Terapia

Lupus: attenti agli steroidi, terapia prolungata può raddoppiare il rischio di cataratta

Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico, il trattamento con 10 mg/ die di prednisone o una dose equivalente di altro steroide per 3-10 anni si associa a un rischio più che raddoppiato di cataratta, stando ai risultati di uno studio osservazionale retrospettivo su 2109 pazienti effettuato presso la Johns Hopkins University di Baltimora e pubblicato di recente su Rheumatology International.

Inoltre, dopo aver aggiustato i dati in base a età, sesso e altri potenziali fattori confondenti, gli autori hanno trovato un rischio triplicato nei pazienti trattati con quel dosaggio di steroidi per 10 o più anni (rischio relativo, RR; 3,1, IC al 95% 1,6-5,7; P = 0,0005). Nel gruppo trattato per 3-10 anni il RR è risultato pari a 2,3 (IC al 95% 1,3-4,3; P = 0,0065), mentre un ciclo di trattamento più breve non sembra esporre i pazienti ad alcun aumento del rischio di cataratta.

Non è una novità che l’assunzione prolungata di prednisone comporti, tra i possibili effetti indesiderati, anche quello di sviluppare la cataratta, ma i risultati danno un'idea delle tempistiche e dei dosaggi di steroidi necessari perché il problemi si manifesti, spiegano gli autori, guidati da Khaled Alderaan.

Complessivamente, nei pazienti con lupus eritematoso sistemico, "la dose cumulativa di prednisone è risultata il fattore di rischio più importante per la cataratta" concludono Alderaan e i colleghi.

Ma l’assunzione di steroidi non è l’unico. “Lo sviluppo della cataratta nei pazienti con LES è multifattoriale” scrivono i ricercatori. Alti fattori in gioco sembrano essere la pressione sistolica e l’attività della malattia.

Lo studio ha evidenziato, infatti, un rischio di cataratta più che raddoppiato nei pazienti con una pressione sistolica media superiore a 140 mm Hg nell’arco di una mediana di 4,1 anni di follow-up (RR 2.2; IC al 95% 1,4-3,3; P = 0,0006) e un rischio aumentato del 30% per ogni aumento di 2 punti dell’attività di malattia, misurata con l’indice SELENA-SLEDAI (Systemic Lupus Erythematosus Disease Activity Index, as modified for the Safety of Estrogens in Lupus Erythematosus National Assessment) (RR 1,3; IC al 95% 1,1-1,5; P = 0,0005).

Pertanto, aggiungono gli autori “questi risultati forniscono un ulteriore incentivo a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e l'attività della malattia nel lupus".

I pazienti, tutti i membri della Hopkins Lupus Cohort, venivano visitati ogni trimestre dai reumatologi ed esaminati ogni 18 mesi dagli oculisti. Circa la metà aveva meno di 40 anni al momento dell’inserimento nella coorte e l’altra metà meno di 60 anni, la maggior parte (il 93%) erano donne e la maggior parte erano o bianca (54%) o nera (39%). Inoltre, nessuno aveva alcuna storia di cataratta alle spalle.

In questo studio, la cataratta non è risultata associata con la durata del lupus, la compresenza di diabete, il fumo, il colesterolo alto, un coinvolgimento renale, il profilo immunologico e l’assunzione in passato di farmaci diversi dagli steroidi. Si sa, invece, che fumo e ipercolesterolemia aumentano il rischio di cataratta nella popolazione generale.

In questo lavoro, durante un follow-up complessivo di 11.887 anni-persona, l’incidenza di cataratta è risultata pari a 13,2  casi per 1000 persone-anno.

"Un'alta attività della malattia potrebbe essere un’indicazione per l’uso di dosi elevate di corticosteroidi. Tuttavia, nella nostra analisi multivariata, l'associazione tra attività di malattia e cataratta è rimasta anche dopo aver aggiustato i dati in base alle dosi di corticosteroidi. Un’altra possibile spiegazione dell’associazione tra attività di malattia e cataratta è quella di un effetto immunologico del lupus sulle citochine e sui fattori di crescita oculari. Uno squilibrio tra queste citochine può facilitare la formazione della cataratta, così come ipotizzato per la popolazione generale” scrivono i ricercatori.

"Nella popolazione generale, i dati sulla relazione tra ipertensione e cataratta non sono coerenti. In più, il meccanismo fisiopatologico della cataratta indotta dall’ipertensione resta incerto. Secondo alcuni l'associazione potrebbe essere influenzata da fattori di confondimento come il diabete o il fumo. Nel nostro studio, tuttavia, l'associazione è rimasta anche dopo aver aggiustato i dati per tutti gli altri fattori di confondimento" fanno notare Alderaan e i colleghi.

La ricerca evidenzia anche un differenza di genere, le cui motivazioni, scrivono i ricercatori, sono sconosciute. Negli uomini della coorte, infatti, il rischio di cataratta è risultato inferiore del 20% rispetto a quello delle donne. "Anche se non statisticamente significativo, questo dato è in linea con quanto emerso negli studi sulla popolazione generale" segnala, infine, il team della Johns Hpkins.

Alessandra Terzaghi

K. Alderaan, et al. Risk factors for cataracts in systemic lupus erythematosus (SLE). Rheumatol. Int. 2014 Sept. 26 [doi:10.1007/s00296-014-3129-5.
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