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Spondiloartrite assiale all'esordio, diagnosi non fa differenze di genere

Nonostante l’esistenza di differenze di genere note relative alla severità di ax-SpA e la pubblicazione di studi che hanno documentato la presenza di differenze marcate in termini di presentazione della malattia all’esordio, uno studio appena pubblicato su Arthritis Research & Therapy ha scoperto che i marker diagnostici chiave di malattia, come l’antigene HLA-B27 e la positività all’imaging dell’articolazione sacro-iliaca continuano a rimanere importanti in egual modo per ambo i sessi.

Pertanto, stando agli autori di questo studio, non sono necessari, in questo caso, approcci specifici per genere per diagnosticare la malattia.

Razionale e obiettivi dello studio
L’ax-SpA colpisce indistintamente ambo i sessi; tuttavia, la r-axSpA è più comune nel sesso maschile, con un rapporto uomini-donne pari a 2-3:1.

“L’incidenza più elevata di r-axSpA nei pazienti di sesso maschile ha stimolato la ricerca sull’esistenza di differenze di genere in questa malattia – scrivono i ricercatori nell’introduzione al lavoro – Tra i pazienti con r-axSpA di lungo corso, quelli di sesso maschile mostrano un danno radiografico più severo e, più frequentemente, un quadro infiammatorio”.

“Per contro – continuano i ricercatori – alcuni autori hanno riportato che le pazienti con r-axSpA di sesso femminile presentano più frequentemente un coinvolgimento della colonna cervicale, nonché dolore periferico e outcome riferiti dai pazienti (PRO) peggiori. Inoltre, queste pazienti sperimentano un più lungo lasso di tempo intercorrente tra l’insorgenza dei sintomi (basata sulla storia del paziente) e la diagnosi”.

Tali scoperte pongono la domanda se esista nei pazienti maschi una più precoce presentazione della malattia o, invece, una diagnosi più precoce, dalla sua prima comparsa.

“Se così fosse – spiegano i ricercatori – ovvero se esistessero differenze fenotipiche di genere relative all’inizio o alla diagnosi di malattia, ciò potrebbe dar luogo ad un ritardo della diagnosi nel sesso femminile”.

Assodata l’esistenza di differenze di genere manifeste nella r-axSpA, i ricercatori si sono chiesti se le differenze di genere osservate nei pazienti con axSpA fossero già presenti all’esordio di malattia perché, in tal caso, potrebbero essere necessarie differenti strategie diagnostiche, in base al ritardo diagnostico riportato soprattutto nel sesso femminile.

Di qui, il nuovo studio, il primo del suo genere, che si è proposto di esaminare se i pazienti di sesso maschile e femminile con ax-SpA mostrassero differenze fenotipiche al tempo della diagnosi, tali da necessitare di strategie diagnostiche individualizzate.

Disegno dello studio
A tal scopo, è stata condotta un’analisi dei dati del trial SPACE (the Spondyloarthritis Caught Early trial) — uno studio attualmente in corso che sta valutando pazienti con dolore cronico lombare di causa sconosciuta – che ha preso in considerazione i dati al basale relativi a 719 pazienti (età media alla comparsa del dolore: 29.0 anni; 62% donne; durata media del dolore: 13,2 mesi).

Il processo diagnostico comprendeva la valutazione clinica del paziente, l’esecuzione di esami sierologici standard e il ricorso alla radiologia e all’imaging a risonanza magnetica dell’articolazione sacro-iliaca.

I ricercatori hanno valutato le differenze di genere nei pazienti con diagnosi confermata di axSpA, ricorrendo ad analisi di regressione logistica multivariata, insieme al calcolo degli odd ratio per la popolazione di pazienti in toto come pure per sottogruppi in base al genere.

Risultati principali
Sono state confermate le diagnosi di axSpA in 146 pazienti di sesso maschile su 275 (53,1%) e in 155 pazienti di sesso femminile su 444 (34,9%), a suggerire che gli uomini hanno una probabilità pressochè doppia rispetto alle donne di ricevere diagnosi di malattia (OR=2,1; IC95%=1,5-2,9).

Mentre la durata dei sintomi è risultata simile in ambo i sessi, la diagnosi di malattia è avvenuta in età più giovane nei pazienti di sesso maschile (età media= 27,4 vs 29,5 anno; P =0,02).

La maggior parte delle caratteristiche di malattia si è manifestata in modo pressochè sovrapponibile tra i 2 sessi, eccezion fatta per la positività all’imaging (78% nel sesso maschile vs. 64% nel sesso femminile; p=0,007) e per la positività all’antigene HLA-B27 (80% vs.60%; p<0,001).

L’analisi di regressione multivariata, tuttavia, ha mostrato che sia la positività all’imaging che ad HLA-B27 si associava, in ambo i sessi ed in modo indipendente, ad una diagnosi di axSpA (p<0,001).

Inoltre, negli uomini affetti da malattia, livelli elevati di CRP o di VES sono risultati associati a diagnosi di malattia (p=0,05), mentre nei pazienti con malattia confermata, sia la positività ad HLA-B27 (OR=1,8; IC95%=1,0-3,3; p =0,04) che l’appartenenza al sesso maschile (OR=1,8; IC95%=1,0-3,1; p =0,05) sono risultati associati in modo indipendente con la positività all’esame radiografico o all’imaging a livello dell’articolazione sacroiliaca.

Riassumendo
Dai risultati dello studio emerge, in sintesi, che nei pazienti con lombalgia di origine sconosciuta, i soggetti di sesso maschile ricevono più spesso diagnosi di axSpA. Inoltre, lo studio conferma l’esistenza di differenze significative di genere in relazione all’età di insorgenza di malattie e alle anomalie documentate mediante imaging, già in stadi molto precoci di malattia.

Ciò detto, però, HLA-B27 e imaging rimangono i fattori chiave per una diagnosi di axSpA in ambo i sessi, per cui lo studio non suffraga la necessità di cercare strategie diagnostiche specifiche in base al genere per i pazienti con axSpA precoce.
 
Nicola Casella

Bibliografia
Ortolan A et al. Are gender-specific approaches needed in diagnosing early axial
spondyloarthritis? Data from the SPondyloArthritis Caught Early cohort. Arthritis Research
& Therapy201820:218
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