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Reumatologia lucana: conferme e prossimi traguardi

Era nato alla fine degli anni '90 con l'obiettivo di ridurre i costi dell'emigrazione sanitaria per le malattie reumatiche ed offrire ai cittadini lucani, soprattutto se affetti da patologie reumatologiche croniche, la possibilità di essere curati nella propria regione.

E' divenuto, invece, con gli anni, un centro d'eccellenza nel meridione, luogo d'attrazione di pazienti provenienti dalle regioni non solo limitrofe, per il trattamento di malattie reumatiche croniche come l'artrite reumatoide e la sclerosi sistemica.

Parliamo del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata che, nel solco di una tradizione inaugurata 4 anni orsono, ha puntualmente reso pubblici, in un incontro aperto al pubblico e alla stampa, i risultati delle attività delle strutture reumatologiche attive presenti sul territorio regionale (Ospedale S. Carlo di Potenza e Ospedale Madonna delle Grazie di Matera), allo scopo di rendere accessibile e trasparente la gestione delle risorse pubbliche, con l'obiettivo strategico di migliorare l'efficacia dei servizi.

A dirigere con tenacia e passione questo piccolo gioiello della sanità lucana e nazionale è il prof. Ignazio Olivieri, reumatologo di fama nazionale ed internazionale, attuale presidente in carica della Società Italiana di Reumatologia e primo esponente proveniente da un ospedale del Mezzogiorno, esperto mondiale per una patologia rara, la malattia di Behcet, della quale Matera ospiterà a settembre il Congresso mondiale, e vincitore del concorso per l'ottenimento dell'idoneità all'insegnamento universitario come professore ordinario di reumatologia.

Confermati i dati relativi all'assistenza (degenza e ambulatoriale) e alla ricerca
Il report ha sostanzialmente confermato i risultati lusinghieri ottenuti lo scorso anno sia per quanto riguarda le attività legate all'assistenza che quelle legate alla ricerca.

Per quanto riguarda le attività di degenza (ordinaria e in Day Hospital) e le attività ambulatoriali, è stato osservato come, sul totale delle prestazioni ambulatoriali effettuate nel 2015 dal Dipartimento di Reumatologia (oltre 18.000), il 70% ha riguardato pazienti della Basilicata ed il 30% pazienti provenienti da altre regioni, in particolare Campania, Calabria e Puglia, ma anche Sicilia, Lazio, Lombardia e Abruzzo.

Il dato extra-regionale cresce fino al 62% se si considerano i pazienti ricoverati in regime ordinario (392 nel 2015), principalmente per patologie quali connettiviti (in particolare la sclerosi sistemica), vasculiti e artropatie infiammatorie croniche complicate. I pazienti ricoverati in Day Hospital, invece, sono stati 83 ed hanno riguardato nell'88% dei casi la sclerosi sistemica.

Di fronte all'eccesso di domanda di prestazioni rispetto all'offerta, sia la dr.ssa  Angela Padula che il dott. Salvatore D'Angelo (Dirigenti Medici presso il Dipartimento operativi presso l'Ospedale S. Carlo di Potenza) hanno concordato nell'attribuire in buona parte queste criticità con lo svolgimento delle guardie interdivisionali che ha sottratto, in media, poco meno di un reumatologo e mezzo dall'attività specialistica.

A tal riguardo, però, sono giunte novità positive in merito da parte del dott. Rocco Maglietta, Direttore Generale del San Carlo di Potenza, che si è assunto l'impegno di esentare a breve tutte le specialità (compresi i reumatologi) dallo svolgimento delle guardie interdivisionale, compito che sarà garantito dalla Medicina d'Urgenza.

Per quanto riguarda l'attività di ricerca dipartimentale, come negli anni precedenti, è stata svolta essenzialmente al di fuori dell'orario lavorativo (non togliendo tempo all'assistenza), dato che, contrariamente a ciò che avviene per le strutture ospedaliere e per gli IRCCS, quello della produzione scientifica non è un requisito richiesto alle strutture ospedaliere.

Nel corso del 2015, ha ricordato il prof. Olivieri, sono stati pubblicati 10 articoli su riviste internazionali con impact factor, con un valore di questo indice bibliometrico notevole (IF=37,103).

Scorrendo l'elenco dei lavori, segnaliamo uno studio multicentrico italiano pubblicato su Journal of Rheumatology (1) che si è occupato della remissione che può essere ottenuta con i farmaci anti-TNFalfa nei pazienti affetti da spondiloartrite assiale non-radiografica, il gruppo diretto dal prof. Olivieri ha preso parte con un numero rilevante di pazienti; due articoli facenti parte di un supplemento di Journal of Rheumatology dedicato alla malattia psoriasica (2,3) e un articolo pubblicato su Autoimmunity Review, pubblicato insieme ad esperti italiani (reumatologi e dermatologi) di malatta psoriasica, un vademecum sulle misure di outcome da utilizzare nella pratica clinica quotidiana nei pazienti affetti da malattia psoriasica (4).

Sull'importanza dello svolgimento di attività di ricerca all'interno del Dipartimento, il commento  del prof. Olivieri è stato molto chiaro: l'attività di ricerca non è un orpello atto a celebrare glorie personali ma uno strumento che, migliorando la preparazione degli specialisti stessi, si riflette sulla qualità dell'assistenza fornita (importanza del “come” si fa oltre al “quanto” si fa).

Non solo: l'attrazione di progetti di sperimentazione clinica potrebbe tradursi nell'attrazione di più investitori (più si fa attività di ricerca, più si genera interesse nei promotori); più pazienti (per la possibilità di partecipare a studi sperimentali, avere accesso a farmaci non in commercio e per la garanzia di essere seguiti da personale qualificato); più clinici e più risorse economiche, sia per l'azienda ospedaliera che per il sistema Paese.

