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Sclerodermia, i passi avanti della ricerca

Sclerodermia, ci sono novità? Sì, e sono emerse dal recente Convegno aperto ai pazienti tenutosi al Policlinico Universitario G.B. Rossi di Verona, curato da Claudio Lunardi, immunologo e direttore del Consiglio della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica all’Università di Verona, e dal suo team di ricerca.

«Stiamo indagando le cause che possono portare alla comparsa e all’estrinsecarsi della malattia. Ci siamo occupati delle cellule endoteliali, dei fibroblasti, fondamentali nella patogenesi e nel portare alle alterazioni sia di tipo vascolare sia di tipo fibrotico», premette Lunardi. Inoltre, si è parlato anche dell’uso dell’ecografica toracica per indagare lo stato e il coinvolgimento dei polmoni, che a causa della malattia possono soffrire di ipertensione polmonare o di fibrosi.

«Ci sono studi che valutano la possibilità di utilizzare questa metodica molto semplice, veloce, non invasiva e che può essere fatta in ambulatorio, o in day hospital, nel reparto dove i pazienti sono ricoverati. È priva di rischi: a differenza delle Tac ad alta risoluzione non espone a radiazioni», continua l’immunologo. Ma è una metodica che richiede ancora delle puntualizzazioni, dicono gli esperti.

A differenza di altre malattie autoimmuni o immunomediate, la sclerosi sistemica non ha nuovi farmaci capaci di modificare l’andamento della malattia. Ma, afferma Lunardi: «Sappiamo come usare meglio quelli che già abbiamo a disposizione. Da quando è diventata malattia rara, poi, ci sono stati grandi passi in avanti: abbiamo la possibilità di utilizzare farmaci off label, cioè non registrati per questa malattia e che prima non era possibile utilizzare preventivamente». Inoltre, continua l’immunologo, «Sono in corso diversi trial clinici con farmaci nuovi che intervengono su piccole molecole intracellulari che sembrano essere coinvolti nella fibrosi. Sicuramente nel giro di poco tempo avremo a disposizione nuove possibilità terapeutiche per questa malattia».    


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