia tra le Nazioni con la più alta incidenza di fratture del femore con più di 300 casi su 100.000 tra le donne e più di 150 tra gli uomini.

In questo lavoro i ricercatori sono andati a valutare il numero annuale di fratture del collo del femore nella popolazione italiana anziana tra il 2000 e il 2009 basandosi su dati dei ricoveri ospedalieri forniti dalla direzione generale del Sistema informativo coordinamento e sviluppo del ministero della Salute.

I dati sono stati stratificati per sesso e divisi per età in due gruppi (65-74 anni e sopra i 75 anni); sono state quindi effettuate delle analisi di statistica descrittiva per valutare l’incidenza per sesso e per età nei dieci anni presi in considerazione.

Le elaborazioni hanno mostrato che sono stati registrati un totale di 839.008 ricoveri a causa di fratture del collo del femore nelle persone con età ≥ 65 anni tra 2000 e 2009. I ricoveri hanno mostrato un incremento complessivo del 29.8% nel decennio analizzato.

L'incidenza di fratture del femore, in generale, ha mostrato un aumento del 14.5% negli uomini e del 12.1% nelle donne nel periodo di dieci anni. Se si guarda alla fascia di età più anziana, è stato registrato un aumento dell’ incidenza per 10000 abitanti, in persone oltre i 75, del +5.2% nelle donne e del 6.8% negli uomini.

Gli autori del lavoro hanno effettuato anche una sotto-analisi nel triennio 2007-2009 per cinque gruppi di età ((65-69, 70-74, 75-79, 80-84 e ≥ 85) per valutare specificatamente l’incidenza delle fratture da fragilità del femore nelle persone più anziane. Nei pazienti con età superiore agli 85 anni è stato osservato un aumento delle fratture passando dal 39.6% del 2007 al 42.1% del 2009; questa popolazione rappresenta più del 40% delle ospedalizzazioni totali per frattura del femore anche se rappresenta solo il 2.5% della popolazione globale italiana, soprattutto le donne il cui contributo all’ospedalizzazione è del 30.8% ma nella popolazione italiana rappresentano solo l’1.8%.

Un dato molto importante che emerge da questa analisi è che mentre fino al 2004 c’è stato un aumento del 5.9% delle fratture del femore nelle donne sotto i 75 anni, tra il 2004 e il 2009 c’è stata un’inversione di tendenza con un decremento del 7.9%. Questa fascia di età rappresenta il 10% delle ospedalizzazioni per tale problematica.

L’epidemiologo Prisco Piscitelli, direttore del laboratorio di ricerca sull'Osteoporosi dell'Isbem e primo autore del lavoro, ha dichiarato a PharmaStar: “Per la prima volta ci sono delle buone notizie, infatti analizzando tutte le informazioni in nostro possesso è venuto fuori una riduzione del numero delle fratture femorali in una specifica popolazione, le donne tra i 65 e o 74 anni. Negli anni 2003-2004 abbiamo quasi sfiorato le 10.000 fratture di femore/anno in questa specifica popolazione e invece, a differenza di tutti gli altri sottogruppi di età in cui si vede ancora un aumento del numero di queste fratture, il trend è in stabile diminuzione a partire dal 2004.

Questa fascia di età è quella sulla quale stiamo maggiormente concentrando gli sforzi di prevenzione dell’osteoporosi, sono le stesse persone che in questo caso si mettono in gioco direttamente. Si sta battendo molto anche su misure non farmacologiche come l’alimentazione (aumento dell’apporto di calcio con l’alimentazione), la maggior attenzione a possibili ostacoli in casa come tappeti o presenza di scale, utilizzo di calzature adatte e l’assunzione di vitamina D.”

Il Dott. Piscitelli ci ha anche anticipato due importanti informazioni: “Il trend per la fascia di età tra i 65 e 74 anni è confermato in diminuzione anche fino al 2012, quindi è un trend in stabile diminuzione. In alcune realtà regionali questa tendenza arriva a comprendere anche la fascia di età 75-84 anni.”

A tal proposito nel lavoro sono citati preliminarmente i dati relativi alla Toscana che è appunto una delle regioni che presenta una diminuzione dei casi anche nelle pazienti di età compresa tra i 75 e gli 84 anni

Quindi anche gli investimenti per la prevenzione secondaria, e quindi farmacologica, stanno dando dei risultati.

In conclusione, questo lavoro conferma il drammatico impatto sociale dovuto alle fratture del femore nell’anziano anche se la percezione della loro rilevanza clinica è ancora limitata sia tra la gente comune che in ambito medico. Bisogna considerare che solo il 12% delle persone che hanno già subito una frattura del femore sono sotto trattamento farmacologico anti-frattura.

Gli autori hanno sottolineato, quindi, che il dato positivo che riguarda la fascia d’età 65-74 anni fa pensare a quanto gli interventi di prevenzione stiano funzionando, ma è comunque necessario insistere in questa direzione per ridurre l’incidenza di fratture e le conseguenze sull’anziano e sulla famiglia in termini di salute, perdita di produttività e qualità della vita.

Emilia Vaccaro


Piscitelli P. et al. Ten years of hip fractures in Italy: For the first time a decreasing trend in elderly women. World J Orthop. 2014 July 18; 5(3): 386-391.

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