Terapia

Commissione Europea approva risankizumab nel trattamento dei pazienti adulti affetti da artrite psoriasica

La Commissione europea ha approvato risankizumab da solo o in associazione con metotrexato (MTX), per il trattamento dell'artrite psoriasica attiva negli adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o una intolleranza a uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs).

Il farmaco è già in commercio in quanto approvato per la psoriasi a placche negli adulti. Risankizumab  nasce da una collaborazione tra Boehringer Ingelheim e AbbVie; quest’ultima si occuperà dello sviluppo e della sua commercializzazione a livello globale.

Risankizumab è un inibitore selettivo dell’interleuchina-23 (IL23) che blocca selettivamente l’IL-23 legandosi alla sua subunità p19. Si ritiene che l’IL-23, una citochina coinvolta nei processi infiammatori, sia correlata a diverse malattie croniche immunomediate, inclusa la psoriasi.

Il dosaggio approvato di risankizumab è di 150 mg, due iniezioni da 75 mg, somministrate  mediante iniezione sottocutanea alla settimana 0 e 4 e successivamente ogni 12 settimane.

Sono tuttora in corso trial di fase 3 con risankizumab nella psoriasi, malattia di Crohn, colite ulcerosa e artrite psoriasica.

L’approvazione è supportata dai dati di due trial clinici di fase 3, KEEPsAKE-1 e KEEPsAKE-2, che hanno valutato risankizumab negli adulti con artrite psoriasica attiva, inclusi coloro che avevano avuto una risposta inadeguata o una intolleranza alla terapia biologica e/o ai farmaci antireumatici non biologici modificanti la malattia (DMARDs). Inoltre, il profilo di efficacia e sicurezza di risankizumab fino a 52 settimane è risultato coerente con il profilo osservato a 24 settimane.

Punti salienti del programma registrativo di Fase 3
 In KEEPsAKE-1 e KEEPsAKE-2, il 57,3 e il 51,3 per cento dei pazienti che hanno ricevuto risankizumab hanno raggiunto l'endpoint primario della risposta ACR20 alla settimana 24, rispettivamente, contro il 33,5 e il 26,5 per cento che hanno ricevuto il placebo (p<0,001).

 I pazienti trattati con risankizumab hanno mostrato un miglioramento significativamente maggiore dal basale nella funzione fisica come misurato da HAQ-DI -0,31 e -0,22, rispetto al placebo -0,11 e -0,05 alla settimana 24 (p<0,001) in KEEPSAKE-1 e KEEPSAKE-2, rispettivamente.

 Alla settimana 24, il 25,0% e il 25,6% dei pazienti trattati con risankizumab hanno raggiunto la MDA, rispettivamente in KEEPSAKE-1 e KEEPSAKE-2, rispetto al 10,2% e all'11,4% di quelli con placebo (p<0,001).
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