Malattie reumatiche

Artrite, tocilizumab in monoterapia superiore ad adalimumab

In uno studio di fase IV condotto su pazienti con artrite reumatoide, una monoterapia con l'anti interleukina-6 tocilizumab è risultata più efficace di quella condotta con adalimumab. Questi sono i dati preliminari dello studio ADACTA (ADalimumab ACTemrA) appena comunicati da Genentech, società del Gruppo Roche, che verranno presentati in maniera estesa in occasione dell'EULAR.

ADACTA è un trial multicentrico di fase IV, randomizzato e in doppio cieco, per gruppi paralleli disegnato per valutare la riduzione dei segni e dei sintomi dell'AR confrontando una terapia con tocilizumab (Anti IL-6) verso adalimumab (anti TNF) in pazienti adulti con artrite reumatoide intolleranti al metotrexate o nei quali una terapia con metorexate era ritenuta inappropriata. I pazienti arruolati erano naive alla terapia con farmaci biologici.

Nello studio, un totale di 326 pazienti sono stati randomizzati (1:1) a ricevere tocilizumab 8 mg/kg per via endovenosa ogni 4 settimane (più il placebo di adalimumab) oppure adalimumab  40 mg per via sottocutanea ogni due settimane (più il placebo di tocilizumab) per 24 settimane.
Lo studio ha raggiunto l'end point principale dimostrando per tocilizumab di una significativa maggior riduzione del punteggio del DAS28 a 24 settimane rispetto ad adalimumab, entrambi in ionoterapia.

La significatività è stata raggiunta anche per quanto concerne gli end point secondari dello studio, che comprendevano la quantità di pazienti in remissione secondo il
DAS28, l'ACR20, 50 e 60, cioè le misure standard per valutare l'efficacia dei farmaci antiartrite.

Il profilo di safety dei due farmaci è risultato consistente con quello già evidenziato in letteratura.

"Lo studio ADACTA, sulla base dei dati preliminari oggi disponibili, offre informazioni utili per la gestione del paziente con Artrite Reumatoide perché confronta due tra i farmaci biologici più usati nella pratica clinica - commenta il prof. Giovanni Minisola, Presidente della Società Italiana di Reumatologia e Primario della Divisione di Reumatologia dell'Ospedale "San Camillo" di Roma. Oggi il reumatologo ha a disposizione  varie opportunità terapeutiche per il trattamento dei suoi pazienti e può spesso essere difficile stabilire quale sia la soluzione più adatta per ciascuno di essi, soprattutto quando il quadro clinico è quello di un'Artrite Reumatoide in fase attiva. Se poi vi sono anche problematiche di intolleranza o di mancata risposta al metotressato le difficoltà aumentano e, solitamente, l'unica scelta possibile rimane la monoterapia con un farmaco biologico.

In questo scenario si colloca lo studio ADACTA, uno studio originale disegnato per confrontare testa a testa due dei farmaci biologici più utilizzati, secondo un progetto che prevedeva un paragone diretto tra l'inibitore selettivo del recettore dell'interluchina-6 (tocilizumab) e un anti-TNF (adalimumab), entrambi impiegati in monoterapia in oltre 300 soggetti con Artrite Reumatoide clinicamente attiva e intolleranti o non rispondenti al metotressato. Un punto qualificante dello studio è, inoltre, costituito dalla tipologia di pazienti sui quali è stato condotto perché ha caratteristiche simili a quelle che si riscontrano nella pratica clinica quotidiana.

La maggiore efficacia dimostrata da tocilizumab, a parità di sicurezza, nel contesto clinico dello studio è un dato del quale tenere conto quando si programma la strategia terapeutica di chi è colpito da questa grave e invalidante malattia. I risultati dello studio saranno presentati in dettaglio in occasione del prossimo Congresso Europeo di Reumatologia previsto a Berlino in giugno. L'auspicio è quello di poter vedere confermati i risultati dello studio ADACTA su una casistica più ampia comprendente anche pazienti con differenti caratteristiche di malattia".


Il metotressato viene ampiamente utilizzato nei pazienti affetti da AR, sebbene circa un paziente con AR su tre in trattamento con un farmaco biologico attualmente assume tale farmaco in monoterapia, soprattutto a causa di intolleranza al MTX.

Tra due mesi conosceremo i dati completi dello studio e sarà possibile fare valutazioni più appropriate.


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