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Gotta, figli asintomatici di genitori malati sono a maggior rischio di malattia?

Esiste un rischio genetico di ereditarietà della gotta? Uno studio di coorte britannico sembra avvalorare tale ipotesi, avendo dimostrato, dopo attento esame della prevalenza di gotta e di deposizione di cristalli di acido urico, che i figli asintomatici di pazienti gottosi mostrano sia un'incidenza elevata della condizione di iperuricemia che di deposizione di cristalli monosodici di urato (MSU).

Lo studio, dal titolo inequivocabile (The sons of gout study), è stato recentemente pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatology.

Cosa si sa oggi sul rischio ereditario di gotta?
Da tempo è noto che, tra i molteplici fattori di rischio di gotta, vi sono anche fattori genetici che agiscono modulando l'escrezione renale di acido urico.

“Si ritiene – scrivono i ricercatori nell'introduzione al lavoro – che l'ereditarietà dell'uricemia e dell'escrezione urinaria di acido urico siano stimate, rispettivamente, intorno al 60% e al 60-87%, mentre l'ereditarietà della gotta è più bassa (17% e e 35,1% in donne e uomini Taiwanesi, stando ai risultati di uno studio, compresa tra 0 e 58% in un altro studio USA)”.

“In letteratura – continuano i ricercatori – è stato anche documentato come una proporzione di individui con uricemia elevata (14,5-25%) presenti una deposizione di cristalli di acido urico (MSU) asintomatica, a suggerire che gli studi che finora hanno effettuato stime considerando il solo fenotipo di malattia sintomatica potrebbero sottostimare l'ereditarietà della condizione di deposizione di MSU”.

L'obiettivo dello studio: valutare la prevalenza di MSU in discendenti asintomatici di genitori gottosi
In assenza di dati sulla prevalenza della deposizione asintomatica di MSU in soggetti ad elevato rischio genetico di gotta – come quelli nei quali un genitore è affetto da malattia – è stato implementato questo nuovo studio, avente il triplice scopo di: 1) esaminare la prevalenza e la distribuzione di MSU asintomatica in figli di pazienti gottosi; 2) esaminare l'associazione esistente tra uricemia, età e la deposizione asintomatica di MSU; 3) verificare se l'età di insorgenza parentale di gotta si associ a deposizione asintomatica di MSU nella progenie.

A tal scopo, sono stati contattati per l'inclusione nello studio 131 individui, figli di genitori con gotta, e successivamente valutati con esami del sangue e delle urine, nonché con ecografia muscoloscheletrica.

I risultati
I 131 individui reclutati nello studio avevano un'età media di 43,80 anni e un BMI pari a 27.10 kg/m2). Il 64,1% mostrava valori di uricemia ≥6 mg/dl, mentre il 29,8% del campione presentava il caratteristico “segno del doppio contorno” (tipico della gotta) o aggregati intra-articolari/tofi in una o più articolazioni.

Tutti i partecipanti allo studio che mostravano deposizione di MSU si caratterizzavano anche il coinvolgimento di almeno una delle prime articolazioni metatarsofalangee, mentre il 21,4% del campione presentava aggregati intra-tendinei che si associavano a depositi di cristalli di MSU  (aOR=2,96; IC95%=1,17-7,49).

Nessun partecipante allo studio ha mostrato deposizione di cristalli di MSU in presenza di livelli di uricemia ≤5 mg/dl, mentre il 24,2% dei partecipanti allo studio con livelli di uricemia compresi tra 5 e 6 mg/dl hanno presentato, all'esame ecografico, deposizione di MSU.

In estrema sintesi, i ricercatori hanno osservato che deposizione di cristalli di MSU era associata all'incremento dei livelli di acido urico nel sangue (aOR=1,61; IC95%=1,10-2,36 per ciascuno incremento unitario – 1 mg/dL – di questo parametro di laboratorio).

Quali sono i take-home message dello studio?
Lo studio ha dimostrato che i figli di individui affetti da gotta hanno una prevalenza più elevata di iperuricemia, limitata escrezione di acido urico e deposizione asintomatica di cristalli di MSU rispetto a quanto osservato in studi precedenti che avevano preselezionato i partecipanti in base ai soli valori di uricemia.

Il lavoro pubblicato, inoltre, suggerisce la possibilità che la deposizione di cristalli di MSU avvenga inizialmente a livello della prima articolazione metatarsofalangea e dei tendini prima che si manifesti in altre articolazioni come la caviglia e il ginocchio.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno manifestato il loro stupore nell'aver osservato che in un paziente su 5 con uricemia compresa tra 5 e 6 mg/dl fossero già individuabili, mediante ecografia, processi di deposizione di cristalli di MSU a livelli della prima articolazione metatarsofalangea.

“Tale osservazione – spiegano – deve essere interpretata con cautela in quanto basata su un'unica misurazione ecografica, ed è possibile che questi individui presentassero, in precedenza, livelli di uricemia più elevati”.

“Ciò detto – aggiungono – tale osservazione suggerisce la possibilità che la soglia di deposizione di cristalli di MSU possa essere, in vivo, inferiore a quella stimata dagli studi di laboratorio”.

I risultati dello studio, inoltre, suggeriscono come la valutazione ecografica di entrambe le prime articolazioni metatarsofalangee sia sufficiente per individuare tutti gli individui con deposizione di cristalli di MSU.

Nel complesso, i dati del lavoro suffragano osservazioni a favore dello screening dei figli asintomatici di genitori con gotta ai fini di una gestione precoce del rischio, senza trascurare i possibili interventi su alcuni fattori di rischio modificabili della gotta (come la condizione di sovrappeso o di obesità franca, come pure l'elevata assunzione di fruttosi, per fare alcuni esempi).

Nicola Casella


Bibliografia
Abhishek A, et al "Monosodium urate crystal deposits are common in asymptomatic sons of people with gout -- The Sons of gout study" Arthritis Rheumatol 2018; DOI: 10.1002/art.40572.
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