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Artrite idiopatica giovanile, ecografia non predittiva recidive se malattia inattiva

Per quanto referti ecografici “anomali” siano di frequente riscontro nei pazienti con AIG e malattia clinicamente inattiva, tali referti non sono in grado di predire future recidive a 2 anni: lo dimostrano i risultati di uno studio di recente pubblicazione su The Journal of Rheumatology.

Rispetto all'esame clinico, il ricorso a tecniche avanzate come l'ecografia o l'imaging a risonanza magnetica è in grado di individuare con buona efficienza l'artrite attiva nei pazienti con AIG asintomatica, scrivono i ricercatori nell'introduzione al lavoro.

Tuttavia, il significato a lungo termine di questi referti “anomali” non è chiaro in presenza di riscontri articolari nella norma.

Per questi motivi, gli autori di questo studio si sono proposti di determinare la prevalence di questi referti ecografici “anomali” in una coorte di pazienti con AIG e malattia clinicamente inattiva e di valutare il significato clinico e predittivo di questi referti in termini di episodi di recidiva di malattia successivi.

A tal scopo, sono stati reclutati, nel corso del biennio 2012-2013, 40 bambini di età uguale o superiore a 4 anni (età mediana: 10,7 anni; durata mediana di malattia: 5,5 anni; durata mediana di malattia inattiva: 1 anno) con AIG clinicamente inattiva.

I pazienti reclutati erano affetti, in prevalenza, da poliartrite sieronegativa (38%) e AIG estesa oligoarticolare (30%).

Sono stati condotti esami ecografici al reclutamento e nel corso del follow-up a livello delle ginocchia, dei polsi, delle articolazioni tibiotalari e subtalari.

Due radiologi peditrici muscolo-scheletrici hanno analizzato in modo indipendente i referti. Dopo 24 mesi di follow-up, i ricercatori hanno raccolto dati clinici e di laboratorio, comprese le misure di attività di malattia.

Un episodio di recidiva era definito dalla presenza di almeno un'articolazione suggestiva di sinovite clinica in base alle linee guida ACR.

C'erano 18 pazienti (45%) con referti ecografici iniziali “anomali”, comprendenti ispessimento sinoviale o effusione articolare in almeno una delle 8 articolazioni esaminate.

Sono state analizzate 289 articolazioni, in totale e, di queste, l'8% (n=24) mostrava almeno una anomalia a livello di referto ecografico.

La successiva esclusione dei segnali Power Doppler ha portato al riscontro di 14 referti ecografici “anomali” in 9 pazienti (23%).

Nel corso del follow-up, della durata si 24 mesi, 18 pazienti (45%) sono andati incontro a recidiva di malattia in 27 articolazioni, prevalentemente ginocchia. Queste recidive di malattia, però, sono risultate correlate solo a segnali ecografici “anomali” in 4 articolazioni totali.

Nonostante la prevalenza elevata, i risultati ecografici “anomali” hanno mostrato una sensitività pari solo al 15% e un valore predittivo positivo del 12% quando sono stati valutati rispetto alle recidive articolari singole nel corso del follow-up.

Il potere predittivo del secondo esame ecografico, condotto in 33 pazienti, è stato persino più basso di quanto rilevato al primo esame ecografico (11%= sensitività; 6%= potere predittivo positivo).

Da ultimo, considerando tutte le articolazioni esaminate, l'OR di recidive nei partecipanti allo studio con risultati ecografici normali vs. risultati “anormali” non è risultato statisticamente significativo.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso che il significato clinico delle scoperte derivanti dallo studio resta ancora incerto. Di qui l'auspicio alla messa a punto di futuri trial clinici longitudinali, meglio dimensionati, in grado di dirimere la questione.

NC

Bibliografia
Zhao Y et al. Flares of disease in children with clinically inactive juvenile idiopathic arthritis were not correlated with ultrasound findings [published online April 1, 2018]. J Rheumatol. doi:10.3899/jrheum.170681



 
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