Terapia

Ritrattamento con Rituximab aumenta la remissione dell'AR

Nuovi dati presentati all'ACR suggeriscono che i pazienti affetti da artrite reumatoide (AR), trattati con rituximab, debbano essere valutati ogni sei mesi e sottoposti a un nuovo trattamento se non sono in remissione.I dati dimostrano che questo approccio potrebbe aiutare a raggiungere e mantenere un controllo ottimale della patologia e potenziare al massimo la risposta dei pazienti.
Nello  studio sono stati valutati  i pazienti inclusi negli studi di Fase II o III di rituximab che hanno avuto una precedente risposta inadeguata a MTX. I pazienti sono stati ripetutamente trattati con  rituximab 2 x 1000mg, ai giorni uno e quindici, secondo due approcci terapeutici. I
l primo approccio è stato quello di ritrattare i pazienti con un DAS28 superiore a 2,6 (o al raggiungimento di 2,6), mentre il secondo approccio è consistito nel  ritrattare i pazienti a discrezione del medico  dopo un minimo di 16 settimane, in presenza di più di otto articolazioni dolenti e tumefatte.

Nello studio sul ritrattamento, i pazienti che sono stati ritrattati a 6 mesi hanno mostrato meno episodi di riacutizzazione dell'AR, un miglioramento delle funzionalità motorie (valutati tramite l'Health Assessment Questionnaire - Indice di Disabilità) e un ulteriore miglioramento dei sintomi rispetto ai pazienti trattati a discrezione del medico quando  il numero di articolazioni dolenti e tumefatte era almeno di otto.

"Ora, per la prima volta, abbiamo la prova che il ritrattamento con rituximab, somministrato ogni 6 mesi, allo scopo di raggiungere l'obiettivo terapeutico, ci permette di controllare in modo efficace l'attività della malattia, dando ai pazienti la possibilità di mantenere la loro normale funzionalità senza aver timore di una riacutizzazione del dolore o dei sintomi debilitanti", ha detto il Professor Paul Emery, professore di Reumatologia presso il Leeds Institute di Medicina Molecolare, Università di Leeds, UK e membro dell'American College of Rheumatology (ACR).

Altri dati presentati all'ACR hanno confermato che i pazienti, che hanno fallito precedenti trattamenti con uno o più inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) e che hanno ricevuto trattamenti ripetuti con rituximab, hanno presentato un miglioramento continuo dei sintomi dovuti all'artrite reumatoide.
Questo dato è evidenziato dal fatto che la percentuale di pazienti che ha raggiunto la remissione è raddoppiata dal primo al quarto  trattamento (passando rispettivamente da 7,9% a 16,5%). La remissione, come definito dall'indice di attività della malattia (DAS28 <2.6), garantisce benefici tangibili a persone affette da artrite reumatoide, migliorando significativamente i sintomi della malattia e aiutandole a mantenere o riacquisire la funzionalità nello svolgimento delle attività quotidiana. 

Emery P et al.  Retreatment with rituximab (RTX) based on a treatment to target (TT) approach provides better disease control than treatment as needed (PRN) in patients (pts) with rheumatoid arthritis.  Oral presentation, ACR 2009 (Il ritrattamento con rituximab (RTX) basato su un approccio treatment to  target (TT) permette un migliore controllo della malattia rispetto al trattamento quando basta (qb) nei pazienti affetti da artrite reumatoide. Presentazione orale, ACR 2009)

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