Terapia

Gotta, arriva lesinurad, il primo farmaco uricosurico

Considerata erroneamente una malattia del passato, la gotta è un’artropatia infiammatoria che può causare gravi conseguenze soprattutto a livello articolare, cardiovascolare e renale. Si tratta di una patologia molto attuale, ma oggi poco conosciuta dai cittadini, a volte sottodiagnosticata e non adeguatamente trattata.

Se identificata per tempo e trattata adeguatamente, la gotta, la cui condizione predisponente è un eccesso di acido urico nel sangue (iperuricemia), può essere controllata: ne consegue una migliore qualità di vita del paziente e un minor spreco di risorse per il Sistema Sanitario Nazionale.

Da oggi medici e pazienti possono inoltre contare su una nuova opportunità di trattamento, efficace nel correggere la ridotta escrezione renale di acido urico, causa dell’iperuricemia nell’80-90% dei casi.

E’ da poco disponibile nel nostro paese una soluzione che alla luce degli studi effettuati si è dimostrata efficace e sicura, capace di rispondere a necessità terapeutiche insoddisfatte e tale da determinare un miglioramento della qualità della vita dei pazienti con gotta: si tratta di lesinurad, trattamento innovativo che appartiene a una nuova classe di uricosurici (farmaci che aumentano l’escrezione renale di acido urico).

Se n’è parlato oggi a Milano, durante la conferenza stampa “Gotta, una malattia dei nostri giorni: verità nascoste e pericoli reali”, alla presenza del Professor Leonardo Punzi, Direttore della U.O.C. di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, del Dottor Gerardo Medea, Medico di Medicina Generale e della Dottoressa Silvia Tonolo, Presidente ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus).

Durante l’evento sono stati analizzati i dati di una survey realizzata da Edra con il supporto di Grünenthal Italia e condotta sui Medici di Medicina Generale e sugli specialisti (reumatologi, cardiologi, urologi, nefrologi, ortopedici, internisti e geriatri), su farmacisti e cittadini, per un totale di 3200 rispondenti.

La survey ha rilevato che il 50% dei medici di medicina generale e degli specialisti (1125 rispondenti totali) ritiene che la gotta sia dovuta principalmente allo stile di vita e che sarebbe necessaria una maggiore formazione per favorire la conoscenza delle linee guida sulla patologia e una maggiore informazione ai pazienti. Su un totale di 1400 cittadini, 7 su 10 riferiscono di non aver mai parlato con il proprio medico dei livelli di acido urico, del loro monitoraggio e del rischio di gotta e solo 1 paziente su 2 dichiara di assumere terapia continuativa. Infine il 55% dei farmacisti (655 rispondenti totali) afferma che la gotta non è conosciuta dai cittadini.

“Sono dati significativi – commenta il Professor Punzi – che spiegano la necessità di approfondire l’argomento. Infatti uno stile di vita o una dieta equilibrata contribuiscono a una riduzione del solo 10% del valore totale di uricemia; questo può contribuire da un lato ad assumere meno farmaci, e dall’altro a evitare fattori che favoriscono gli attacchi acuti. Spesso le cause della malattia sono genetiche”.
“Se non curata – continua Punzi -, la gotta può avere gravi conseguenze: è associata a malattie di rilevante impatto per la salute, come quelle renali, cardiovascolari e al diabete”.

“Il 60-70% dei pazienti con gotta dopo circa sei mesi tende a sospendere la terapia nel momento in cui gli attacchi scompaiono - afferma il Dottor Medea, Medico di Medicina Generale –. I motivi dell’abbandono sono molteplici: è necessario sensibilizzare maggiormente il paziente per una migliore gestione della gotta e un monitoraggio dei sintomi simile a quanto messo in campo per alcune patologie croniche. Non da ultimo è necessario migliorare il confronto con gli specialisti e soprattutto la formazione di noi medici di Medicina Generale”.

“In Italia, fino a qualche mese fa, non erano disponibili uricosurici -  aggiunge il Professor Punzi -. Da oggi invece è disponibile anche nel nostro Paese un uricosurico di nuova generazione, lesinurad, che, a differenza dei vecchi trattamenti, non interferisce sui sistemi di eliminazione renale di metaboliti del nostro organismo o con altri farmaci. Questo trattamento, da somministrare in associazione ad allopurinolo o febuxostat, riduce il riassorbimento dell’acido urico dal rene al plasma, e corregge la ridotta escrezione renale di acido urico. Visti i meccanismi che portano all’iperuricemia, si tratta di un approccio più ‘fisiologico’ al trattamento dell’iperuricemia e della gotta rispetto al passato”.
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