Malattie reumatiche

JIA, riduzione livelli disabilità fisica e attività di malattia negli ultimi 25 anni

Uno studio italiano presentato nel corso dell’edizione annuale del congresso dell’ACR (American College of Rheumatology), in corso a San Diego, ha documentato come, nei bambini affetti da artrite idiopatica giovanile (JIA), si siano progressivamente ridotti nel corso degli ultimi 25 anni i livelli di attività di malattia e di disabilità fisica.

“Tale osservazione significa che i reumatologi pediatrici possono essere più ottimisti nei confronti dei piccoli pazienti e dei loro genitori sulla prognosi di malattia, perché la probabilità che i bambini sviluppino danno articolare e disabilità fisica è molto più bassa  - ha dichiarato il prof. Angelo Ravelli, professore associato di pediatria, in un comunicato stampa.”

Come è noto, il termine artrite idiopatica giovanile (JIA) designa un insieme di patologie autoimmuni caratterizzate da artriti croniche che colpiscono l'infanzia e l'adolescenza, ovvero esordiscono prima del compimento del 16º anno di età. Non rappresentano una forma precoce dell'artrite reumatoide e non evolvono in essa, con l'eccezione delle rare forme poliarticolari fattore reumatoide positive. La JIA è una malattia rara che colpisce circa 80-90 bambini su 100.000.

“Negli ultimi 30 anni – si legge nell’introduzione dell’abstract del lavoro presentato al Congresso – ci sono stati importanti progressi nella gestione della JIA, tra i quali sono da annoverare: 1) l’introduzione del metotressato e, successivamente, la tendenza ad un suo impiego più precoce; 2) il largo impiego di iniezioni intra-articolari di corticosteroidi; 3) la disponibilità, più recente, di DMARDs biologici”.

La limitata disponibilità di dati sull’impatto prognostico delle nuove modalità terapeutiche ha sollecitato il disegno del nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno recensito le informazioni cliniche relative a 6.502 visite mediche condotte su 1.079 bambini con JIA da gennaio 1987 a marzo dello scorso anno. Le visite erano divise in 4 intervalli temporali: 1987-1995 (n=826); 1996-2000 (n=1.337); 2001-2005 (n=2.022) e 2006-2012 (n=2.317). Sono state utilizzate come misure di attività di malattia le valutazioni globali di medici e genitori e quelle dei genitori relative al dolore (entrambe espresse mediante punteggio sulla scala VAS da 0 a 10), la conta delle articolazioni tumefatte, come pure il dolore al movimento e la malattia attiva. La conta delle articolazioni con limitazioni al movimento e l’adozione di una scala validata da 0 a 10 per misurare il grado di inabilità fisica (0=punteggio migliore; 10= punteggio peggiore) sono state utilizzate, invece, come misure di disabilità fisica.

I risultati hanno documentato un miglioramento della valutazione globali dei medici, che è passata, sulla scala VAS, da 5,4 nel periodo 1988-1996 a 2 nel periodo 2006-2012, come pure un miglioramento delle articolazioni “attive” (da 8,2 a 2,2) e di quelle con restrizione al movimento (da 8 a 1,9) negli stessi archi temporali sopra menzionati.
Anche la valutazione globale dei genitori è migliorata, passando da 2,8 nel periodo 1996-2000 a 2,1 nel periodo 2006-2012, come pure quella relativa al dolore, passata da 2,5 a 1,9 nei periodi sopra menzionati. Infine, lo studio ha documentato anche un miglioramento della funzione fisica, che è passata da 1,7 nel periodo 1996-2000 a 0,4 nel periodo 2006-2012.

Nel complesso, dunque, i risultati hanno suffragato l’ipotesi secondo la quale i recenti progressi nella gestione della JIA avrebbero portato ad un miglioramento sostanziale dell’outcome di malattia.

“Il prossimo step – ha concluso il prof. Ravelli – consisterà nel mettere a confronto questi dati con quelli ottenuti di qui ai prossimi 2-5 anni, quando sarà rilevabile l’impatto dei DMARDs biologici più recenti, soprattutto nella cura della JIA sistemica, che rappresenta una delle forme più severe di JIA”.

Consolaro A. Abstract 296: Declines in Levels of Disease Activity and Physical Disability in Children with Juvenile Idiopathic Arthritis Seen in Standard Clinical Care over the Last 25 years. Presented at: the 2013 American College of Rheumatology Annual Meeting; Oct. 26-30, San Diego.

Torna all'archivio