Terapia

Lupus, conferme di efficacia per belimumab nella pratica clinica reale USA

I pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES) in trattamento fino a 2 anni con belimumab, in associazione alla terapia standard, mostrano un miglioramento progressivo della severità di malattia e dei valori di laboratorio nel corso dei 24 mesi di trattamento, nonché una riduzione dell'impiego di steroidi e del ricorso ad ulteriori visite cliniche già a 6 mesi dall'inizio della terapia.

Questi i risultati di uno studio osservazionale osservazionale di coorte USA, che confermano l'efficacia del farmaco in un setting di pazienti “real-world”.


Qualche informazione su belimumab
Belimumab, frutto della ricerca GlaxoSmithKline, è un regolatore che controlla la sopravvivenza dei linfociti implicati nella potente reazione autoimmune, che dà origine alle diverse lesioni ad organi e tessuti della malattia. 

In sintesi, belimumab è il primo farmaco che agisce direttamente sui livelli di BLyS circolante nel sangue e ne impedisce il legame con i suoi recettori. BlyS è una proteina naturale necessaria per la sopravvivenza dei B-linfociti e la loro trasformazione in plasmacellule mature.

Il blocco del BLys induce l’apoptosi (cioè il suicidio programmato”) dei linfociti B, in particolare di quelli autoreattivi,  e consente di diminuire i livelli degli autoanticorpi che attaccano le cellule dello stesso organismo del paziente, responsabili del peggioramento della malattia, soprattutto a carico di come articolazioni, cute, cuore, polmoni, reni e cervello.

Il farmaco ha rappresentato, dopo 50 anni, una svolta per la cura di questa malattia nelle forme moderate e gravi.

In Italia, belimumab è disponibile ormai da più di 2 anni, anche se alcuni centri hanno iniziato ad utilizzarlo anche prima, quando era ancora in sperimentazione.

Razionale dello studio
L'efficacia e la sicurezza del trattamento in pazienti con LES, già sottoposti a terapia standard, sono stati documentati in due ampi trial clinici registrativi di Fase III, lo studio BLISS-52 (2) e lo studio BLISS-76 (3).

Tali trial, per quanto essenziali ai fini registrativi, hanno, come tutti i trial clinici registrativi, un limite intrinseco derivante dall'adozione di criteri di inclusione ed esclusione di pazienti molto ristretti, nonché limitazioni di dosaggio e di impiego di farmaci concomitanti, che possono impedire una generalizzazione dei dati ottenuti in diverse popolazioni e nella pratica clinica reale.

Di qui il razionale del nuovo studio, avente lo scopo di esaminare l'attività di malattia e gli outcome clinici, nonché di descrivere i pattern complessivi di cura del LES in pazienti in trattamento con belimumab in un setting clinico reale, quello della pratica clinica quotidiana.

Informazioni sullo studio e sui risultati principali
In questo studio osservazionale di coorte a braccio singolo, noto con l'acronimo OBSErve US (Evaluation Of use of Belimumab in clinical practice SEttings in the US) Study, reumatologi USA hanno identificato hanno identificato nelle loro strutture 501 pazienti con LES (che avevano erano stati trattati con 8 o più infusioni di belimumab 10 mg/Kg, in associazione alla terapia standard.
I pazienti erano in prevalenza di sesso femminile (446 su 501) ed avevano un'età media di 43,3 anni.

La terapia standard associata alla somministrazione di belimumab era costituita per il 77% da steroidi orali, per il 69,7% da farmaci antimalatici e per il 58,9% da immunosoppressori come metotressato (23,2%), mofetil micofenolato (19,2%) e azatioprina (18,6%).

I risultati dello studio, riferiti a 277 pazienti (sui 501 iniziali) che hanno completato il trattamento per 24 mesi con belimumab, hanno documentato, già a 6 mesi, una riduzione della severità di malattia, associata ad un costante miglioramento – o mantenimento – della risposta al trattamento fino a 2 anni, come da protocollo.

In particolare, i ricercatori hanno osservato che l'aggiunta di belimumab al trattamento standard era in grado di portare ad una riduzione del punteggio SELENA-SLEDAI, del numero di recidive nonché ad un controllo complessivo della malattia – tratti distintivi una buona risposta al trattamento con l'anticorpo monoclonale.

Dopo l'aggiunta di belimumab al regime di trattamento standard, quasi un paziente su 2 (48,7% sul totale) ha sperimentato un miglioramento delle proprie condizioni di salute a 6 mesi e ha continuato a mostrare segni costanti di miglioramento nel corso delle visite di controllo a periodicità semestrale.

Non solo: all'inizio dello studio, il 77% dei pazienti in trattamento con steroidi riceveva una dose media pari a 19,9 mg/die di equivalenti di prednisone.
Tale posologia si è successivamente ridotta, rispettivamente, a 8,4 mg/die a 6 mesi e a 6,1 mg/die a 24 mesi.

Questo risultato ottenuto, ricordano gli autori del lavoro, è di notevole importanza dal momento che l''impiego prolungato di steroidi è associato a danno d'organo a lungo termine e a crescente presenza di co-morbilità.

I ricercatori hanno anche osservato un miglioramento costante dei valori anomali di laboratorio tipicamente associati con il LES nel corso delle visite di controllo a periodicità semestrale, nonché una riduzione concomitante del ricorso alle strutture sanitarie per motivi di emergenza.

L'analisi per sottogruppi, infine, ha dimostrato che i pazienti con attività di malattia elevata e di etnia Afro-Americana avevano risposte al trattamento con belimumab paragonabili a quelle osservate nella popolazione in toto, a suffragare l'efficacia del trattamento in popolazioni diverse.

Cosa è il LES?
Il LES è una malattia infiammatoria cronica autoimmune che interessa attualmente in Italia 30.000 persone e ad oggi è priva di una causa specifica. Una patologia multifattoriale, caratterizzata dalla comparsa di una risposta del sistema immune contro i propri costituenti e con interessamento potenziale dell’intero organismo. Non esiste una causa unica responsabile della malattia ma più fattori che concorrono alla sua insorgenza. E la diversa combinazione di questi fattori è a sua volta causa della variabilità del quadro clinico e della gravità della malattia lupica: predisposizione genetica; stimoli ambientali; anomalie immunitarie.
 

Bibliografia
1. Collins CE et al. Response to belimumab among patients with systemic lupus erythematosus
in clinical practice settings: 24-month results from the OBSErve study in the USA. Lupus Science & Medicine 2016; 3:e000118. doi:10.1136/lupus-2015-00011
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2. Navarra SV et al. Efficacy and safety of belimumab in patients with active systemic lupus erythematosus: a randomised, placebo-controlled, phase 3 trial. Lancet 2011;377:721–31.
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3. Furie R et al. A phase III, randomized, placebo-controlled study of belimumab, a monoclonal antibody that inhibits B lymphocyte stimulator, in patients with systemic lupus erythematosus. Arthrits Rheum 2011;63:3918–30
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