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Gotta, i fattori di rischio non fanno differenze di genere, con due sole eccezioni

Non esistono, sostanzialmente, differenze di genere relative ai fattori di rischio di gotta, trenne due eccezioni: la sindrome metabolica (che sembra avere una specificità tutta maschile) e il consumo di alimenti ittici (che, al contrario, sembra essere un fattore di rischio tipicamente femminile).

Sono queste le conclusioni di un’analisi di letteratura, recentemente pubblicata su Advances in Rheumatology, che, tuttavia, necessita di ulteriori conferme e che, pertanto, è da prendere con cautela, essendo i risultati probabilmente guidati soprattutto dai limiti attuali degli studi di genere che hanno indagato l’argomento.

Razionale e disegno dello studio
La gotta, come è ampiamente noto, colpisce prevalentemente il sesso maschile rispetto a quello femminile (negli Usa, stando a stime recenti, solo il 5,1% della popolazione affetta da gotta è di sesso femminile).

Le ricerche finora condotte sulla malattia si sono concentrate sull’identificazione dei fattori di rischio di malattia in campioni di popolazione quasi esclusivamente di sesso maschile. Inoltre, esiste già qualche dato che ipotizza differenze di genere legate alla gotta: per fare alcuni esempi, la malattia si manifesta in età più avanzata nella donna rispetto all’uomo. Gli uomini, poi, si caratterizzano per un consumo smodato di alimenti noti per innalzare il rischio di malattia, mentre le donne affette da gotta sono molto più frequentemente affette da alcune comorbilità come l’ipertensione arteriosa o l’insufficienza renale, oppure dalla presenza delle condizioni di “sovrappeso” o di obesità.

Da quanto detto, appare chiaro che una migliore comprensione delle differenze e delle somiglianze di genere relative ai fattori di rischio e a quelle di protezione contro la gotta potrebbe rivelarsi utile per sviluppare strategie di prevenzione della malattia più appropriate.

Di qui la nuova rassegna sistematica di letteratura, che si è proposta di mettere a confronto l’entità del rischio associato ad alcuni fattori predisponenti e protettivi di malattia gottosa in base al sesso di appartenenza.

Utilizzando i principali database bibliografici medici (MEDLINE, EMBASE, CINAHL e Cochrane Library), sono stati identificati tutti gli articoli pubblicati, fino a marzo di quest’anno su alcuni fattori di rischio noti di gotta: età, etnia di appartenenza, dieta DASH, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, BMI, circonferenza della vita e del torace, rapporto vita/fianchi, variazione di peso, diabete mellito, dislipidemie, malattia renale, psoriasi/artrite psoriasica, ipertensione, uso diuretici, farmaci anti-diabetici e consumo di alcol, carne, cibo ittico, prodotti caseari, vegetali ricchi in purine, caffè e fruttosio.

Per essere inclusi nell’analisi, gli articoli provenienti dalla ricerca di letteratura dovevano documentare la presenza di almeno un fattore di rischio nell’uno o nell’altro sesso (setting popolazione generale o medicina generale).

Risultati principali
La ricerca di letteratura ha portato all’identificazione di 33 articoli. Di questi, 20 avevano messo a confronto direttamente i fattori di rischio di gotta in base al sesso di appartenenza, 10 erano stati condotti in campioni di popolazione esclusivamente di sesso maschile e 3 esclusivamente di sesso femminile.

Considerando gli studi che avevano messo direttamente a confronto i fattori di rischio tra i sessi, è stato osservato che la maggior parte dei fattori di rischio non faceva distinzioni di sesso in termini di previsione del rischio di incidenza di gotta.

Lo studio ha anche osservato, però, che la sindrome metabolica aumentava il rischio di gotta nel sesso maschile (HR=1,37; IC95%= 1,20-1,58), ma non nelle donne ultracinquantenni (HR=1,15; IC95%=0,85-1,54)  o al di sotto dei 50 anni (HR=1,29; IC95%=0,76-2,17).

Inoltre, rispetto agli uomini, le donne si caratterizzavano per un rischio più elevato di gotta a seguito della maggiore assunzione di alimenti ittici (pesce e molluschi= HR=1,02; IC95%=0,86-1.22 e 1,36; IC95%=1,12-1,65, rispettivamente).

Implicazioni e limiti dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori, pur ribadendo la sostanziale sovrapponibilità dei fattori di rischio di gotta nei 2 sessi, hanno anche ricordato l’esistenza di risultati che suggeriscono anche l’esistenza di rischi differenti tra generi, anche se siamo ancora lontani, per ragioni esclusivamente metodologiche (predominanza studi sulla gotta condotti nel sesso maschile) dal trarre conclusioni definitive.

Entrando nei dettagli, i ricercatori hanno ricordato come “…un solo studio sulle fonti proteiche ricavate dall’alimentazione in un ampio campione di pazienti residenti a Singapore abbia documentato un innalzamento del rischio di gotta, solo nel sesso femminile, associato al consumo di alimenti ittici”.

“Trattandosi di un solo studio – continuano – la cautela è d’obbligo, ma sarebbe interessante, senza ombra di dubbio, condurre studi sulla gotta che coinvolgano un numero maggiore di donne, nonché studi comparativi sulle associazioni tra dieta e rischio di gotta in base al genere”.

L’associazione tra sindrome metabolica e rischio di gotta, evidente soprattutto nel sesso maschile, pur risultando anch’essa derivante dai risultati di un singolo studio, come nel caso precedente, sembra decisamente più plausibile in ragione della maggiore numerosità del campione di individui considerato, come pure del sostanziale equilibrio tra i 2 sessi all’atto del reclutamento.

“L’esistenza di una forte associazione tra sindrome metabolica e rischio di gotta nel sesso maschile – spiegano i ricercatori – potrebbe essere dipesa dal fatto che, nonostante le condizioni di partenza, il numero di casi di gotta nel sesso femminile è risultato molto basso (202 casi di gotta nelle ultra50enni, 88 in quelle di età uguale o inferiore ai 50 anni)”.

Tra i limiti riconosciuti dello studio vi sono il riscontro di metodi diversi di raccolta casi (autoriferiti o legati a linkage a schede cliniche), motivo di eterogeneità, che spesso hanno reso impossibile l’attività di pooling dei dati per l’effettuazione della successiva metanalisi.

Nicola Casella

Bibliografia
Evans PL, Prior JA, Belcher J, Hay, CA, Mallen CD, Roddy, E. Gender-specific risk factors for gout: a systematic review of cohort studies. Adv Rheumatol. 2019;59:24.
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