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Sjogren primario, sono il profilo epidemiologico e il gradiente nord-sud a guidare il coinvolgimento sistemico di malattia

Le manifestazioni sistemiche della sindrome di Sjogren al tempo della diagnosi differiscono in base ad alcune caratteristiche individuali dei pazienti come il sesso di appartenenza, l’età, l’etnia e il luogo di residenza (esistenza di un gradiente geografico nord-sud). Queste le conclusioni di un ampio studio internazionale, pubblicato su Rheumatology, che sottolineano l’importanza di considerare questi fattori quando occorre pianificare un follow-up personalizzato in un paziente di nuova diagnosi di malattia, come pure quando si pianificano o si analizzano i risultati dei trial clinici sull’impiego di farmaci da utilizzare in terapia.

Razionale e disegno dello studio
La sindrome di Sjogren è una malattia sistemica autoimmune che interessa, in particolare, le donne di mezza età; si caratterizza per il riscontro di infiltrazione linfocitica delle ghiandole esocrine (salivari e lacrimali), anomalie immunologiche (presenza di anticorpi anti-Ro) e, in molti casi, per il coinvolgimento extraghiandolare.

Lo sviluppo dell’indice di attività di malattia ESSDAI da parte di EULAR per la malattia di Sjogren ha rappresentato un indubbio passo in avanti nella valutazione della malattia sistemica.

L’indice ESSDAI include al suo interno definizioni specifiche in base all’organo coinvolto e permettono una valutazione omogenea della malattia sistemica in un’ampia casistica di pazienti.

Uno studio precedentemente condotto dalla stessa equipe di ricercatori aveva già dimostrato l’esistenza di differenze significative relative alle caratteristiche ghiandolari legate alla malattia di Sjogren tra gruppi etnici differenti e luoghi geografici.

Di qui l’idea di analizzare come l’attività sistemica alla diagnosi potesse essere anch’essa modulata da alcuni fattori geoepidemiologici, ipotizzando che una maggiore comprensione del modo in cui questi ultimi influenzano il fenotipo sistemico potrebbe essere di aiuto ai clinici per identificare quali pazienti potrebbero essere maggiormente suscettibili allo sviluppo di malattia più complessa alla diagnosi di Sjigren primario e, quindi, quali pazienti andrebbero seguiti con maggiore attenzione e/o dovrebbero essere trattati in modo più intensivo.

Il gruppo “The Sjogren Big Data Consortium” è nato nel 2014, grazie ai dati ottenuti da diversi centri dislocati in 22 paesi a livelli globale. Il Consorzio ha registrato, nel corso del tempo, i valori di alcune variabili cliniche come età, sesso, etnia e paese di residenza, insieme con i profili auto-anticorpali e i punteggi ESSDAI organo-specifici.

L’analisi ha incluso 10.007 pazienti, dei quali 9.352 erano di sesso femminile. L’età media al tempo della diagnosi era pari a 53 anni. L’attività sistemica era presente al basale nell’81,8% e il punteggio medio ESSDAI nella coorte era pari a 6,1 (un’attività di malattia moderatamente attiva è definita da un punteggio ESSDAI pari, almeno a 5.

Risultati principali
L’analisi dei dati del “the Sjogren Big Data Consortium ha mostrato che il punteggio medio totale ESSDAI era pari a 8,1 negli uomini rispetto a 6 per le donne (p<0,001).
Non solo: il punteggio medio ESSDAI è risultato significativamente più elevato nei pazienti con diagnosi prima dei 35 anni rispetto a quelli con insorgenza di malattia dopo i 65 (6,7 vs. 5,6; p=0,001).

