Malattie reumatiche

Artrite Reumatoide in fase precoce, il fumo di sigaretta accelera la progressione radiografica

Fumare al momento della diagnosi di artrite reumatoide (AR) in fase precoce è davvero un pericoloso fattore di rischio, perché può portare ad una più rapida progressione radiografica della malattia. A sostenerlo i risultati dello studio SWEFOT.

Secondo questo studio, recentemente pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases, il fumo di sigaretta rappresenterebbe un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di una rapida progressione articolare.

E infatti la Dr.ssa Saedis Saevarsdottir del Karolinska Institute (Stockholm) ha dimostrato che la più rapida progressione radiografica cui questi pazienti erano andati incontro non dipendeva né dal metotrexato utilizzato in prima linea, né dai successivi disease-modifying antirheumatic drugs (DMARD) sintetici o biologici.

Questi risultati sono probabilmente “non così sorprendenti, dal momento che molti studi più vecchi hanno precedentemente riportato un’associazione fra il fumo di sigaretta ed un’AR più grave.” Tuttavia “l’abitudine al fumo non è stata inclusa in nessuno dei recenti studi sulla matrice di rischio della progressione radiografica”, ha affermato l’autrice del paper.

Inoltre è stato già dimostrato che i pazienti con AR precoce che fumano rispondono peggio sia a metotrexato (MTX) che agli inibitori del tumor necrosis factor α.
Dei 311 pazienti inclusi nello studio, gli sperimentatori ne hanno identificati 79 pazienti con progressione radiografica, che disponevano dei dati radiografici rilevati sia al baseline che dopo 1 anno. La progressione radiografica era definita come aumento di almeno 5 punti dello score di Sharp-van der Heijde ad un anno dal basale.

I pazienti che avevano raggiunto un indice di attività di malattia (DAS28) inferiore a 3,2 punti dopo 3-4 mesi rimanevano in trattamento con MTX (n=147 pazienti), mentre gli altri venivano randomizzati di nuovo aggiungendo a MTX infliximab (IFX, n=128 pazienti), oppure sia salazopirina che idrossiclorochina (SZP + HCQ, n=130 pazienti).

Nell’analisi multivariata sono stati inclusi 269 pazienti (di cui 72 con progressione radiografica). Di questi, 80 erano rimasti in trattamento con MTX, 94 avevano aggiunto IFX e 95 SZP+HCQ.
Questa analisi ha permesso di dimostrare che l’abitudine al fumo, se ancora presente al momento della visita, era il più significativo fattore predittivo di rapida progressione articolare (odds ratio = 2,78).

Altri fattori predittivi indipendenti erano le erosioni (OD = 2,21), la proteina C reattiva (PCR, OD=1,49) e la velocità di eritrosedimentazione (VES, OD=1,62). Grazie allo studio SWEFOT, tutti questi fattori erano già stati precedentemente ritenuti in grado di predire la progressione radiografica (2).

Gli sperimentatori hanno costruito una matrice di rischio tridimensionale per la rapida progressione radiografica. La matrice era basata sui risultati dello studio incrociati con l’abitudine al fumo di sigaretta, le erosioni al baseline e la PCR.

Dopo 1 anno dalla visita basale, il 63% dei pazienti che avevano tutti e 3 i fattori predittivi avevano mostrato una rapida progressione radiografica, rispetto al 12% dei pazienti che non avevano tutti e 3 i fattori.

Questi risultati erano simili per gli uomini e le donne e all’interno dei vari sottogruppi di trattamento. “Quindi la matrice può aiutare nell’identificare al baseline quei pazienti a rischio di progressione radiografica, indipendentemente dal trattamento scelto per motivi clinici”, spiegano gli autori.

In altri studi e matrici di rischio, fattori predittivi significativi di progressione radiografica erano anche la conta delle articolazioni tumefatte e la positività a fattore reumatoide a anticorpi anti-peptide ciclico citrullinato (anti-CCP). Nel presente studio, tuttavia, questi fattori rischio non si sono rivelati indipendenti.

In uno studio esplorativo l’utilizzo di un cut-off più basso per lo score radiografico di Sharp-van der Heijde (uguale o maggiore di 1) ha permesso di identificare la positività al fattore reumatoide e agli anti-CCP come fattori predittivi significativi di progressione radiografica, ma soltanto all’analisi univariata.

Nel presente studio, stratificando i pazienti sulla base della presenza/assenza di anticorpi anti-CCP, i pazienti di entrambi i gruppi, se fumatori e con erosioni ossee, avevano un più elevato rischio di progressione radiografica.

Il punto di forza di questo studio è stata l’inclusione di pazienti non selezionati con AR precoce; questo elemento riflette lo standard di cura comune, che prevede la prescrizione di MTX in prima linea, l’aggiunta successiva di un biologico o di due DMARD aggiuntivi, se entro 3-4 mesi il paziente non ha raggiunto una bassa attività di malattia con MTX in monoterapia.

Un limite dello studio è invece quello di non aver potuto disporre del dato quantitativo sul fumo di sigaretta (numero di pacchetti di sigarette fumati all’anno). Tuttavia gli sperimentatori riferiscono che in uno studio precedente l’intensità del fumo di sigaretta in ex-fumatori, fumatori attuali (e non fumatori) non aveva prodotto differenze in termini di outcome clinico. Questo suggerisce che l’abitudine al fumo al momento della diagnosi precoce di AR ha il maggiore impatto.

“Considerati nel loro insieme, i nostri risultati confermano e estendono le precedenti scoperte relative ai fattori predittivi di progressione radiografica nelle AR precoci e mette in evidenza il rischio associato con l’abitudine al fumo. I fattori predittivi identificati sono facilmente accessibili e variabili cliniche oggettive, e mostrano differenze clinicamente significative quando testati su matrici di rischio. Basati su uno studio che riflette lo standard di cura in Svezia, la validità esterna di questa matrice di rischio dovrebbe essere elevata e attende adesso la convalida in altre popolazioni di pazienti con AR precoce, che dispongano di dati sull’abitudine al fumo di sigaretta”, concludono gli autori.

Francesca Sernissi


Riferimenti
1.    Saevarsdottir S, Rezaei H, Geborek P, Petersson I, Ernestam S, Albertsson K, Forslind K, van Vollenhoven RF; for the SWEFOT study group. Current smoking status is a strong predictor of radiographic progression in early rheumatoid arthritis: results from the SWEFOT trial. Ann Rheum Dis. 2014 Apr 4.
2.    Saevarsdottir S, Rezaei H, Geborek P, Petersson I, Ernestam S, Albertsson K, Forslind K, van Vollenhoven RF; for the SWEFOT study group. Current smoking status is a strong predictor of radiographic progression in early rheumatoid arthritis: results from the SWEFOT trial. Ann Rheum Dis. 2014 Apr 4.

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