Malattie reumatiche

Apilimod delude in fase II nell'artrite reumatoide

Apilimod, un inibitore sperimentale della produzione delle citochine IL-12 e IL-23, ha dato risultati deludenti nei pazienti con artrite reumatoide (AR) in uno studio di fase IIa condotto da un team olandese e pubblicato di recente su Arthritis & Rheumatism.

Secondo l'autore senior dello studio, Paul P. Tak, dell'Università di Amsterdam, sulla base di questi risultati Synta Pharmaceuticals Corp (l'azienda americana che sta sviluppando il farmaco) farebbe bene a interrompere le sperimentazioni sull'artrite reumatoide.

Apilimod è oggetto d'indagine anche come potenziale trattamento contro la malattia di Crohn e altre malattie autoimmuni, ma pure gli ultimi studi sul Crohn hanno deluso le attese, alimentate dai risultati positivi degli studi preclinici e dei primi studi clinici.

Lo studio olandese, un trial randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha testato sicurezza , tollerabilità, farmacocinetica ed efficacia del farmaco (in combinazione con metotrexate) in 29 pazienti con AR attiva.

I pazienti sono stati trattati con apilimod 100 mg once daily o placebo in rapporto 3:1 per 4 settimane oppure 8 settimane. Successivamente sono stati nuovamente trattati con apilimod 100 mg BID o placebo per altre 8 settimane, con un'estensione opzionale di 4 settimane, ed è stata valutata la risposta clinica secondo i criteri ACR e il risultato del DAS28. Inoltre, sono state fatte le analisi istochimiche per i marker cellulari e le citochine sui campioni tissutali sinoviali al basale e dopo 29 e 57 giorni

Anche se nei pazienti trattati con apilimod ci sono stati lievi miglioramenti sul fronte dell'attività della malattia (dimostrati dalla riduzione piccola, ma significativa, del DAS28 sia dopo 29 sia dopo 57 giorni rispetto al basale), nessuna delle variazioni potrebbe essere classificata come una risposta e la risposta ACR20 è stata bassa e paragonabile a quella dei controlli (6% dopo 29 giorni e 25% dopo 57). Il raddoppio del dosaggio non ha prodotto un aumento dell'efficacia clinica.

In linea con i risultati clinici, il trattamento con apilimod non ha mostrato alcun effetto sull'espressione dei biomarker nel tessuto sinoviale né ha ridotto l'espressione dell'IL-12 o dell'IL-23.

Quindici dei 17 pazienti (88%) trattati con 100 mg/die per 4 oppure 8 settimane hanno manifestato eventi avversi lievi, soprattutto gastrointestinali. Quando il dosaggio è stato raddoppiato a 100 mg BID per 8 settimane, tutti e cinque i pazienti trattati hanno manifestato mal di testa e nausea. Anche tutti e sette i pazienti trattati con placebo hanno comunque riportato effetti collaterali.

Nonostante l'esito negativo dello studio, secondo gli autori è comunque troppo presto per concludere che le due citochine IL-12 e IL-23 o il loro recettore non sono buoni bersagli terapeutici per il trattamento dell'artrite reumatoide.

Sull'inibizione delle due citochine Synta Pharmaceuticals ha scommesso parecchio. Oltre ad apilimod, la biotech americana sta sviluppando, infatti, anche altri inibitori della produzione dell'IL-12 e dell'IL-23 per il trattamento di malattie autoimmuni o infiammatorie.

S. Krausz, et al. A phase IIa, randomized, double-blind, placebo-controlled trial of apilimod mesylate, an IL-12/IL-23 inhibitor, in patients with rheumatoid arthritis. Arthritis & Rheumatism 2012. DOI: 10.1002/art.34339.
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