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Innalzamento uricemia associato a grasso viscerale ed epatico

Livelli elevati di grasso viscerale ed epatico sono associati in modo indipendente all'iperuricemia, condizione notoriamente predisponente alla gotta. Queste le conclusioni di uno studio osservazionale giapponese pubblicato sulla rivista Arthritis Care & Research.

L'iperuricemia rappresenta non solo un importante fattore di rischio per la gotta, ma è stata associata anche ad altre condizioni cliniche come il diabete, l'ipertensione e la sindrome metabolica.

Mentre sia l'obesità che la steatosi epatica sono state associate da tempo con la sindrome metabolica, fino ad ora non era stata verificata l'esistenza di un'associazione tra il grasso viscerale ed epatico e l'iperuricemia.

Di qui il razionale dello studio che, avvalendosi dei dati provenienti dal the Othory Study, uno studio prospettico sulle relazioni esistenti tra malattia cronica e composizione corporea degli uomini giapponesi, ha esplorato l'esistenza di una possibile associazione tra il grasso intra-addominale ed epatico da un lato e il rischio di iperuricemia dall'altro.

Nel dettaglio, lo studio ha incluso 801 soggetti di sesso maschile, aventi un'età media di 49 anni e prevedeva la rilevazione tomografica di varie misure di adiposità (grasso intra-addominale, grasso totale, grasso toracico e addominale sottocutaneo, grasso sottocutaneo della coscia).
Anche la condizione di steatosi epatica è stata definita per via tomografica attraverso la determinazione del rapporto fegato-milza.

I dati sono stati analizzati anche attraverso analisi multivariate corrette per un certo numero di fattori quali l'età, l'uso di alcol, lo status di fumatore, il ricorso all'attività fisica, la presenza di insulina immunoreattiva, di CRP, di diabete e di ipertensione.

I risultati hanno documentato una prevalenza di iperuricemia, definita da livelli sierici di acido urico> 7mg/dL nel 19,6% del campione reclutato nello studio.

Rispetto ai soggetti nei quali i livelli di acido urico nel sangue erano nella norma, quelli con iperuricemia erano prevalentemente ipertesi, avevano livelli elevati di CRP e di insulina immunoreattiva, erano dipendenti dall'alcol e conducevano una vita prevalentemente sedentaria.

Non solo: i soggetti con iperuricemia mostravano aree di grasso intra-addominale nei vari distretti di dimensioni maggiori rispetto ai soggetti con livelli sierici di acido urico nella norma.

In particolare, nei soggetti con iperuricemia, il quintile di distribuzione più elevato di grasso addominale era associato ad un rischio pressochè  di andare incontro ad iperuricemia rispetto al quintile di distribuzione meno elevato (OR 4,72; IC95%= 2,19-10,18, P<0,001).

Quanto al rapporto fegato-milza, dove ad un valore basso corrisponde una maggior quantità di grasso epatico, i ricercatori hanno osservato che al quintile con il rapporto numericamente inferiore corrispondeva un rischio più elevato di iperuricemia (OR=2,79; CI= 1,35-5,76; p=0,018).

Le analisi multivariate hanno confermato l'esistenza dell'associazione sopra descritta tra grasso intra-addominale e iperuricemia e tra grasso epatico e iperuricemia anche per i quintili intermedi di distribuzione dell'adipe, anche se non così forte come quella osservata per il quintile di distribuzione di adipe sottocutaneo più elevato. 

Nel commentare i risultati, gli autori ammettono come i meccanismi attraverso i quali si esercita l'influenza del grasso viscerale ed epatico siano ancora poco chiari. E' possibile che l'associazione osservata sia dovuta ad un'escrezione non adeguata di acido urico legata all'iperinsulinemia.

Nonostante, però, l'iperinsulinemia sia stata legata all'eccesso di adipe viscerale ed epatico, tale associazione non è stata scalfita neanche dopo aggiustamento dei dati in base all'insulina immunoreattiva.
“Pertanto – commentano gli autori – l'adipe sembrerebbe avere effetti sull'iperuricemia mediante meccanismi diversi dall'iperinsulinemia.”
Lo studio, per la sua natura osservazionale, non consente di trarre conclusioni sulla natura causale dell'associazione osservata. Un altro limite deriva dall'aver reclutato esclusivamente soggetti di etnia giapponese.

Nel complesso, però, i risultati hanno documentato che: 1) sia il grasso viscerale che quello epatico sono associati in maniera significativa ed indipendente alla prevalenza di iperuricemia; 2) tale associazione è indipendente dall'età, dal consumo giornaliero di alcol, dallo svolgimento di regolare attività fisica, dallo status di fumatore, dalla condizione di diabete o ipertensione o dalla presenza di insulina immunoreattiva; 3) l'iperuricemia non è associata con le aree di distribuzione cutanea specifiche, né con il BMI o la circonferenza toracica; 4) la misurazione dell'adipe viscerale è quella che ha la più forte associazione con l'iperuricemia.

Sono necessari, ora, nuovi studi prospettici in grado di confermare l'associazione osservata e verificare se un  intervento volto a ridurre il grasso viscerale o epatico sia anche in grado di ridurre i livelli sieri di iperuricemia e, quindi, il rischio di gotta.
 
Nicola Casella

Bibliografia
Yamada A, et al "Both visceral fat and liver fat are independently associated with hyperuricemia: the Ohtori study" Arthritis Care Res 2015; DOI: 10.1002/acr.22729.
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