Attualità

I primi 100 giorni del nuovo CROI. Intervista a Stefano Stisi

Dopo la sua elezione a Presidente CROI, in un'intervista a questo giornale, aveva promesso di dare una scossa alle attività dell'associazione e di recuperare il tempo perduto, allo scopo di ridare dignità e visibilità alla Reumatologia ospedaliera  e territoriale, sempre più minacciata dalla crisi economica e dai conseguenti tagli al SSN.

A 100 giorni dalla sua elezione, i fatti sembrano darle ragione: tante le iniziative (in termini di attività associativa interna, attività istituzionale  e di comunicazione esterna) messe in cantiere dal nuovo presidente CROI.

Abbiamo rivolto qualche domanda al riguardo al dr. Stisi perché ce le ricordasse.

Dr. Stisi, a compimento dei primi 100 giorni del suo mandato, quali sono le iniziative in termini di attività associativa interna che meritano particolare menzione?
Abbiamo cominciato a dare una struttura alla politica interna della nostra associazione, nominando i delegati regionali del CROI in ogni singola regione Italiana. A loro abbiamo assegnato una precisa mission con un core fondamentale comune per tutti: quello cioè di far comparire, la voce reumatologia all'interno dei piani sanitari regionali italiani che, ahimè, spesso, la dimenticano.

Vogliamo dunque che, in un futuro non remoto, grazie alla pressione esercitata sui decisori regionali della spesa sanitaria, si attui un'offerta assistenziale sempre più sviluppata verso queste malattie spesso misconosciute o, comunque, bistrattate dal punto di vista dell'erogazione di servizi del SSN, nonostante le malattie reumatiche siano, in assoluto, le malattie croniche in assoluto più diffuse nei paesi occidentali e nel nostro Pease.
 
Abbiamo poi definito bene quale è la ragione sociale dell'associazione, scegliendo di essere un'associazione professionale senza scopo di lucro (ma non onlus) e lasciando la possibilità al CROI di poter espletare attività commerciali attraverso la sua consociata CROIcom. Vogliamo, dunque, mantenere forte la nostra radice (fondativa) di servizio, sia ai nostri iscritti che ai nostri malati, attraverso lo strumento giuridico dell'associazione senza scopo di lucro, che vuole incentivare l’assistenza reumatologica ai malati reumatici.

Abbiamo attribuito, inoltre, una serie di deleghe specifiche per l'organizzazione di progetti associativi speciali del CROI, politicamente importanti e, soprattutto, socialmente utili.

Per fare un esempio, abbiamo conferito un incarico ad una collega che si interessa del dolore cronico diffuso e della fibromialgia, due patologie estremamente frequenti nelle quali noi, medici ospedalieri e territoriali, ci imbattiamo visitando i nostri pazienti, finalizzato alla messa a punto di una rete assistenziale ad hoc. 

La stessa cosa abbiamo fatto per le questioni relative alla  fertilità e gravidanza in corso di malattie reumatiche e per la sclerosi sistemica. Inoltre abbiamo conferito incarichi per l'implementazione di altri progetti associativi speciali  quali la cura dei rapporti con le Associazioni di pazienti, l'impiego di ultrasuoni in reumatologia, la vulnologia in ambito reumatologico e la messa a punto della cartella informatica Reumarecord per monitorare i nostri studi clinici policentrici.

Cosa può dirci, invece, sul fronte delle attività di comunicazione dell'associazione?
A tal riguardo, abbiamo ripreso le attività editoriali dell'Associazione, con il riavvio delle pubblicazioni della nostra rivista scientifica - Progressi in Reumatologia Clinica -, nominando il nuovo direttore nella persona del dr. Angelo De Cata di S. Giovanni Rotondo. Inoltre, adesso, saremo presenti su numerosi canali di comunicazione,   dal sito internet www.croi.it che è già online, al prossimo ingresso in Facebook con una pagina per gli associati, che deve fungere da sistema per informare anche i malati reumatici di quello che si fa nella reumatologia  e nel CROI.

Inoltre, siamo già al lavoro per l'organizzazione del prossimo Congresso nazionale CROI che si terrà a Napoli, nei giorni 8, 9 e 10 del prossimo mese di ottobre. 

Sul fronte delle attività di aggiornamento, per noi molto importanti, abbiamo messo in moto dei meccanismi di aggiornamento attraverso lo strumento delle “Real life rheumatologists”, progetti di aggiornamento residenziale per macro-aree nazionali. Il nome assegnato a questi corsi di aggiornamento vuole sottolineare come il nostro interesse principale, vada ben oltre i dati provenienti dai dati clinici, e sia rivolto soprattutto alla  realtà dei dati quotidiani, nel trattamento delle malattie reumatiche.

Gli incontri “Real Life”, partiti da Firenze nello scorso settembre 2014, si concretizzeranno in un primo corso del 2015 che si terrà a giugno a Cagliari, per proseguire poi a Stresa e Trento nel corso di quest'anno.

Tra le attività messe in cantiere nel corso di questi primi 100 giorni, ci sono iniziative per aumentare l'engagement dei soci?
E' una delle mie preoccupazioni principali. Attualmente il CROI conta quasi 600 iscritti, con una rappresentanza preponderante di medici reumatologi ospedalieri e territoriali.

Sono numerose le iniziative che abbiamo messo in cantiere sia per premiare i soci fedeli all'Associazione che per stimolare l'adesione degli ex-iscritti (o soci dormienti) e di nuovi iscritti.

