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Le nuove sfide della reumatologia lucana (e non solo)

Crescita dell'attività di ricerca, del numero di prestazioni e dell'immigrazione da altre regioni. Questi i principali risultati emersi dai dati del Report 2015 che ha declinato le attività assistenziali e di ricerca del Dipartimento di Reumatologia della Basilicata, diretto dal prof. Ignazio Olivieri, attuale presidente in carica della SIR (Società Italiana di Reumatologia), che confermamo il ruolo del Dipartimento come centro di avanguardia per diagnosi, cura e ricerca delle malattie reumatiche.

Ma quali sono le prossime sfide che dovrà affrontare la Reumatologia lucana (e anche quella nazionale), in un periodo in cui la sanità pubblica è sottoposta a tagli e politiche di ridimensionamento?

Lo abbiamo chiesto al prof. Ignazio Olivieri (Direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata A.O. S. Carlo di Potenza e Ospedale Madonna delle Grazie di Matera), nonché presidente in carica della SIR (Società Italiana di Reumatologia).

Professor Olivieri, l'iter per il riconoscimento del suo Dipartimento come IRCCS è ormai alle ultime battute. Quali sono le prossime sfide che attendono la reumatologia lucana?
Accanto alla necessità di superare alcune criticità legate alle liste di attesa, che necessitano di attività di potenziamento o rimodulazione delle risorse umane (situazione che speriamo di veder migliorare con l'esenzione dei reumatologi dall'obbligo delle guardie interdivisionali), la nostra prossima sfida consiste nell'andare in maniera diffusa sul territorio, attraverso gli ambulatori periferici che dovrebbero rappresentare il punto d'incontro con la medicina generale.

La nostra è una piccola regione, con pochi abitanti distribuiti su un territorio molto ampio e orograficamente impervio. Idealmente, il paziente affetto da patologia  cronica dovrebbe essere seguito nell'ambulatorio più vicino alla propria abitazione, utilizzando una cartella clinica on-line e dovrebbe arrivare all'Ospedale San Carlo di Potenza o all'Ospedale Madonna delle Grazie di Matera soltanto per eseguire un esame strumentale o per essere ricoverato  nel day hospital o nel reparto di degenza. Purtroppo, le ristrettezze economiche attuali non hanno ancora consentito il completamento del progetto.

Oltre al prossimo riconoscimento IRCCS, il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata ha già tagliato un altro traguardo! Di cosa si tratta?
Dallo scorso mese di agosto il Dipartimento è diventato Centro di Riferimento Regionale per la malattia di Behcet, una patologia che presenta, in ambito regionale, un tasso di incidenza/prevalenza piuttosto elevato, pur rimanendo nei valori che contraddistinguono le malattie rare a livello nazionale. L'individuazione dell'U.O. di Reumatologia del nosocomio potentino a Centro di Riferimento Regionale per la malattia di Behcet rientra all'interno della Rete Nazionale per la prevenzione, la sorveglianza e la cura delle malattie rare di cui al DM n. 279 del 2001.

Mi fa piacere ricordare, inoltre, in qualità di presidente dell'evento, che Matera, nel prossimo mese di settembre, ospiterà la 17esima Conferenza Mondiale sulla malattia di Behcet, un appuntamento imperdibile per gli specialisti coinvolti nella cura di questa parologia rara.

La conferenza si articolerà in sessioni strutturate relative ai vari aspetti della patologia (dalla ricerca di base alla medicina traslazionale e alla pratica clinica, il tutto integrato da presentazioni orali tenure da relatori prestigioni, sessioni di poster e una sezione dal titolo “Meet the Expert”, inaugurata nell'edizione precedente della conferenza, che darà l'opportunità, soprattutto ai giovani medici, di condividere le proprie esperienze con gli esperti riconosciuti nel settore.

Il suo mandato di presidente della SIR si sta svolgendo in un momento di forti tensioni nella classe medica per la recente uscita del decreto sull'appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche e i ritardi nell'uscita dei LEA relativi alle malattie rare. Cosa può dirci al riguardo?
Da una prima valutazione del decreto, devo dire che il ministro ha perfettamente ragione nell'ammettere l'esistenza di un problema al riguardo della non appropriatezza di alcune prescrizioni. Giusto, dunque, evitare gli sprechi in medicina.

Ritengo, però, che la lettura del decreto vada approfondita, in quanto io ho ravvisato un rischio: quello, come ho già ricordato in una recente intervista (1), che possa compromettere i buoni rapporti con la Medicina Generale che non possiamo compromettere, in quanto questo rapporto è per noi vitale.

Come sono solito ripetere spesso, la reumatologia nasce dall'ambulatorio del MMG, Se si vogliono fare le diagnosi precoci, oggi è molto importante diagnosticare precocemente le malattie reumatiche perchè se la diagnosi viene fatta subito, il paziente, messo in terapia con i nuovi farmaci disponibili, i farmaci biologici, può veramente avere molte speranze di vedere arrestata la propria malattia.

Ma, per fare diagnosi precoce, bisogna avere un rapporto privilegiato con la medicina generale, cosa che, almeno nella nostra esperienza regionale, noi cerchiamo di avere, incontrando periodicamente i MMG. Devo dire, a tal riguardo, che grande è la nostra soddisfazione quando riceviamo segnalazioni dai colleghi di pazienti non in ragione di sintomatologia dolorosa ma per un sospetto di artrite reumatoide all'esordio o di artrite psoriasica.

Per queste ragioni prevediamo di discutere l'argomento nel prossimo direttivo SIR.

Quanto ai LEA sulle malattie rare (ricordando che la malattia di Behcet è già inclusa in una lista ministeriale di malattie rare con riconoscimento della completa gratuità dei servizi) (2-3), restano ancora scoperte alcune malattie reumatologiche rare. E' auspicabile, pertanto, che si tenga conto anche di queste e che vengano quanto prima inserite nell'elenco delle malattie rare esenti dal pagamento dei servizi.

Che bilancio si sente di fare del suo mandato come presidente della SIR?
E' stata per me un'esperienza molto bella ma davvero impegnativa. Spero di esser riuscito nel raggiungimento di un obiettivo: la pacificazione delle diverse anime all'interno dell'associazione, spesso in conflitto tra di loro.

Quanto ai rapporti con CREI, sintetizzerei il mio auspicio con questo motto: diversi ma uniti.

Sono conscio che le istanze degli ospedalieri possano non coincidere con quelli degli universitari, ma sono altrettanto convinto della necessità che si debba restare sulla stessa barca, remando nella stessa direzione, pur mantenendo le proprie specificità. Ben vengano, pertanto, future occasioni di collaborazione tra il CREI e la SIR.

Ciò per il bene comune di chi lavora alla nostra disciplina, la Reumatologia, falcidiata e ridimensionata dalle ultime politiche di spending review, ricordandone l'autorevolezza alle istituzioni che governano la sanità nazionale.

Nicola Casella

Riferimenti:
1) http://www.corriere.it/salute/reumatologia/16_marzo_14/appropriatezza-decreto-reumatologia-417ac306-e9ea-11e5-9549-2d2df3bd31ee.shtml

2) http://www.osservatoriomalattierare.it/invalidita-civile-esenzioni-e-diritti/10035-nuovi-lea-previsti-per-29-febbraio-lorenzin-questione-di-giorni

3) http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=898&area=Malattie%20rare&menu=esenzionit


 

 


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