Terapia

LES, atorvastatina riduce alcuni recettori solubili di TNF-alfa

Il trattamento con atorvastatina è in grado di ridurre alcuni recettori solubili del TNF-alfa nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES), mentre i livelli plasmatici di TNF-alfa, sTNFR1 e STFR2 potrebbero giocare un ruolo nell'attività di LES e potrebbero essere valutati come target di nuove terapie.
Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Clinical and Experimental Rheumatology.

“Da tempo si stanno accumulando evidenze che suggeriscono un potenziale ruolo immune-modulatorio e anti-infiammatorio delle statine, indipendente dagli effetti ipolipemizzanti – ricordano gli autori nell'introduzione allo studio.”

In ragione, pertanto, delle proprietà pleiotropiche immuno-modulanti di questa classe di farmaci, i ricercatori ritengono possibile ipotizzare un'estensione di impiego di questa classe di farmaci anche alle malattie autoimmunitarie.

Per suffragare questa ipotesi, lo studio in questione si è proposto di valutare l'efficacia di atorvastatina nel ridurre i livelli plasmatici di alcuni molecole del sistema TNF (TNF-α, sTNFR1 and sTNFR2).

A tal scopo, sono state reclutate 88 donne con diagnosi di LES da almeno un anno e seguite per 8 settimane. Le pazienti avevano un'età media di 32 anni e una durata media di malattia di 8,9 anni.

La presenza di infezioni croniche, malattie renali o epatiche, lo stato gravidico, e l'impiego di ciclosporina o un trattamento pregresso statine sono state cause di esclusione dallo studio.
I ricercatori hanno valutato l'attività di malattia (mediante indice SLEDAI) e altri parametri di malattia quali la funzione renale, sia all'inizio dello studio che alla fine del follow-up.

Sessantaquattro pazienti sono stati assegnati al trattamento con atorvastatina. Trentatre pazienti erano affette anche da ipertensione arteriosa, dislipidemia e/o obesità mentre 31 pazienti non presentavano fattori di rischio di insufficienza cardio-coronarica.

Inoltre, le pazienti sono state sottoposti a prelievi ematici per la valutazione della presenza di anticorpi, TNF-alfa e marker di attività di malattia. A ciò si sono aggiunte telefonate a 30 giorni dall'inclusione dello studio, volte a rinforzare e controllare l'aderenza al protocollo dello studio.

All'inizio dello studio, il 7,9% delle pazienti era affetto da sierositi, il 6,8% da vasculiti cutanee, il 9,2% da artriti, il 18% da nefriti, il 16% presentava anticorpi anti-dsDNA, l'11% anticorpi anti-cardiolipina e l'88% utilizzava regolarmente prednisone.

I risultati dell'analisi hanno mostrato che i livelli plasmatici dei recettori solubili di TNF (sTNFR1 e sTNFR2) mostravano una debole correlazione con l'attività del LES (monitorata dal punteggio SLEDAI), nonché l'esistenza di una correlazione tra i livelli di TNF e di sTNFR1 da un lato e il Systemic Lupus Collaborating Clinics score dall'altro.

Le pazienti con anticorpi anti-dsDNA mostravano livelli plasmatici più elevati di sTNFR1 di quelle con sieronegatività per questi anticorpi, mentre le pazienti affette da nefrite mostravano livelli più elevati sia di sTNFR1 che di sTNFR2.

Livelli più elevati sia di TNF-alfa che di sTNFR2 sono risultati associati con i pazienti con sierosite attiva, mentre l'incremento dei livelli di sTNFR1 è risultato associato ai pazienti con artrite attiva.

Infine, livelli più elevati sia di sTNFR1 che di sTNFR2 sono risultati associati anche all'obesità addominale, alla dislipidemia e all'ipertensione.
Alla fine del follow-up di 8 settimane, i livelli plasmatici di sTNFR1 si sono ridotti in modo significativo nelle pazienti trattate con atorvastatina, mentre non sono state osservate variazioni del livelli di sTNFR2 o di TNF-alfa.
Nel gruppo di controllo, invece, non sono state documentate variazioni rispetto ai valori iniziali dei livelli di sTNF, sTNFR1 e di sTNFR2 dopo 8 settimane di follow-up.

Bibliografia
Ferreira G et al. Atorvastatin reduced soluble receptors of TNF-alpha in systemic lupus erythematosus. J Clin Rheumatol 2015; epub ahead-of-print
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