Per questo, abbiamo avviato, innanzitutto, una campagna di associazionismo, grazie alla stiamo riallacciando l'interesse degli iscritti “dormienti”, ma anche di nuovi iscritti. Prima ancora di questa campagna, abbiamo finora registrato un incremento pari al 25% del numero di nuovi associati rispetto allo scorso mese di ottobre.

Come state cercando di recuperare l'interesse degli ex-iscritti e dei nuovi iscritti e gratificare gli iscritti in regola?
Allestendo, in primo luogo, un pacchetto soci, con un abbonamento gratuito a due riviste scientifiche, Clinical Rheumatology (organo EULAR) e Current Rheumatology Reports (rivista dal taglio pratico) della Springer-Verlag, di buon livello scientifico, documentato dall'IF.

In secondo luogo, diversificando le quote societarie, rendendole gratuite per tutti i colleghi in quiescenza che hanno superato i 70 anni e riducendole del 50% per gli under 40. Questi ultimi, ora, rappresentano una fetta significativa del numero di associati, ed è a questi ultimi che abbiamo pensato per la messa a punto di un'iniziativa importante che è il SUMMER-CROI. Tale corso residenziale, di formazione pratica, sarà specificamente dedicato a 40 reumatologi under-40 iscritti al CROI.

Il corso, completamente gratuito per i partecipanti, tratterà di ecografia, di tecniche infiltrative, di capillaroscopia, esame del liquido sinoviale, di biopsia delle salivari, di vulnologia, e si avvarrà dei più bravi reumatologi del settore che spiegheranno, con simulazioni su fantoccio e su porzioni di arti degli animali, o con filmati estremamente didattici le tecniche più moderne ed efficaci. Inoltre, nelle sessioni pomeridiane del corso, verranno tenute lezioni da parte di colleghi anziani su cosa  significhi l'appropriatezza prescrittiva nelle varie patologie più diffuse tra le malattie reumatiche. Il corso si terrà questa estate a Spoleto nei giorni compresi tra il 24 e il 28 giugno.

Cosa po' dirci, invece, sul fronte delle attività istituzionali?

Prevediamo un momento forte in tal senso con la conferenza stampa di inaugurazione della mostra itinerante, con relativo foto-libro catalogo, dal titolo “Malattie senza dignità”, incentrata sulle emozioni dei pazienti affetti da malattie reumatologiche. Questa si terrà presso il Senato della Repubblica il 10 giugno, alla presenza delle autorità civili e del Ministero della Salute oltre al vice-Presidente del Senato ed a tutti i presidenti delle associazioni dei reumatologi e dei pazienti reumatici italiani.

L'organizzazione di questa conferenza stampa in Senato è per noi molto importante perché, con questa iniziativa, vorremmo capovolgere, nei decisori di politica sanitaria e nell'opinione pubblica, il preconcetto secondo il quale le malattie reumatiche, come dice provocatoriamente il titolo della mostra, non siano degne di attenzione. Con ciò vogliamo anche sottolineare come la qualità della vita passi attraverso la soluzione ad una serie di disabilità, che oggi noi possiamo evitare, giungendo presto alla diagnosi e impostando precocemente la terapia più giusta.

Accanto alla sensibilizzazione della classe politica su queste patologie, questa mostra è per noi molto importante perché, a nostro parere, rappresenta un modo nuovo di parlare alle persone e di cercare di spiegare con le immagini quale è la sofferenza, la speranza dell'individuo che ha una patologia reumatica.

Ha ricordato che questa mostra è itinerante. Quali saranno le prossime sedi?
La mostra accompagnerà lo svolgimento di tutte le nostre attività esterne che abbiamo previsto per l'anno in corso. Dopo la sua inaugurazione al Senato il 10 giugno, la mostra sarà ospitata per 3 giorni a Cagliari presso una sala comunale gentilmente concessa dal Comune a partire dal 19 giugno, in concomitanza con il primo corso residenziale dell'inziativa “Real Life Rheumatologists”. Il 24 giugno sarà a Spoleto, in concomitanza con il Summer-CROI, e poi a Marina di Pietrasanta, Firenze, Stresa, Napoli (in occasione del Congresso), Trento, Benevento (la mia città natale) e così via.

Per concludere, a 100 giorni dal suo insediamento, si sente soddisfatto delle iniziative fin qui intraprese? 
Indubbiamente sono soddisfatto e anche un poco piacevolmente sorpreso per i risultati fin qui conseguiti, ma sono molto attento che la progettazione si trasformi, poi, sempre in azione efficace. Direi, quindi, che i prossimi 100 giorni sono sicuramente focalizzati a far sì che  questa progettazione e questo inizio attività si trasformi in qualcosa di solido e duraturo.

Ha qualche sogno nel cassetto ancora non realizzato e che si ripromette di tirar fuori nel prossimi futuro?
Il sogno nel cassetto è che la reumatologia sia una, dove ospedalieri, territoriali ed universitari possano colloquiare e collaborare in un clima di perfetta armonia e di parità di diritti e doveri associativi.

Per questo auspico che, con il passare degli anni, la SIR possa diventare la casa federativa dei reumatologi. Una federazione di tante libere associazioni di reumatologi, degli “health professional”, confederati con regole statutarie corrette, che creino equilibrio e vera parità di diritto tra gli ospedalieri, gli universitari e i territoriali. Credo in questo ritenendo di non sbagliare, affermando che questo sia il sogno del cassetto di tutti i reumatologi, consci che tale obiettivo consentirebbe loro di diventare degli interlocutori importanti e di peso presso i decisori del sistema sanitario. In tal senso, perciò, continuerò sempre a lavorare insieme ai presidenti della SIR e di UniReuma.

Nicola Casella
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