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Miositi, alcuni fattori ambientali influenzano sottotipo associato a malattia polmonare interstiziale

Lo sviluppo di un sottotipo di miopatia infiammatoria caratterizzata da malattia polmonare interstiziale e positività ad un autoanticorpo specifico sembra essere influenzato dalla stagionalità e dal luogo di residenza. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su RMD Open: Rheumatic & Musculoskeletal Diseases.

Razionale e disegno dello studio
Le dermatomiositi e le polimiositi sono miopatie idiopatiche che possono interessare i muscoli, la cute, le articolazioni e i polmoni; la malattia polmonare interstiziale rappresenta una delle cause più comuni di morte in questi pazienti.

“L'eziologia di PM/DM – spiegano i ricercatori nell'introduzione allo studio – resta sconosciuta, ma si ritiene che la malattia sia il risultato dell'esposizione a fattori ambientali in individui geneticamente suscettibili”.

Un fattore ambientale riconosciuto da tempo è rappresentato dal riscontro di un'infezione pregressa, soprattutto a carico del tratto respiratorio e gastrointestinale.

L'anticorpo anti-MDA5, una proteina in grado di individuare la presenzaa di RNA virale, potrebbe stimolare l'autoimmunità mediante una risposta innata all'esposizione virale.
Alcuni studi hanno documentato anche l'esistenza di differenze stagionali tra i pazienti portatori di alcuni anticorpi specifici per le miositi, come anti-Jo-1 e l'anti-ARS (anti-aminoacyl-RNAt-sintetasi).

Non solo: uno studio condotto in pazienti con positività anti-MDA5 ha dimostrato che la maggioranza di questi risiedeva in aree rurali e prossime a specchi d'acqua.

Alla luce di queste premesse, con questo studio si è voluta esplorare la possibile influenza di questi fattori ambientali e legati all'ospite sulla malattia polmonare interstiziale associata a PM/DM. A tal scopo, i ricercatori hanno analizzato i dati di uno studio multicentrico giapponese sulle miositi, condotto su una coorte che includeva almeno 500 casi di malattia polmonare associata alle miositi, occorsa tra il 2011 e il 2015.

L'analisi stagionale ha incluso 365 pazienti, mentre quella geografica ne ha inclusi 481. I partecipanti allo studio sono stati raggruppati in base allo stato anticorpale: pazienti con positività agli anti-MDA5, pazienti con positività agli anti-ARS e pazienti negativi ad entrambi gli autoanticorpi.

Al basale, i pazienti con positività anti-MDA5 erano più giovani e con una durata più breve di malattia, ed erano classificati più frequentemente come pazienti con DM clinicamente amiopatica. Inoltre, questi pazienti presentavano livelli più bassi di creatin chinasi sierica e livelli più elevati di ferritina.

Risultati principali
Tra i pazienti con PM/DM e malattia polmonare intestiziale associata, l'insorgenza della sintomatologia si è concentrata soprattutto tra ottobre e marzo in quelli con anticorpo specifico per la miosite e con autoanticorpo MDA5, legato a malattia polmonare più severa e spesso letale.

Inoltre, la malattia polmonare intestiziale associata a PM/DM è stata osservata più frequentemente nei pazienti con positività anti-MDA5 che vivevano nei pressi di uno specchio d'acqua (≤1,75 km).

Il tasso di sopravvivenza a 6 mesi è stato pari solo al 68% nel gruppo con positività anti-MDA5 rispetto al 96-99% degli altri due gruppi (p<0,01).

Implicazioni dello studio
La scoperta della capacità di alcuni fattori ambientali di influenzare lo sviluppo di malattia polmonare interstiziale assoaciata a DM/PM suffraga il concetto che l'infezione potrebbe giocare un ruolo nella malattia in questione.

Tra le possibili spiegazioni invocate dai ricercatori per spiegare quanto osservato vi sarebbero la trasmissione di virus mediante vettori animali (es: moscerini) che vivono in aree acquatiche, o l'attivazione di alcuni processi patogenici nell'ospite come l'attivazione di NF-kB e la regolazione positiva (up-regolazione) di interferone tipo 1 e di citochine infiammatorie come  Il-6, IL-8 e IL-18 dopo il riconoscimento dell'RNA virale da parte di MDA5.

Inoltre, la malattia polmonare potrebbe essere scatenata dall'esposizione a virus ad RNA come i picornavirus, paramyxovirus, West Nile virus e coronavirus.
A questo punto, concludono i ricercatori, sono necessari studi ulteriori che approfondiscano i fattori ambientali potenzialmente in grado di stimolare lo sviluppo di questa condizione clinica devastante.

Nicola Casella

Bibliografia
Nishina N, et al "Seasonal and residential clustering at disease onset of anti-MDA5-associated interstitial lung disease" RMD Open 2020; DOI: 10.1136/rmdopen-2020-001202.
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