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Sclerosi sistemica, risposta anticorpale contro citomegalovirus sembra guidare patogenesi malattia

I pazienti che sono affetti da sclerosi sistemica presentano risposte immunitarie più frequenti e/o di maggiore entità nei confronti del citomegalovirus umano (HCMV). Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato su Clinical Immunology, che suggerisce un coinvolgimento del virus nello sviluppo di malattia. Lo studio ha documentato anche l’esistenza di una correlazione tra queste virali e la presenza di autoanticorpi associati alla sclerosi sistemica.

Razionale e disegno dello studio
HCMV è da tempo considerato come un fattore patogenetico importante nello sviluppo della sclerosi sistemica, come documentato dall’incremento dei livelli di anticorpi anti-HCMV osservato in questa popolazione di pazienti. Alcuni studi, inoltre, hanno mostrato l’esistenza di un legame tra la presenza di HCMV e i livelli di TGF-beta1, un fattore di crescita chiave implicati nella fibrosi associata alla malattia. Uno studio sperimentale murino, in particolare, ha mostrato come la risposta anti-HCMV sia in grado di indurre un danno e un’attivazione delle cellule endoteliali che tappezzano l’interno dei vasi, stimolando la fibrosi.

Fino ad ora, però, l’associazione tra la presenza di anticorpi HCMV e la sclerosi sistemica era stata documentata limitatamente a pochi antigeni dei virus.

Di qui il nuovo studio, condotto da una equipe di ricercatori greci, che ha valutato le risposte a sei antigeni principali del virus HCMV – UL57, UL83, UL55, UL44, p38 e UL99 – e la loro relazione ad alcune caratteristiche cliniche ed immunologiche in pazienti affetti da sclerosi sistemica.

Sono stati inclusi nello studio 110 pazienti (mediana età= 55 anni; IQR; 25-87 anni), in maggioranza donne (n=90). Cinquantanove pazienti erano affetti da malattia cutanea limitata mentre 51 avevano malattia diffusa cutanea (dcSSc).

I ricercatori hanno messo a confronto le risposte osservate nei pazienti affetti da sclerosi sistemica con quelle dei pazienti affetti da sclerosi multipla, una condizione clinica dove il legame con HCMV è ben noto. Di qui l’inclusione di 60 pazienti con sclerosi multipla nello studio (47 donne, mediana età: 52,8 anni; IQR: 30-69).

Da ultimo, sono stati analizzati anche i dati relativi a 51 individui sani (controlli) (dati incrociati in base all’età e al sesso di appartenenza), che non avevano una storia di malattie autoimmuni.

Risultati principali
I ricercatori hanno documentato la presenza di anticorpi anti-HCMV in 102 pazienti con sclerosi sistemica (92,7%) – 54 con malattia cutanea limitata, 48 con malattia diffusa – , nonché nella quasi totalità (90%) dei pazienti con sclerosi multipla (n=54) e nel 70,6% dei controlli sani (n=36).

Tali risultati suggeriscono, pertanto, che questi anticorpi sono più comuni nei pazienti affetti da sclerosi sistemica o sclerosi multipla che nei controlli.

Focalizzando l’attenzione sui singoli antigeni, quelli più immunoreattivi nei pazienti affetti da sclerosi sistemica sono stati UL57 (97,1%), UL99 (75,5%), UL83 (68,6%) e UL55 (51%).
Rispetto agli altri due gruppi, i pazienti con sclerosi sistemica hanno mostrato una riduzione della frequenza di anticorpi anti-UL83 rispetto ai controlli (68,6% vs. 88,9%) e una maggior frequenza di anticorpi anti-UL57 rispetto ai pazienti con sclerosi multipla (97,1% vs. 81,5%).

L’analisi dei due sottotipi di sclerosi sistemica ha mostrato una ridotta reattività contro UL83 – capace di eludere il controllo del sistema immunitario dell’ospite – nei pazienti con sclerosi sistemica diffusa (64,6% vs.88,9%) e di p38 nella sclerosi cutanea limitata (9,3% vs.27,8%) rispetto ai controlli.

E’ stata riscontrata una presenza più frequente di anticorpi anti-UL57 nei pazienti con sclerosi cutanea limitata rispetto a quelli con sclerosi multipla, mentre gli anticorpi anti-UL55 sono risultati maggiormente rappresentati in entrambe le forme di sclerosi sistemica. Per contro, le risposte anti-p38 sono state meno frequenti nei pazienti con sclerosi sistemica limitata rispetto alla sclerosi multipla.

Da ultimo, la risposta contro p38 è risultata più bassa nella sclerosi sistemica cutanea limitata rispetto alla forma cutanea diffusa, mentre non sono state rilevate altre differenze sull’entità della risposta anticorpale tra i due sottotipi di sclerosi sistemica.

La reattività agli antigeni virali multipli è stata osservata con minor frequenza nei pazienti con sclerosi sistemica rispetto ai controllo, con una reattività a 5-6 antigeni HCMV documentata nel 14,7% di questi pazienti, a fronte di un 33,3% di controlli.

In maniera simile al legame tra gli anticorpi HCMV e gli autoanticorpi associati alla sclerosi sistemica, gli anticorpi anti-centromero sono risultati più frequenti nei pazienti portatori di anticorpi anti-UL83 rispetto a quelli senza questi anticorpi.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno affermato che la scoperta più importante fatta nel corso dello studio è quella della “…probabile associazione della risposta anti-HCMV con la presenza di autoanticorpi nella sclerosi sistemica”.

Quanto all’associazione con alcune caratteristiche cliniche, i risultati hanno solo mostrato una tendenza ad una maggior frequenza di artrite nei pazienti anti-UL44+ rispetto a quelli anti-UL44- affetti da sclerosi sistemica.

In conclusione, nei pazienti affetti da sclerosi sistemica, si osserva una prevalenza maggiore di risposte antigene-specifiche HCMV rispetto ai controlli, a suggerire un ruolo di queste risposte virali nello sviluppo di malattia.

Sono ora necessari nuovi studi su pazienti con malattia all’esordio per migliorare la comprensione dei processi sottostanti l’associazione tra la sclerosi sistemica e le risposte antivirali contro HCMV.

NC

Bibliografia
Efthymiou G et al. A comprehensive analysis of antigen-specific antibody responses against human cytomegalovirus in patients with systemic sclerosis. Clinical Immunology Volume 207, October 2019, Pages 87-96
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