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Artrite reumatoide, in crescita la forma sieronegativa: perché?

Per quanto i tassi di incidenza complessiva di artrite reumatoide (AR) siano rimasti stabili negli ultimi decenni, è stato osservato, nel decennio 2005-2014 un incremento significativo di AR sieronegativa. Questi i risultati di uno studio retrospettivo, pubblicato su ARD, sui quali sono state avanzate alcune ipotesi da parte dei ricercatori.

Razionale e disegno dello studio
In letteratura esistono da tempo documentazioni che hanno suggerito l’esistenza di una variabilità dell’incidenza di AR in luoghi e popolazioni differenti, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Tuttavia, ad oggi, sono ancora molto limitati i dati sui pattern di malattia in relazione allo stato sierologico, nonostante crescano le evidenze che l’AR sieronegativa e sieropositiva non siano altro che sottotipi diversi di malattia caratterizzati da fattori di rischio differenti.

“La comprensione dell’epidemiologia dell’AR in base al fenotipo sierologico potrebbe gettare nuova luce sulla patofisiologia di AR e le implicazioni sul decorso di malattia e la scelta del trattamento – spiegano i ricercatori”.

Su questi presupposti è nato il nuovo studio che, analizzando i dati residenti in un database medico epidemiologico relativo ad individui residenti in Minnesota, seguiti in un lungo follow-up durato decenni e rappresentativo della solo coorte longitudinale di popolazione costituito da pazienti Usa con AR, ha preso in considerazione 240 pazienti (decennio 1985-1994), 344 pazienti (decennio 1995-2004) e 427 pazienti (decennio 2005-2014).

Risultati principali
Nel corso del decennio 2005-2014, il tasso di incidenza complessivo di AR è stato pari a 41 (IC95%= 37-45) per 100.000, simile a quanto visto nel decennio 1985-1994, quando il tasso di incidenza è stato pari a 40 (IC95%= 35-46) per 100.000, e nel decennio successivo, quando il tasso di incidenza è stato pari a 43 (IC95%= 38-48) per 100.000.
Tuttavia, il tasso di casi di AR sieronegativa sono cresciuti da 12 (IC95%= 9-15) per 100.000 nel decennio 1985-1994 a 13 (IC95%= 11-16) per 100.000 nel decennio 1995-2004 a 20 (IC95%= 18-23) per 100.000 nel decennio 2005-2014 (p<0,001).

Nei 3 decenni inclusi nell’analisi, non sono state rilevate differenze in termini di età di insorgenza di malattia (56 anni), percentuale di pazienti di sesso femminile (69%) o etnia (quasi il 90% di Caucasici) tra pazienti.
Sono state documentate differenze, invece, relativamente al tasso di fumatori, con i non fumatori cresciuti al 47% nell’ultima delle tre coorti considerate (decennio 2005-2014) rispetto al 40% degli altri due coorti (decenni precedenti).
Non solo: il tasso di obesità è aumentato in modo statisticamente significativo, passando dal 24% al 41% (p<0,001), mentre il BMI medio è passato da 27 a 29,6 (p<0,001).

La prevalenza della sieropositività al fattore reumatoide (RF) è passata dal 69% nelle due prime decadi considerate (1985-1993 e 1995-2004) al 51% nell’ultima coorte (p<0,001).
C’è stato un incremento significativo del tasso di erosioni radiografiche durante il primo anno dalla diagnosi di AR, che è passato dal 17% nel decennio 1985-1994 e dal 21% nel decennio 1995-2004 al 25% nel decennio 2005-2014 (p=0,048).
Questo incremento, tuttavia, è stato osservato solo nel gruppo di pazienti con AR sieronegativa, dove si è passati dal 10% della decade più remota (1985-1994) al 25% nella decade temporalmente più vicina (1995-2004) (p=0,017).

L’incremento di casi di AR sieronegativa per RF è stato osservato indipendentemente dal sesso di appartenenza. Tra le donne, i tassi di incidenza di AR sieronegativa per RF sono passati da 15 (IC95%= 11-19) per 100.000 nel decennio 1985-1994 a 26 (IC95%= 22-31) per 100.000 nel decennio 2005-2014, mentre tra gli uomini si è passati da 9 (IC95%= 5-12) per 100.000 a 14 (IC95%=11-18) per 100.000.

Al contempo, si è avuto un decremento dei tassi di incidenza di AR sieropositiva per RF, che son passati da 33 (IC95%=27-40) per 100.000 a 26 (IC95%= 22-30) per 100.000 nel sesso femminile e da 23 (IC95%= 17-30) per 100.000 a 15 (IC95%= 12-19) per 100.000 nel sesso maschile.

L’interpretazione dei risultati
Secondo i ricercatori, una delle possibili ragioni per spiegare lo shift epidemiologico nell’AR potrebbe essere rappresentata dal declino di fumatori. Il fumo di sigaretta è stato legato alla sieropositività per RF e per gli ACPA, e alcuni studi hanno effettivamente dimostrato come la cessazione dell’abitudine al fumo sia associata a rischi ridotti di presenza di questi anticorpi.

“Il declino di incidenza di AR positiva per RF ha coinciso nel nostro studio con una riduzione significativa del numero di fumatori attivi o di ex fumatori e con l’incremento del numero di soggetti che non hanno mai fumato – puntualizzano gli autori dello studio nella discussione del lavoro”.

I ricercatori ipotizzano anche un possibile ruolo dell’obesità nei trend osservati, ricordando come altri studi abbiano documentato l’esistenza di legami tra un BMI elevato e l’AR sieronegativa, anche se non si può escludere un coinvolgimento concomitante di parodontosi e impiego di contraccettivi orali su quanto osservato.

In conclusione, l’AR sieronegativa è stata considerata a lungo una forma più lieve di malattia; in questa analisi, tuttavia, è stato osservato un incremento di malattia severa precoce, con le erosioni presenti nel primo anno dalla diagnosi in pazienti RF negativi.
“Infatti, le erosioni radiografiche osservate durante i primi 12 mesi dall’insorgenza di AR nella coorte di pazienti del decennio più recente (2005-2014) sono risultate comuni sia nei pazienti sieronegativi che in quelli sieropositivi. Considerando questi dati insieme a quelli dello studio relativi all’aumento di incidenza di AR sieronegativa, si comprende la necessità di alzare la guardia e la vigilanza nei confronti dell’AR sieronegativa più di quanto sia stato fatto finora”.

Nicola Casella

Bibliografia
Myasoedova E, et al "Is the epidemiology of rheumatoid arthritis changing? Results from a population-based study, 1985-2014" Ann Rheum Dis 2020; DOI: 10.1136/annrheumdis-2019-216694.
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