Lo studio ha mostrato anche che i pazienti di sesso maschile non presentavano solo punteggi ESSDAI più elevati rispetto alle pazienti di sesso femminile, ma totalizzavano anche punteggi peggiori relativamente ad alcuni domini individuali dell’indice ESSDAI:
-    linfoadenopatia nel 12,7% dei pazienti di sesso maschile vs. 8,3% delle pazienti (p<0,001)
-    coinvolgimento ghiandolare nel 27% dei pazienti di sesso maschile vs. 21,1% delle pazienti (p<0,001)
-    complicanze polmonari nel 14,2% degli uni vs. 10,2 delle altre (p=0,001)
-    coinvolgimento del sistema nervoso nell’11,6% degli uni vs. 5,6% delle altre (p<0,001)
-    coinvolgimento del SNC nel 3,8% degli uni vs. l’1,8% delle altre (p<0,001)

Riguardo all’etnia, il 76,9% dei pazienti era di etnia Caucasica, il 13,9% di etnia Asiatica, il 5,8% di etnia Ispanica e l’1,4% di etnia Afro-Americana.

I punteggi ESSDAI più elevati (6,7) sono stati documentati nei pazienti di etnia Afro-Americana, mentre nei Caucasici, negli Asiatici e negli Ispanici i punteggi medi ESSDAI sono stati pari, rispettivamente, a 6,5, 5,4 e 4,8 (p<0,001).

I pazienti di etnia Afro-Americana hanno mostrato anche, con maggior frequenza, linfoadenopatia e coinvolgimento dei domini neurologico, biologico e articolare, mentre quelli di etnia Caucasica hanno presentato più frequentemente coinvolgimento ghiandolare, cutaneo e muscolare di malattia. Da ultimo, negli Asiatici è stato documentata una maggior frequenza di casi di coinvolgimento polmonare, renale ed ematologico di malattia.

Sono state documentate differenze anche in relazione al paese di residenza dei pazienti, secondo un gradiente nord-sud. Per le Americhe, valeva la distinzione tra Nord e Sud America; per l’Europa, il discrimine di appartenenza era rappresentato da una latitudine maggiore o inferiore a  50° N, mentre per l’Asia era una latitudine maggiore o inferiore a  30° N.

Nello specifico, i punteggi ESSDAI in base alla posizione geografica sono stati i seguenti:
-    Sud America vs. Nord America= 5,2 vs. 3,5 (p<0,001)
-    Sud Europa vs. Nord Europa= 7,4 vs. 4,2 (p<0,001)
-    Asia Meridionale vs. Asia Settentrionale= 6,4 vs. 4 (p<0,001)

I pazienti delle regioni meridionali, inoltre, presentavano più spesso attività di malattia elevata in almeno un dominio ESSDAI (8.9% vs. 3,4% per le Americhe; 9,9% vs. 2,9% per l’Europa; 9% vs- 4% per l’Asia.

Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come, a fronte di una minore prevalenza di pazienti con malattia di Sjogren di sesso maschile (solo il 7% della coorte analizzata), erano questi a mostrare un fenotipo più severo di malattia. Ciò potrebbe dipendere da un ritardo della diagnosi nei pazienti di sesso maschile o dal coinvolgimento di alcuni fattori genetici.

I ricercatori hanno invocato ancora una volta un possibile ruolo delle variazioni genetiche nel contribuire alle differenze di manifestazioni di malattia in base all’etnia di appartenenza.

Quanto all’esistenza di in gradiente nord-sud nella manifestazione di differenze di manifestazioni di Sjogren, sono state addotte come cause possibili di quanto osservato la presenza di differenze relative ad alcuni fattori ambientali e legati allo stile di vita, la stagionalità, l’inquinamento atmosferico, la presenza di metalli nel suolo e l’impiego di protesi mammarie al silicone.

Stando, poi, ai dati di un recente studio, il fenotipo di Sjogren potrebbe essere influenzato anche dalla presenza di differenze geografiche del microbiota orale.

Nicola Casella

Bibliografia
Brito-Zeron P, et al "Epidemiological profile and north-south gradient driving baseline systemic involvement of primary Sjogren's syndrome" Rheumatology 2019; doi:10.1093/rheumatology/kez578.
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