Malattie reumatiche

Biologici nell'Ar, nessun rischio aggiuntivo di mortalità

La terapia con farmaci anti-TNFα non è associata ad un incremento della mortalità nei pazienti affetti da malattie autoimmuni. E’ questa la conclusione principale di uno studio condotto da un’equipe di ricercatori del Kaiser Permanente di Oakland CA, pubblicato recentemente sulla rivista Pharmacoepidemiology and Drug Safety.

E’ noto in letteratura come la maggior parte delle malattie ad eziologia autoimmunitaria siano trattate con farmaci immunosoppressori il cui impiego potrebbe dar luogo a conseguenze inattese, alcune deleterie (come l’incremento del rischio di infezioni di entità seria o di insorgenza di tumori), altre, invece, benefiche (come la riduzione del rischio di infarto del miocardio). 

La presenza di risultati confliggenti relativi alla terapia con farmaci anti-TNFα ha sollecitato l’ultimo studio pubblicato, nel quale i ricercatori hanno analizzato le schede cliniche di quasi 29.000 pazienti che avevano assunto etanercept, adalimumab, o infliximab tra il 1998 e il 2007 e le hanno messe a confronto con quelle di più di 17.000 pazienti che avevano utilizzato farmaci non-biologici da soli. Lo studio ha preso in considerazione sia i farmaci prescritti per le malattie reumatiche più comunemente trattate (artrite reumatoide, psoriasi, artrite psoriasica e spondilite anchilosante) che quelli indicati per le malattie infiammatorie intestinali. 

Per ciascuna delle malattie sopra menzionate il confronto con la terapia non-biologica era definito in modo specifico: per l’artrite reumatoide, questa era costituita dall’intensificazione della terapia con metotrexato mediante aggiunta o sostituzione del farmaco a idroclorochina, sulfasalazina o leflunomide. Per la spondilite anchilosante o l’artrite psoriasica, invece, la terapia di controllo era data dall’impiego di metothexato o di sulfasalazina. Il metotrexato da solo era utilizzato come terapia di controllo nella terapia della psoriasi mentre azatioprina o 6-marcaptopurina venivano utilizzate in confronto alle terapie biologiche per la terapia delle malattie infiammatorie intestinali.

Il confronto tra i nuovi utilizzatori di terapie biologiche e i nuovi utilizzatori di quelle non biologiche è stato fatto utilizzando il propensity score e il modello di Cox per correggere le differenze esistenti all’inizio dello studio. Inoltre, sono stati condotti confronti testa-a-testa tra i vari agenti biologici considerati.

Passando in disamina i risultati dello studio, su un totale di 46.424 individui reclutati, il 6,3% del totale (pari a 2.924 individui) era morto alla fine del follow-up, includendo 1.754 soggetti (6,1%) su 28.941 pazienti trattati con farmaci biologici e 1.170 soggetti (6,7%) su 17.483 pazienti trattati con farmaci non biologici. L’impiego di farmaci biologici, a differenza degli altri, non era associato ad un incremento della mortalità nei pazienti con artrite reumatoide (hazard ratio corretto (aHR)= 0,93 con un intervallo di confidenza (CI) del 95% compreso tra 0,98 e 1,03) o con psoriasi, artrite psoriasica o spondilite anchilosante (aHR combinato corretto = 0,81 con CI del 95% compreso tra 0,61 e 1,06) o con malattia infiammatoria dell’intestino (aHR= 1,12 con CI del 95% compreso tra 0,85 e 1,46). Infine, i tassi di mortalità non differivano in modo significativo tra pazienti trattati con etanercept, adalimimab o infliximab.

Riassumendo, lo studio ha dimostrato come la terapia con farmaci biologici non sia associata ad una mortalità più elevata della terapia di controllo a base di farmaci non biologici nei pazienti affetti da una varietà di malattie ad eziologia autoimmunitaria. “Risultati simili – concludono gli autori dello studio – sono stati documentati in pazienti ad alto rischio quali gli anziani e quelli con comorbidità multiple, indipendentemente dal farmaco biologico utilizzato. Tali risultati sono incoraggianti dal momento che queste terapie sono estremamente efficaci nel controllare il quadro sintomatologico e ridurre la disabilità e il danno biologico arrecato da queste patologie”.

Herrinton LJ, Liu L, Chen L et al. Association between anti-TNFα therapy and all-cause mortality. Pharmacoepidemiol Drug Saf. 2012 Oct 15. Doi:10.1002/pds.3354 [Epub ahead of print]

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