Malattie reumatiche

Meccanismi inibitori del dolore a rischio tilt nei pazienti con fibromialgia

Ricercatori dell’Università del Michigan hanno presentato nel corso del congresso annuale dell’American College of Rheumatology (ACR) uno studio secondo il quale il meccanismo principale di inibizione del dolore potrebbe non funzionare correttamente nei pazienti affetti da fibromialgia.

E’ noto in letteratura come i pazienti affetti da fibromialgia presentino un incremento delle risposte cliniche e cerebrali agli stimoli dolorifici come pure un’aumentata produzione di oppioidi endogeni e una riduzione del binding ai recettori oppioidi mu.  Non è chiaro, tuttavia, se i due fenomeni osservati siano tra loro correlati nel medesimo individuo o siano tra loro indipendenti. Qualora venisse verificato il primo caso (presenza di associazione dei due fattori sopra menzionati nel medesimo individuo) bisognerebbe aspettarsi, pertanto, l’esistenza di una correlazione inversa tra le  variazioni di attività dolorifica evocata mediante fMRI e il potenziale di legame ai recettori oppiodi mu (MOR BP)

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno reclutato nel corso di un quinquennio (2008-2012) 18 pazienti di sesso femminile affette da fibromialgia, aventi un’età media di 45 anni, che non avevano mai fatto uso di sostanze oppioidi, ciascuna delle quali è stata assegnata per 4 settimane a trattamento non farmacologico. Prima e dopo il trattamento, le pazienti sono state sottoposte ad analisi con scanner per imaging a risonanza magnetica (fMRI) con vari livelli di dolore pressorio applicato al pollice e a  PET per 90 minuti in condizioni di riposo per analizzare le scansioni cerebrali al fine di determinare le aree cerebrali coinvolte nella patologia. Si è fatto ricorso, invece, allo Short Form McGill Pain Questionnaire (SFMPQ) per la valutazione del dolore clinico.
 
I risultati hanno documentato l’esistenza di correlazioni negative tra le variazioni del segnale dipendenti dai livelli di ossigenazione sanguigna mediante fMRI (BOLD) e il MOR BP in molte aree cerebrali coinvolte nel processamento e nella modulazione della sensazione dolorifica quali l’insula posteriore destra (R= -0,82; P=0,0004), l’insula mediale sinistra (R=-0,82; P=0,0003), la corteccia frontale orbitale sinistra (R=-0,75; P=0,0004), l’amigdala destra (R=-0,68; P=0,002) e il tronco encefalico (R= -0,71; P=0,0009). Correlazioni positive sono state osservate, invece, a livello della corteccia prefrontale dorso laterale destra (R=0,66; P=0,003), del cingolato posteriore (R=0,62; P=0,006) e del putamen destro (R=0,72; P=0,0008).
Inoltre, le variazioni degli outcomes di imaging funzionale (BOLD e MOR BP) erano associate negativamente alle variazioni di dolore clinico espresse da SFMPQ (rispettivamente R= -0,52; P=0,03 e R= -0,51; P=0,03).

“Il risultato principale di quanto appena descritto è che, quando il legame ai recettori oppioidi si abbassa, la risposta algica evocata a livello cerebrale si innalza nelle aree encefaliche chiave del processamento della sensazione dolorifica, come l’insula – ha spiegato il dottor Harris a commento dei dati da lui presentati al Congresso. – Questo potrebbe significare che i recettori vanno incontro a down-regolazione. Per contro, il MOR BP può ridursi in presenza di un rilascio di oppioidi endogeni che competono per i siti di legame. In tal caso, allora, l’attivazione dei recettori potrebbe in realtà causare dolore. I risultati del nostro studio, dunque, indicano l’esistenza di una stretta regolazione dei sistemi di inibizione del dolore a livello cerebrale che nei pazienti con fibromialgia potrebbe andare in tilt”.

Ciò, pertanto, potrebbe rendere conto del perché alcuni pazienti potrebbero non rispondere correttamente o, addirittura, sperimentare un peggioramento della sintomatologia algica al trattamento con analgesici narcotici: “Una di queste ragioni è che questi pazienti presentano livelli elevati di oppioidi endogeni e livelli ridotti di siti di legame mu degli oppioidi – ha affermato la prof.ssa Dao, che ha moderato la conferenza stampa successiva alla presentazione dei dati al congresso ACR -. I recettori di questi pazienti sono già saturi e non disponibili al legame con gli oppioidi. Per queste caratteristiche, dunque, i pazienti affetti da fibromialgia sono simili ai pazienti affetti da dolore cronico”.

Wang H. Clauw DG, Zubieta K et al. Evoked pain brain response is associated with reduced opioid receptor binding in fibromyalgia. ACR 2012; Abstract 2450.


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