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Artrite reumatoide, attenzione alle condizioni concomitanti!

Malattie infiammatorie intestinale, diabete di tipo 1, tromboembolismo venoso, malattie cardiovascolari, apnea ostruttiva del sonno.  Attenzione al sospetto di AR in queste popolazioni!
Uno studio pubblicato sui Mayo Clinic Proceedings ha dimostrato come la loro presenza potrebbe predisporre all’insorgenza di AR o dopo la diagnosi di malattia reumatologica. Di qui, stando agli autori dello studio, l’importanza di ricorrere allo screening per l’AR in queste popolazioni di pazienti.

Razionale e obiettivi dello studio
Un eccesso di comorbilità si associa notoriamente ad outcome peggiori nei pazienti affetti da AR – dal peggioramento della disabilità fisica al declino funzionale, da tassi ridotti di remissione ad una peggiore qualità della vita e all’aumento della mortalità. Pertanto, scrivono i ricercatori nell’introduzione al lavoro, una migliore comprensione della relazione tra AR e comorbilità potrebbe essere utile per l’implementazione di interventi diretti a migliorare questi outcome.

Nonostante in letteratura non manchino studi sulle comorbilità dei pazienti con AR condotti su larga scala, ad oggi restano ancora numerose incertezze sull’argomento.
In primo luogo, la maggior parte degli studi esistenti è rappresentata da studi cross-sectional, privi di informazioni sul timing di insorgenza delle comorbilità relativamente all’AR.

In secondo luogo, nella maggior parte dei casi non si è tenuto conto di alcuni fattori confondenti, come il fumo di sigaretta.

Inoltre, last but not least, I risultati di questi studi spesso confliggono tra loro.

Per cercare di rispondere a queste domande ancora risposta, i ricercatori della Mayo Clinic si sono serviti, per il loro studio, dei dati residenti in un loro database interno, che contiene i dati relativi a 74 comorbilità e la loro età d’insorgenza, con un triplice obiettivo: 1) valutare la prevalenza di un’ampia gamma di comorbilità in pazienti con AR; 2) determinare quali comorbilità predispongono all’insorgenza di AR; 3) identificare la comorbilità più frequentemente insorgenti dopo diagnosi di AR (ipotizzando un ruolo per le malattie polmonari e per altre malattie autoimmuni predisponente all’insorgenza di AR, nonché un ruolo determinante dell’AR, al contrario, per predisporre all’insorgenza di malattie CV e psichiatriche).

Disegno e risultati principali
Lo studio, caso-controllo, ha incluso 821 casi di AR e li ha incrociati, in base all’età, al sesso di appartenenza, al luogo di residenza e alla distanza dal centro di reclutamento, con 2.455 controlli.

Al reclutamento, i pazienti avevano un’età media pari a 50±16 anni al reclutamento. I pazienti con AR presentavano un numero più elevato di comorbilità rispetto ai controlli (mediana: 5 vs. 4; IQR: 3-8 vs. 2-6, p<0,001) mentre non avevano più comorbilità alla data della diagnosi di AR (mediana: 1 vs. 1; IQR; 0-3 vs. 0-2, p=0,49).

Per prima cosa, i ricercatori hanno calcolato la prevalenza di ciascuna delle 74 comorbilità considerate sia nei casi che nei controlli al tempo della somministrazione del questionario ai pazienti reclutati nello studio.

Dopo aggiustamento dei dati, è emerso che molte comorbilità erano associate all’AR: cataratta, epilessia, fibromialgia, reflusso gastroesofageo, malattia infiammatoria intestinale, infarto del miocardio, apnea ostruttiva del sonno, osteoartrosi, fibrosi polmonare, tromboembolismo venoso e altre malattie reumatologiche autoimmuni.

Dallo studio è emerso anche che il timing di sviluppo delle comorbilità variava in modo significativo rispetto alla diagnosi di AR.

Sia le malattie infiammatorie intestinali che l’osteoartrosi, il diabete di tipo 1 e il tromboembolismo venoso sono risultate essere le comorbilità più frequentemente propedeutiche alla diagnosi di AR successiva. Altre condizioni, invece, come l’ipo- e l’ipertiroidismo, l’ictus, e altre condizioni reumatologiche autoimmuni insorgevano prima della diagnosi di AR, rispetto ai controlli.

Rispetto ai controlli, i pazienti con AR sono andati incontro con maggior frequenza ad infarto del miocardio e tromboembolismo venoso. Gli eventi di scompenso cardiaco e di apnea del sonno hanno mostrato anch’essi un trend alla significatività statistica nei pazienti con AR.

Sono state condotte anche analisi di sensitività in un sottogruppo di pazienti con AR ed è stato osservato che fibromialgia, malattia infiammatoria intestinale, osteoartrosi, fibrosi polmonare e tromboembolismo venoso erano presenti indipendentemente dal timing di insorgenza di AR, le malattie infiammatorie intestinali e l’OA erano significativamente più rappresentate prima della diagnosi di AR.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso che uno dei limiti dello studio era rappresentato dal fatto che il timing della diagnosi di AR e i dati di comorbilità dipendevano da quanto riferito dai pazienti, con possibili bias da errata classificazione. A ciò si aggiunge la natura osservazionale dello studio, che non consente di stabilire la causalità dell’associazione osservata.

Nel complesso, però, lo studio ha documentato l’esistenza di un’associazione tra l’AR e alcune comorbilità pre-esistenti, che fa ben sperare in una prossima identificazione precoce dell’AR. Inoltre, le associazioni documentate con le malattie CV e l’apnea ostruttiva del sonno dopo la diagnosi di AR sottolineano l’importanza del ricorso allo screening per queste comorbilità nei pazienti che sono già affetti da AR.

Nicola Casella

Bibliografia
Kronzer VL, Crowson CS, Sparks JA, Myasoedova E, Davis JM III. Comorbidities as risk factors for rheumatoid arthritis and their accrual after diagnosis. Mayo Clin Proc. 2019;94(12):2488-2498.
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