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ANMAR manda una nota alla Procura della Repubblica: "Biosimilari, continue violazioni illecite"

Silvia Tonolo, presidente ANMAR, è da novembre del 2017 che raccoglie testimonianze di pazienti reumatici che si vedono sostituito il farmaco biologico con uno biosimilare. Ed era per questa ragione che aveva segnalato il caso alla Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, chiedendo al contempo spiegazioni agli assessori delle Regioni Toscana, Piemonte e Lazione dove avvengono le sostituzioni automatiche.

Dopo l’introduzione della delibera 960/2017 della Regione Toscana, che ha sancito di fatto l'equivalenza e la sostituibilità del farmaco biologico originator con il biosimilare di riferimento, quindi, il 4 di gennaio ha deciso di mandare una nota alla Procura della Repubblica per le continue violazioni della legge 232/2016 che non consente né “la sostituibilità automatica tra farmaco biologico di riferimento e un suo biosimilare né tra biosimilari”.

Ma cerchiamo di capire meglio: che cosa sta succedendo? «I medici sono costretti dalle proprie direzioni sanitarie a modificare i piani terapeutici, da farmaci biologici a biosimilari, e in molte occasioni, se nel piano terapeutico redatto dallo specialista è indicato un farmaco biologico è il farmacista ospedaliero che effettua automaticamente il cambio con il biosimilare», spiega Silvia Tonolo. «Ho chiesto l’incontro con l’Assessora alla Salute, Stefania Saccardi, ma mi ha risposto sulle pagine di Repubblica parlando di equivalenza terapeutica, peccato che noi non stiamo chiedendo chiarimenti su questo.

Che il farmaco possa essere switchato, quando possibile, lo sappiamo; che il paziente possa subire lo switch dopo un wash out lo sappiamo, ma deve essere avvisato. I rischi sono diversi: incrinare la fiducia medico-paziente e in alcuni casi non trovare più beneficio dalla terapia. Ci sono casi particolari di pazienti che quando hanno trovato un farmaco con cui stanno meglio non possono più averlo perché gli viene sostituito con un altro in modo automatico. Facendo così ricadere le questioni economiche sulle persone che hanno a che fare con una malattia reumatica».


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