Terapia

Epratuzumab, bene la fase IIb nel LES

UCB e Immunomedics hanno annunciato oggi i risultati dello studio clinico di fase IIb, tra epratuzumab e placebo nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES). I dati dello studio a 12 settimane finalizzato a definire il sul dosaggio terapeutico e il range posologico hanno dimostrato un effetto terapeutico clinicamente significativo di epratuzumab, superiore al placebo.

In questo studio, 227 pazienti erano affetti da malattia attiva di grado da moderato (30%) a grave (70%), con interessamento di diversi organi e apparati.
La misura primaria di efficacia era un indice di endpoint combinato, che comprendeva diversi indici di attività della malattia, in primo luogo il BILAG.
Alla 12a settimana, il vantaggio terapeutico del trattamento con epratuzumab era superiore del 24,9% in confronto a placebo.
E' in corso un'analisi approfondita dei dati ed è in preparazione il programma di studi di fase III.

Sviluppato da Immunomedics e concesso in licenza nel 2006 a UCB per tutte le indicazioni delle malattie autoimmuni, Epratuzumab è un anticorpo monoclonale umanizzato anti-CD22 con la possibilità di modulare l'attività dei linfociti B. Epratuzumab è l'unica molecola anti-cellule B, in grado di modulare la funzione dei linfociti B senza effettuare la deplezione di una parte consistente di queste cellule.

Sebbene l'esatto ruolo di CD22 non sia ancora completamente chiarito, si ritiene possa essere un regolatore negativo della funzione dei linfociti B. È noto che le cellule B contribuiscano alla manifestazione del LES, producendo anticorpi contro le cellule e i tessuti dell'organismo stesso, vale a dire alterando il sistema immunitario che reagisce contro se stesso, con conseguente infiammazione e danni ai tessuti
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