Terapia

Tempo di modifiche ?

In queste settimane in cui la Reumatologia è in subbuglio e sembrano delinearsi nuovi modelli organizzativi, forse anche a "casa nostra" è giunto il momento di cambiare qualcosa. Mi riferisco all'opportunità di modificare il nostro Statuto alla luce del ruolo che il CROI dovrebbe giocare nel futuro e degli obiettivi che si intendono perseguire.

In un mio precedente trafiletto avevo prospettato tre obiettivi prioritari per il futuro: in primis, rafforzare i rapporti con le società scientifiche e le istituzioni; quindi, garantire maggiore rappresentatività e ruolo alla componente ambulatoriale, perché solo attraverso una partecipazione attiva della parte direttamente interessata si può giungere allo sviluppo delle attività sul territorio che rappresentano il futuro prossimo della nostra specialità; infine, tutelare la continuità dei progetti, al fine di assicurarne il compimento, con un meccanismo di successione lineare della gestione del potere esecutivo.

Circa il primo punto, in una visione moderna dei rapporti esterni devono essere considerati due livelli d'azione: una dimensione nazionale, che vale per i rapporti intersocietari, e una dimensione locale, che acquista sempre maggiore importanza con il definirsi del ruolo delle Regioni e delle Aziende Sanitarie. Nel mio modo di vedere, mentre il primo è gusto che rimanga di competenza del Consiglio Direttivo, il secondo deve essere gestito in periferia: da ciò deriva la necessità di una definizione e di una codifica statutaria dei ruoli delle delegazioni regionali.

Il riconoscimento di una maggiore rappresentatività alla componente ambulatoriale è un atto, oltre che dovuto, necessario quando si faccia sinceramente propria la volontà di sviluppare l'assistenza reumatologica sul territorio. Immagino i prossimi Consigli Direttivi come una struttura più snella, con un numero ridotto di componenti e della quale faccia parte una quota congrua delle diverse parti, anche di parti non strutturate all'interno del SSN, ma comunque con esso collaboranti.

L'ultimo punto è un ritorno al passato: infatti, nello Statuto che personalmente elaborai alla fondazione del CRO era prevista la figura dell'Incoming President con il solo fine di assicurare una successione lineare del mandato. Un Presidente vagliato ed eletto dal Consiglio Direttivo che ne precede il governo rappresenterebbe, infatti, la migliore garanzia di continuità e tenuta dei progetti e delle politiche elaborate nel tempo. Il rischio che attraverso coalizioni di Consiglieri si possano instaurare lobbie di potere all'interno del Consiglio stesso non mi sembra un pericolo concreto nella realtà del CROI, specie quando venga statutariamente riconosciuta la presenza di congrue rappresentanze di tutte le componenti.

Questo è il pensiero di un ...Outgoing President, la cui ferma volontà è di garantire un ulteriore sviluppo di "casa nostra", il CROI. Mi piacerebbe veramente che da queste mie proposte prendesse il via una discussione vivace e foriera di validi suggerimenti, sicché ci si possa trovare pronti a una discussione matura in occasione della prossima Assemblea che si terrà durante il XIV Congresso CROI di Chia Laguna (CA), il 5-7 maggio 2011.

Gianni Leardini, Presidente del CROI

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