Inoltre, ricordando la sua recente partecipazione, in qualità di presidente della SIR, ad un convegno FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) sulla ricerca dei promotori no-profit in Italia, il prof. Olivieri ha menzionato la messa a punto, nel corso dell'evento, di un decalogo sulla ricerca implementato dalla Federazione. All'interno di questo decalogo emerge la proposta, da discutere con FIASO (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie Ospedaliere) di includere lo svolgimento di attività di ricerca clinica come un criterio di valutazione da includere nella nomina dei Direttori Generali.

IREL (Istituto di Reumatologia Lucana): un sogno che sta per diventare realtà
Era stato annunciato lo scorso anno; qualche intoppo dell'iter procedurale (più di forma che di sostanza) c'è stato, ma adesso dovremmo esserci: il Dipartimento ha le carte in regola ed è pronto all'ultima visita degli ispettori ministeriali prevista per il mese di ottobre, propedeutica al tanto atteso riconoscimento ufficiale del Dipartimento come IRCCS. Questo riconoscimento doterebbe la Basilicata, unica regione del Mezzogiorno, di una nuova struttura di eccellenza.

A tal riguardo il dott. Maglietta ha ribadito la stima nei confronti del prof. Olivieri, sostenuta dai pazienti e dalla Dirigenza delle Aziende Sanitarie e delle Autorità Amministrative Sanitarie di questa regione. 

E che la Regione ci creda davvero nel progetto lo dimostra lo stanziamento di 4 milioni di euro per avviare questo percorso (500.000 euro nel 2015, 1.000.000 euro nel 2016 e 2,5 mln euro nel 2017).

Come ha ricordato il dott. Maglietta, lo staff di reumatologia, sulla base di questo stanziamento, ha elaborato un programma di investimenti sia in ricerca (sono in uscita i bandi per l'assunzione di 2 biologi e di 4 medici reumatologi) che in infrastrutture (nuovo padiglione dedicato alla ricerca).

Inoltre, il dipartimento avrà presto a sua disposizione un apparecchio di risonanza magnetica articolare per l'attività clinica.
La Regione, nella persona del dott. Donato Pafundi (dirigente generale del Dipartimento alle Politiche per la persona della Regione Basilicata), ha confermato lo stanziamento per queste attività ed il supporto necessario per proseguire nello sviluppo territoriale del Dipartimento.

L'importanza e il significato del riconoscimento IRCCS sono stati ribaditi dal prof. Olivieri: “L'istituzionalizzazione, attraverso il riconoscimento di IRCCS, dell'ampia attività di ricerca svolta dai nostri medici rappresenterebbe un ulteriore motivo di visibilità e prestigio per il Dipartimento, ma, soprattutto, ci consentirebbe di usufruire di fondi (anche privati) ai quali momentaneamente non abbiamo accesso per attrezzature e personale, così da competere con colossi della Reumatologia europea, nord-americana e dei Paesi dell'estremo Oriente”.

E' auspicabile, pertanto, che, grazie al contributo stanziato dalla Regione Basilicata alla fine del 2015 per consentire la nascita dell'IREL ed alla riorganizzazione delle attività assistenziali nell'ambito dell'AOR S. Carlo, la produzione scientifica possa aumentare nei prossimi anni, assestandosi a livelli più consoni al potenziale del Dipartimento e richiamando nuovi capitali esterni per il finanzialmento delle sue attività, che il riconoscimento di IRCCS consente.

Assistenza di qualità, attività di ricerca, medicina dal volto umano: le chiavi del successo per una medicina pubblica di eccellenza
Il bilancio delle attività del 2015 è sostanzialmente positivo sia per l'assistenza che per l'attività di ricerca del Dipartimento di Reumatologia della Basilicata.

Il successo della struttura si deve tutto all'abilità del prof. Olivieri nell' aver messo in piedi, con la tenacia e il silenzio operoso tipico della gente lucana, un pool di medici e paramedici in grado di unire, nell'approccio con il malato, la professionalità con la grande umanità (come riconosciuto dai tanti pazienti in cura presso questa struttura).

Quali sono gli obiettivi del Dipartimento per il 2016?
Tenendo conto delle difficoltà legate alla sospensione delle attività nell'ambulatorio di Pescopagano, il Dipartimento si pone l'obiettivo di incrementare nei prossimi anni la diffusione sempre più capillare sul territorio regionale e migliorare i tempi di attesa. Per raggiungere questo obiettivo, si punta sulla possibilità di accrescere i consulti telefonici utili a valutare preliminarmente la necessità della visita specialistica e, last but not least, sulla migliore collaborazione con i MMG al fine di raggiungere una milgiore appropriatezza prescrittiva.

Nicola Casella


Bibliografia
1. Lubrano E et al. Remission in nonradiographic axial spondyloarthritis treated with anti-tumor necrosis factor-α drugs: an Italian multicenter study. J Rheumatol. 2015 Feb;42(2):258-63. doi: 10.3899/jrheum.140811. Epub 2014 Dec 15.
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2. Lubrano E et al. The Definition and Measurement of Axial Psoriatic Arthritis. J Rheumatol Suppl. 2015 Nov;93:40-2. doi: 10.3899/jrheum.150634.
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3. Olivieri I et al. Relationship of Psoriatic Arthritis to Other Spondyloarthritides. J Rheumatol Suppl. 2015 Nov;93:33-5. doi: 10.3899/jrheum.150632.
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4. Lubrano E et al. Measuring psoriatic disease in clinical practice. An expert opinion position paper. Autoimmun Rev. 2015 Oct;14(10):864-74. doi: 10.1016/j.autrev.2015.05.010. Epub 2015 May 27.
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