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Artrite reumatoide, aderenza al metrotressato ancora subottimale per il permanere di riserve da parte dei pazienti

Ancora oggi, l’aderenza al trattamento con MTX da parte dei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) è lontana dall’optimum e si associa ad alcune caratteristiche demografiche dei pazienti trattati, alla loro esperienza sull’impiego di farmaci e ad alcune loro convinzioni relative all’utilizzo di questo farmaco ancora nel trattamento dell’AR.

Questa l’ultima fotografia scattata nella pratica clinica reale Usa in uno studio recentemente pubblicato su ACR Open Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
Come è noto, il metotressato rappresenta il gold standard e il trattamento primario iniziale dell’AR; ciò nonostante, a fronte di un suo impiego comune nella pratica clinica, i pazienti sottoposti a questo trattamento riferiscono l’insorgenza di eventi avversi e un’efficacia non adeguata, due fattori che potrebbero influenzare l’aderenza al trattamento.

La scarsa aderenza al farmaco, documentata in pazienti con AR, è stata associata in alcuni studi ad outcome sfavorevoli, come un’accelerata progressione di malattia; una compliance eccessiva, per contro, potrebbe condurre ad un numero maggiore di eventi avversi.

Ne consegue come, in forza del fatto che le strategie di trattamento incoraggiano alterazioni della posologia più aggressive e il ricorso allo switch per raggiungere una ridotta attività di malattia, la valutazione dell’aderenza al trattamento in una popolazione ampia ed effettivamente incontrata nella pratica clinica sia necessaria per comprendere meglio quanto osservato e opporre dei possibili correttivi.

Su questi presupposti è stato implementato il nuovo studio, di disegno osservazionale e “real-world”, che ha valutato l’aderenza al trattamento con MTX orale per 24 settimane in 60 pazienti trattati per la prima volta per l’AR (i dati relativi a questi pazienti erano residenti in un apposito registro Usa delle malattie reumatologiche).

I ricercatori sono ricorsi al “the Medication Event Monitoring System” (MEMS), un sistema Usa che registra elettronicamente la rimozione di una confezione del farmaco in boccetta, al fine di valutare l’aderenza al trattamento e caratterizzarne i pattern d’utilizzo. Inoltre hanno tenuto conto delle risposte date dai pazienti reclutati al BMQ (The Beliefs about Medicines Questionnaire - un apposito questionario validato Usa sulle opinioni dei pazienti relative alla percezione di efficacia e sicurezza dei farmaci impiegati) - e preso in considerazione i loro dati demografici e le caratteristiche di malattia.

Lo studio ha calcolato:
-    l’aderenza a MTX (percentuale di settimane con farmaco assunto correttamente, calcolo dalla prima all’ultima dose settimanale prevista dal protocollo)
-    l’implementazione della terapia con MTX (calcolo come aderenza, ma effettuato dalla prima all’ultima dose effettivamente assunta)
-    la persistenza alla terapia (durata d’impiego del farmaco, dalla prima all’ultima dose effettivamente assunta)

Su questi calcoli sono partite le analisi successive, che hanno misurato le associazioni esistenti tra le caratteristiche dei pazienti e l’aderenza alla terapia.

Risultati principali
Dallo studio è emerso che i pazienti con AR mostravano un’aderenza, un’implementazione e una persistenza alla terapia pari, rispettivamente, al 75%, 80% e 83% a 24 settimane.

Tanto le caratteristiche demografiche quanto quelle di malattia sono risultate simili tra i pazienti che avevano “saltato” non più di un trattamento settimanale e quelli che avevano “saltato” almeno due trattamenti settimanali con MTX.

Nello specifico, una condizione di disoccupazione, una ridotta disabilità, il riscontro di punteggi globali dei pazienti più elevati e il mancato impiego pregresso di DMARD sono risultati associati ad una corretta posologia di assunzione di MTX.

Non solo: lo studio non ha documentato l’esistenza di differenze significative di aderenza alla terapia tra pazienti che assumevano MTX come trattamento concomitante vs. pazienti che assumevano MTX in monoterapia, e tra pazienti che avevano già fatto uso di DMARDb rispetto a quelli naive ai farmaci biologici.

Da ultimo, i ricercatori hanno documentato che punteggi BMQ più elevati relativi all’item del questionario “Specific Necessity” (indicativo della percezione da parte dei pazienti della necessità di ricorrere al trattamento in questione) si associavano ad una riduzione della probabilità di adattare la posologia del farmaco in base ad intervalli tra le somministrazioni di durata più breve rispetto a quanto prescritto (OR=0,89).

Riassumendo
In conclusione, questo studio ha dimostrato l’affidabilità del ricorso ad uno strumento di monitoraggio elettronico remoto di un farmaco (MEMS) in una popolazione Usa di pazienti affetti da AR. E’ stato anche dimostrato come l’avere meno disabilità e punteggi di valutazione globale di malattia da parte del paziente (PtGA) più elevati si associ ad una corretta posologia di assunzione di MTX nel periodo temporale considerato per l’aderenza complessiva alla terapia, e come una condizione di disoccupazione o di mancata assunzione pregressa di DMARDcs contribuisca favorevolmente al numero di settimane di corretta assunzione di MTX.

Questi risultati dovrebbero rendere edotti i medici sull’esistenza di stadi differenti di aderenza terapeutica e di come alcuni fattori possano influenzare l’aderenza durante questi stadi, fornendo indicazioni su come un intervento appropriato per lo stadio considerato possa migliorare l’aderenza.
A tal proposito, è possibile ricorrere ad alcuni strumenti, come il questionario BMQ, per comprendere e, se necessario, rispondere alle possibili convinzioni errate dei pazienti sui farmaci da assumere prima dell’inizio del trattamento, agevolando la corretta assunzione della terapia.

E’ auspicabile che, nel prossimo futuro, vengano condotti ulteriori studi per identificare e abbattere le barriere attuali che ostacolano l’aderenza ottimale al trattamento con MTX.

Sarà importante, a tale proposito, identificare tempestivamente i pazienti con aderenza subottimale a MTX in combinazione con una terapia avanzata, per rendere più tempestivo il loro passaggio ad altri DMARDcs o ai farmaci biologici.

NC

Bibliografia
Michaud, K et al. “Real‐World Adherence to Oral Methotrexate Measured Electronically in Patients With Established Rheumatoid Arthritis.” ACR Open Rheumatology. September 6, 2019. doi:10.1002/acr2.11079
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