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Spondiloartrite assiale, triade di autoanticorpi potrebbe rendere possibile la diagnosi precoce

Tre autoanticorpi diretti contro peptidi scoperti in pazienti con spondiloartrite assiale (axSpA) potrebbero migliorare la diagnosi precoce di malattia. E’ quanto suggeriscono i risultati di uno studio di coorte recentemente pubblicato su Arthritis & Rheumatology.

I criteri di classificazione ASAS (The Assessment in SpondyloArthritis Internationa Society) non erano stati intesi per la diagnosi, spiegano i ricercatori nell’introduzione allo studio, e non sono in grado di discriminare bene tra i pazienti con axSpA all’esordio e pazienti con dolore lombare cronico non specifico.
“Pertanto – aggiungono – per molti pazienti la diagnosi di axSpA può risultare ardua ed è spesso ritardata di alcuni anni rispetto alla manifestazione dei primi sintomi clinici, ponendo un problema relativo all’inizio tempestivo del trattamento”.

I ricercatori, pertanto, hanno utilizzato campioni di plasma provenienti da pazienti con malattia all’esordio e una libreria di DNA complementare sviluppata con tessuto sinoviale per fare lo screening di anticorpi IgG che mostrano una reattività significativamente più elevata a pool di plasma provenienti da pazienti con axSpA all’esordio rispetto ai controlli sani.

A questo punto, hanno valutato la presenza di anticorpi mediante test ELISA in una coorte mista (76 pazienti con axSpA all’esordio e una durata media di malattia di 2,8 anni, 75 pazienti controllo con dolore lombare cronico aspecifico, 60 pazienti con AR e 94 controlli sani), nonché una coorte costituita solo da pazienti con axSpA (174 pazienti, 79 dei quali con malattia all’esordio avente una durata media di 1,4 anni.

L’attività di screening ha permesso l’identificazione di nove nuovi peptidi – 8 che mostravano una parziale omologia a proteine umane e un nuovo autoantigene contro l’axSpA, DUX4 (proteina doppia homeobox 4) – molto presente nei pazienti con axSpA all’esordio rispetto ai controlli sani.

Le analisi successive si sono focalizzate su tre anticorpi che avevano il rapporto di probabilità positiva più elevato nel differenziare l’axSpA dal dolore lombare cronico. E’ emerso che il 14,2% del gruppo di combinazione, costituito da tutti i pazienti con axSpA all’esordio, aveva almeno un anticorpo appartenente al panel sopra descritto, rispetto al 5,3% appena dei pazienti con dolore lombare cronico (p=0,0484), corrispondente ad una specificità del 95%.

La prevalenza non differiva in modo significativo da quella osservata nei pazienti con AR (10%; p=0,5025)  o nei controlli sani (8,4%; p=0,2292).
Il rapporto di probabilità positivo per confermare l’axSpA all’esordio utilizzando i tre anticorpi è risultato pari a 2,7, in linea con il rapporto “storico” di 2,5, osservato per la CRP, il marker di laboratorio attualmente utilizzato.
Tra i pazienti con dolore lombare cronico, la probabilità post-test di sviluppo di axSpA aumentava dal 79% con la presenza di dolore lombare infiammatorio e la positività al test per HLA-B27 e CRP al 91% con l’aggiunta del test per i 3 anticorpi sopra indicati.

Alla luce di questi dati, i ricercatori hanno proposto che “in combinazione con altri marker di laboratorio come HLA-B27 e CRP, gli anticorpi contro i 3 nuovi peptidi identificati potrebbero rappresentare un nuovo strumento per la diagnosi di un subset di pazienti con axSpA”, pur riconoscendo la necessità di studiare il potere predittivo di questo panel di anticorpi su coorti più ampie di pazienti con axSpA all’esordio e di controlli affetti da lombalgia.

NC

Bibliografia
Quaden D et al. Antibodies against three novel peptides in early axial spondyloarthritis patients from two independent cohortsArthritis Rheumatol. 2020 Jul 8.
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