Malattie reumatiche

Romosozumab, promettente approccio terapeutico nell'osteoporosi postmenopausale

Un nuovo studio, presentato al Congresso annuale dell’European League Against Rheumatism (EULAR 2014), dimostra che il Romosozumab, somministrato per via sottocutanea una volta al mese per 12 mesi, aumenta significativamente la densità minerale ossea e il contenuto minerale osseo nelle donne con osteoporosi postmenopausale rispetto a Teriparatide.

Il Romosozumab aumenta la componente trabecolare e quella corticale della colonna vertebrale e dell’anca rispetto al basale, sia confrontato con l’agente anabolizzante comunemente  prescritto, il Teriparatide, sia con il placebo.

Il Romosozumab, anticorpo monoclonale che si lega alla sclerostina, stimola la formazione ossea e diminuisce il riassorbimento osseo.  La sclerostina è una proteina prodotta dagli osteociti che ha il compito di inibire l’attività degli osteoblasti, le cellule deputate alla produzione di osso. Bloccare la sclerostina è come togliere il freno alla produzione di osso che perciò aumenta.

"Poiché il gene che codifica per la sclerostina è espresso principalmente nel tessuto scheletrico, l’inibizione della sclerostina fornisce un interessante meccanismo di azione. Essendo più mirato, il  Romosozumab dovrebbe limitare la gamma degli effetti collaterali, offrendo così un nuovo promettente approccio per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale", ha spiegato il professor Harry Genant dell’Università della California, San Francisco, e co-fondatore di Synarc, Inc., il più grande centro laboratoristico di imaging del mondo dedicato alla sperimentazione clinica.

Il prof. Genant ha anche specificato che: "L'uso del Teriparatide, un efficace agente anabolizzante che può stimolare la crescita ossea e ridurre il rischio di fratture, è potenzialmente problematico a causa della necessità di iniezioni sottocutanee giornaliere, del suo costo relativamente elevato, e anche a causa del rischio di indurre osteosarcoma nei ratti"

Questo nuovo studio, internazionale, randomizzato, controllato con placebo, di fase 2,  condotto dall’equipe del prof. Genant, ha arruolato donne in postmenopausa di 55-85 anni con il T-score della colonna lombare, dell'anca o del collo del femore ‡ ≤–2.0 and ≥–3.5 in tutti i siti.

Le misurazioni con la Tomografia Computerizzata Quantitativa (QCT) sono state eseguite sulla colonna vertebrale lombare e sull'anca in soggetti trattati con placebo, Teriparatide (20 mg una volta al giorno) e Romosozumab (210 mg al mese), per via sottocutanea.

Nella colonna vertebrale, a livello lombare, i trattamenti con Romosozumab e Teriparatide hanno determinato aumenti simili e significativi della densità minerale ossea trabecolare (18.3% vs 20.1%, p<0.05). Diversamente, a livello dell'anca l’aumento della densità minerale ossea trabecolare risulta significativamente maggiore con Romosozumab rispetto al Teriparatide (10.8% vs 4.2%, p=0.01).

L’incremento della densità minerale ossea corticale è maggiore con Romosozumab rispetto a Teriparatide a livello della colonna vertebrale lombare (13.7% vs 5.7%, p<0.0001) e dell'anca (1.1% vs -0.9%, p=0.12). Il contenuto minerale osseo corticale aumenta maggiormente con Romosozumab rispetto a Teriparatide sia nella colonna vertebrale lombare (23.3% vs 10.9%, p<0.0001) sia nell'anca (3.4% vs 0.0%, p=0.03).

In conclusione come ha sottolineato lo stesso prof. Genant: "Questi risultati supportano la continua ricerca clinica sul Romosozumab come un potenziale trattamento per le donne con osteoporosi postmenopausale con deficit di densità minerale ossea che presentano un aumentato rischio di fratture. E’ in corso un grande trial clinico di fase III, che sta valutando il Romosozumab, sia verso il placebo sia verso un comparatore attivo, in più di 10.000 donne con osteoporosi postmenopausale per valutare il suo potenziale nel prevenire le fratture osteoporotiche e confermare la sua sicurezza sull’utilizzo a lungo termine”.

Genant H et al. Romosozumab administration is associated with significant improvements in lumbar spine and hip volumetric bone mineral density and content compared with teriparatide. EULAR 2014; Paris: OP0291 

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