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Lupus, status di fumatore predice danno d'organo allo stadio finale

L'insorgenza di danno d'organo allo stadio finale nei pazienti con LES potrebbe manifestarsi 4-5 anni prima nei fumatori attivi o negli ex fumatori rispetto ai non fumatori. Questo è quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Lupus.

Razionale e disegno dello studio
Per quanto esistessero già in letteratura alcune evidenze di una correlazione tra il fumo e il rischio di sviluppo di lupus, ricordano i ricercatori nell'introduzione allo studio, fino ad ora non erano stati pubblicati studi, a conoscenza degli autori, che avessero approfondito questa associazione.

Nello studio retrospettico di coorte appena pubblicato, i ricercatori hanno cercato di analizzare, pertanto, l'effetto di una storia di tabagismo (presente o passata), nonché dell'esposizione annua al fumo di sigaretta (in termini di pacchetti consumati) sull'accumulo di danno d'organo nel LES.

A tal scopo, i ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche relative a pazienti con LES tra il 2003 e il 2016 in relazione allo status di fumatore, esposizione cumulativa al fumo di sigaretta, caratteristiche socio-demografiche e presenza di comorbilità.

Gli outcome primari dello studio erano rappresentati dall'insorgenza di danno d'organo allo stadio finale, misurato in base all'indice SLICC/ACR-DI (the Systemic Lupus International Collaborating Clinics/American College of Rheumatology Damage Index), o dalla mortalità.

Dai dati sociodemografici analizzati è emerso che una percentuale maggiore di pazienti Afro-americani e di pazienti afferenti al programma di assistenza sanitaria Usa Medicaid era costituita da fumatori attivi (P per entrambi <0.05).

Gli ex-fumatori, rispetto ai fumatori attuali o ai non fumatori erano in età più avanzata (età media= 51,7 anni vs. 41,3 vs 44,3 anni, rispettivamente) e più frequentemente si caratterizzavano per un LES ad insorgenza tardiva  (54% vs 29% and 33%, rispettivamente).

Risultati principali
Utilizzando l'analisi di sopravvivenza Kaplan-Meier (non corretta per la presenza di fattori confondenti), i ricercatori hanno osservato che la nediana del tempo all'incremento dell'indice  SLICC/ACR-DI o alla mortalità era pari a 9 anni nei non fumatori rispetto a 3,4 anni negli ex fumatori e a 4,5 anni nei fumatori correnti (p=0,002).

All'analisi multivariata, invece, è emerso che i fumatori correnti presentano un tasso di incremento del danno d'organo o una mortalità 2,2 volte più elevati rispetto ai non fumatori (HR= 2,18; IC95% =1,33-3,57).

Non solo: i risultati hanno documentato un incremento dello stesso tenore degli hazard ratio in relazione all'aumento del numero di pacchetti di sigarette consumati in un anno.

I fumatori correnti e quelli che consumavano da 5 a 10 pacchetti anno hanno mostrato un tasso di danno d'organo o mortalità 1,6 volte più elevato rispetto ai non fumatori  (HR=1,55; IC95%= 0,86-2,80); all'aumentare del numero di pacchetti di sigarette fumate/anno (>10), l'hazard ratio relativo all'endpount composito è salito a 2,4 (HR=2,35; IC95%=1,15-3,64).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno riconosciuto, tra i limiti dello studio, la presenza di differenze di età, etnia e comportamenti relativi al fumo nella coorte studiata, come pure l'assenza di dati sull'attività di malattia dei pazienti.

Inoltre, si sono utilizzati i dati riferiti dai pazienti sul consuno annuale di pacchetti di sigarette rispetto a quello standardizzato giornaliero o alle sigarette fumare nel corso della vita.

Da ultimo, non sono state effettuate rilevazioni per la presenza della sindrome da anticorpi antifosfolipidi.

In conclusione, per quanto interessanti, i dati di questo studio devono essere corroborati da nuovi studi che esaminino l'impatto del fumo e della cessazione del fumo sul danno d'organo allo stadio finale, in modo prospettico e in diverse tipologie di popolazione.

La cessazione dell'abitudine al fumo potrebbe configurarsi, in caso di conferme, come una strategia di intervento importante per ridurre la morbilità dovuta al danno d'organo allo stadio finale nel lupus.

NC

Bibliografia
McKown T, Schletzbaum M, Unnithan R, Wang X, Ezeh N, Bartels C. The effect of smoking on cumulative damage in systemic lupus erythematosus: An incident cohort study. Lupus. Published online January 20, 2021. doi:10.1177/0961203320988603
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