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Artrite reumatoide, diverge spesso la percezione di malattia tra medico e paziente

Un paziente su 3, affetto da artrite reumatoide, ha un giudizio diverso dal proprio medico sulla severità della condizione di malattia, mentre meno di un paziente su tre pensa che la severità di malattia sia peggiore di quanto ritenuto dal proprio medico curante.

Inoltre, il disaccordo sulla percezione di malattia è verificabile con maggior probabilità nei pazienti con AR e presenza di comorbilità come fibromialgia, depressione o malattia non erosiva.

Sono queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy.

Razionale e disegno dello studio
La presenza di discordanze sulla percezione della gravità di AR tra pazienti è medici e curanti non è una novità in letteratura.

Gli autori dello studio sono partiti dall'osservazione secondo la quale la diversa percezione di malattia contribuisce alla riduzione della produttività al lavoro e di remissione, nonché alla possibilità di un aumento del danno articolare radiografico, per cercare di identificare i correlati clinici alla base di questa differente percezione.

A tal scopo, sono stati reclutati in questo studio osservazionale 350 pazienti con diagnosi posta di AR.

L'attività di malattia era misurata mediante il punteggio DAS28-CRP e classificata, sulla base dell'indice CDAI (the Clinical Disease Activity Index) in 4 gruppi: remissione (DAS<2,8); ridotta attività di malattia (>2,8 DAS <10); moderata attività di malattia (>10 DAS <22) e attività di malattia elevata (DAS>22).

Ai partecipanti allo studio sono stati somministrati, per la compilazione, questionari inerenti il loro stato di salute. Inoltre, sono stati sottoposti ad indagini ecografiche articolari per determinare l'attività di malattia clinica e quella percepita.

Risultati principali
Dall'analisi dei dati, è emersa una discordanza medico-paziente, sopra definita, nel 32,5% dei pazienti con AR. Inoltre, gli score di valutazione globale sono stati più elevati di quelli ottenuti dai medici curanti nel 29,4% dei pazienti dello studio.

Con riferimento alla visita più recente, il 68% dei pazienti ha dichiarato di essere stato visitato da un infermiere specializzato o da un assistente medico, mentre un paziente su 3 è stato visitato dal proprio medico.

Non sono state documentate differenze relative alla discordanza tra visite mediche e non.

Non solo: i pazienti che avevano una percezione di malattia differente da quella del loro medico curante presentavano livelli mediani di valutazione globale di attività di malattia più elevati rispetto a quelli nei quali non vi erano discordanze (p<0,001).

La valutazione globale di malattia da parte dei medici curanti non differiva tra pazienti con percezione differente o meno del proprio stato di malattia.

Nei due gruppi di pazienti in studio (percezione differente o non differente), erano in remissione di malattia, rispettivamente, il 2% e il 33% dei pazienti.

I ricercatori hanno osservato inoltre che un numero maggiore di pazienti con percezione di malattia differente da quello del proprio medico curante si trovava in una condizione di ridotta attività di malattia (50% vs.33%) o di moderata attività di malattia (37% vs. 22%) rispetto all'altro gruppo (p<0,001). In entrambi i gruppi, invece, il numero di pazienti con attività di malattia elevato era pressochè sovrapponibile.

Da ultimo, i pazienti con percezione differente di malattia avevano punteggi relativi al dolore più elevati degli altri, ed avevano maggiori probabilità di essere sieronegativi al fattore reumatoide e agli ACPA, come pure di non presentare erosioni articolari documentate per via radiografica ma di avere più di due articolazioni dolenti.

I pazienti con compresenza di fibromialgia e depressione erano associati in modo significativo con una percezione diversa dai medici curanti del proprio stati di malattia ed erano utilizzatori di farmaci oppiacei, di trattamenti per la fibromialgia, di antidepressivi e di ausili al sonno in misura maggiore rispetto agli altri.

Implicazioni dello studio
Dai risultati dello studio emerge, innanzi tutto, quanto sia diffusa la discordanza relativa alla percezione dell'attività di malattia nei pazienti con AR rispetto ai loro medici curanti e, in secondo luogo, come una maggiore percezione dolorosa riferita dai pazienti con percezione discordante del proprio stato di salute ne rappresenti il tratto distintivo.

Sarebbe opportuno, pertanto, che i medici curanti e il personale paramedico coinvolto nella cura di questi pazienti si ricordassero di chiedere loro come si sentono relativamente alla presenza di AR (anche se le misure oggettive di attività di malattia li collocherebbero in gruppi a ridotta attività di malattia), soprattutto, se affetti da alcune delle comorbilità sopra indicate.

NC

Bibliografia
Challa DN, et al "Patient-provider discordance between global assessments of disease activity in rheumatoid arthritis: a comprehensive clinical evaluation" Arthritis Res Ther 2017; DOI:10.1186/s13075-017-1419-5.
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