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Spondiloatrite assiale, quali fattori sono associati agli outcome legati all'attività lavorativa?

Elevata attività di malattia, svolgimento di attività lavorativa ad elevata intensità di manodopera, funzione fisica molto deteriorata: sono questi, stando ad uno studio di recente pubblicazione sulla rivista The Journal of Rheumatology, i fattori indipendentemente associati all’assenza dal posto di lavoro che dimostrano come le assenze lavorative documentate in pazienti affetti da spondiloartrite assiale (ax-SpA) siano legate ad un peggioramento dell’attività di malattia e della funzione fisica, contribuendo al deterioramento della qualità della vita.

Razionale e obiettivi dello studio
La spondiloartrite assiale (ax-SpA) influenza a tal punto lo svolgimento delle attività lavorative di questi pazienti al punto da costringerli, nei casi più estremi, a cambiare lavoro, se non ad interrompere del tutto l’attività lavorative, in ragione delle limitazioni indotte da questa condizione.

Un altro effetto noto dell’ax-SpA è quello di portare il paziente ad impiegare più tempo del dovuto  per lo svolgimento di una mansione lavorativa, con conseguente scarsa produttività sul posto di lavoro (presenteeism).

Molte associazioni pazienti hanno enfatizzato la necessità di effettuare ricerche sulla dimensione lavorativa del paziente con ax-SpA: una survey condotta dalla National Ankylosing Spondylitis Society (NASS), l’organizzazione britannica che riunisce ed supporta i pazienti affetti da questa malattia, ha chiaramente fatto emergere un’esigenza comune di questi pazienti: quella di considerare prioritaria, tra i fattori legati allo stile di vita, la dimensione lavorativa, in quanto è stato osservato come oggi, più che nel passato, il lavoro abbia una rilevanza soprattutto sociale, oltre che economica, in quanto aiuta a dare un’identità sociale all’individuo, assicurandogli un posto nella rete delle relazioni sociali.

I risultati di questa survey (e di altre simili effettuate in diversi paesi) concordano sulla necessità di rendere reale, in misura sempre maggiore, la possibilità di rimanere al posto di lavoro di questi pazienti.

A questo riguardo, un fattore chiave al raggiungimento di questo obiettivo consiste nel comprendere il pathway che porta ad un peggioramento degli outcome legati all’attività lavorativa, consentendo, in tal modo, l’identificazione di un gruppo di pazienti a “rischio elevato”.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto, in primo luogo, di valutare la correttezza dell’ipotesi secondo la quale i lavoratori con ax-SpA con problemi di produttività lavorativa sono a maggior rischio di assenteismo dal posto di lavoro e, conseguentemente, a maggior rischio di licenziamento.

In secondo luogo, una volta verificata la correttezza del modello proposto nell’ipotesi sopra enunciata, i ricercatori si sono proposti di identificare le caratteristiche dei pazienti a rischio di deterioramento degli outcome legati alla dimensione lavorativa.

Disegno dello studio
Il registro della Società Britannica di Reumatologia per l’impiego dei farmaci biologici nella spondilite anchilosante (BSRBR-AS) è uno studio prospettico di coorte, attualmente in corso, condotto in pazienti con ax- SpA di età superiore ai 16 anni, provenienti da 83 centri dislocati sul territorio del Regno Unito.

I pazienti sono stati valutati, nella nuova analisi, utilizzando una scala legata alle performance lavorative ad hoc (the Work Productivity and Activity Impairment Specific Health Problem scale).
Inoltre, i ricercatori hanno raccolto le misure, riferite dai pazienti, sullo stato di salute e la qualità della vita, nonché alcuni fattori sociodemografici, in aggiunta all’anamnesi medica.
Sono stati distribuiti questionari relativi allo stato lavorativo limitatamente ai partecipanti al registro appena reclutati alla fine di dicembre del 2012.
Successivamente, i dati di follow-up relativi a questi pazienti sono stati ottenuti mediante interrogazione del database del registro nel mese di giugno del 2017.

La coorte in studio era costituita da 1.188 pazienti che avevano riferito, all’inclusione nel registro, di svolgere attività lavorativa retribuita. Il 65% del campione era costituito da pazienti di sesso maschile, mentre il 55% svolgeva un lavoro sedentario e l’83% era HLA-B27 positivo.
L’età mediana dei partecipanti era pari a 44 anni, mentre quella mediana relativa alla prima visita reumatologica era pari a 33 anni.

Sintesi dei risultati principali
Dopo aggiustamento dei dati in base all’età e al sesso, è emerso che la probabilità di svolgere attività lavorativa si riduceva in concomitanza con una più elevata attività di malattia, un deterioramento marcato della funzione fisica e della mobilità spinale, come pure con un peggioramento della qualità della vita riferito dai pazienti.
Sul totale dei pazienti considerati, quasi la totalità di questi (80%) riferiva problemi di “presenteeism” legati all’ax-SpA durante la settimana precedente, mentre il 19% riferiva episodi di assenza dal posto di lavoro.

Cinquantadue pazienti hanno riferito di aver lasciato il lavoro durante il periodo di follow-up, nonostante ancora in età lavorativa.
Le analisi successive di regressione logistica, corrette per tutti i fattori confondenti considerati, hanno individuato nell’assenteismo dal posto di lavoro il solo predittore significativo di abbandono del posto di lavoro dopo un anno (relative risk [RR]= 1,02; IC95%=1,01-1,03).

Inoltre, considerando i dati di assenteismo distribuiti all’interno di un anno, il modello matematico ha individuato nel “presenteeism” (RR=0,1; IC95%=0,04-0,2), nello svolgimento di attività lavorativa ad elevata intensità di manodopera (RR=2,3; IC95%= −0,4,  5), e nel coinvolgimento articolare periferico (RR=4,3; IC95%= −0,4, 5) dei fattori associati all’abbandono del posto di lavoro.

I ricercatori hanno anche individuato nell’elevata attività di malattia (RR=0,76; IC95%= −0,2,  1,8), nella fatigue (RR=2,3; IC95%=1,8-2,8), nello svolgimento di attività lavorativa ad elevata intensità di manodopera (RR= 3,4; IC95%=0,6-6,1), e una scarsa funzione fisica (RR=0,9; IC95%= −0,03, 1,8) dei fattori indipendentemente associati con episodi di “presenteeism”.

Riassumendo
I risultati di questo studio evidenziano alcune aree potenziali di intervento per i clinici per cercare di migliorare gli outcome legati all’attività lavorativa in pazienti con ax-SpA.
Nello specifico, i pazienti con scarsa produttività sul posto di lavoro (legata al vissuto di malattia) e dediti ad attività lavorative ad elevata intensità di manodopera sono più facilmente suscettibili ad assentarsi dal posto di lavoro, con conseguente innalzamento del rischio successivo di perderlo.
Potrebbe essere utile, pertanto, che i nuovi studi sui farmaci biologici e l’attività di malattia tenessero conto anche della necessità di valutare e rendere possibile il miglioramento della produttività sul posto di lavoro nei pazienti con ax-SpA.

Nicola Casella

Bibliografia
Macfarlane GJ, Shim J, Jones GT, Walker-Bone K, Pathan E, Dean LE. Identifying persons with axial spondyloarthritis at risk of poor work outcome: results from the British Society for Rheumatology Biologics Register in Ankylosing Spondylitis [published online November 1, 2018]. J Rheumatol. doi:10.3899/jrheum.180477
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