Associazioni di pazienti

Il lupus non è cambiato, ma sono aumentate le opzioni terapeutiche per combatterlo

«Questa giornata di sensibilizzazione è importantissima per noi, e lo è ancora di più quest’anno: a causa della pandemia non potremo allestire banchetti con materiale informativo come abbiamo sempre fatto, ma daremo voce alle storie di Lupus, che sono anche storie di resilienza.

Abbiamo lanciato nei giorni scorsi la campagna #mylupusstory e stasera, insieme ai nostri esperti, ne parleremo sulla nostra pagina Facebook. Dare voce a chi come noi convive con questa malattia, è un modo per far sì che questi vissuti, fisici ed emotivi, non restino invisibili e diano la possibilità di aiutare anche altre persone che si trovano nella stessa condizione», premette Rosa Pelissero, Presidente del Gruppo LES. Che aggiunge: «Da più di un anno a questa parte, abbiamo iniziato a fare divulgazione sui nostri canali social, Facebook e YouTube, occupandoci anche di smontare falsi miti riguardo alle terapie e ai vaccini anti-Covid19 che via via prendevano spazio nelle convinzioni delle persone, promuovendo una corretta informazione su questi temi, grazie all’aiuto di tutti gli esperti che ci hanno offerto il loro contributo con la loro partecipazione alle nostre iniziative di divulgazione. Un grazie particolare va a Francesca Romana Spinelli, reumatologa presso La Sapienza Università di Roma, che ci ha seguito in questa attività fin dal primo momento e continua imperterrita a farlo. Abbiamo continuato, e continueremo, a dare sostegno alle persone, rispondendo ai tanti dubbi e alle tante perplessità che ci hanno presentato man mano, tra cui le paure relative al reperimento di alcuni farmaci come l’idrossiclorochina, che all’inizio della pandemia sono stati impiegati per la cura della Sars-Cov-2, e alla preoccupazione di poter continuare o meno con le terapie infusionali con il belimumab, data la sospensione di alcune attività ambulatoriali. Non ci siamo fermati, insomma, e grazie ai fondi del 5x1000 abbiamo continuato a finanziare la ricerca e le Lupus Clinc, che da quest’anno sono
diventate 10: all’elenco si aggiunge la Città della Scienza e della Salute di Torino», sottolinea Rosa Pelissero.

Il Lupus non fa più paura come un tempo, anche perché le armi e le strategie per combatterlo sono aumentate. I passi in avanti della ricerca, infatti, hanno permesso di aggiungere altri alleati terapeutici per contrastare la malattia. Quali sono? «Le cause di questa malattia non sono ancora del tutto note; in persone geneticamente predisposte, epigenetica e fattori ambientali determinano un’attivazione non controllata della risposta immune. La maggiore conoscenza delle alterazioni immunologiche alla base della malattia ha permesso di mettere a punto farmaci capaci di mirare alle molecole maggiormente implicate nella patogenesi del Lupus, ampliando il numero di opzioni terapeutiche. Il belimumab è solo il primo dei farmaci biologici approvati per il Lupus Eritematoso Sistemico; sono in studio diversi altri biologici, alcuni dei quali già approvati per la cura di altre malattie reumatologiche. Oltre al numero crescente di farmaci è cambiata la strategia terapeutica: oggi la terapia mira a raggiungere obiettivi precisi come il rapido controllo della malattia, la prevenzione del danno cronico e il risparmio di glucocorticoidi per garantire il benessere e la qualità della vita delle persone affette da Lupus», conclude Francesca Romana Spinelli, reumatologa presso La Sapienza Università di Roma.
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