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Una survey del CReI: la Reumatologia ai tempi del Covid 19

Questa bufera Covid arriva in Italia in un tiepido fine febbraio e solleva via con la forza di uno tsunami tutto quanto incontra sul proprio percorso, senza nessun riguardo per cose o persone, senza nessuna preferenza di strade e costruzioni, lasciando a terra migliaia di persone senza vita, cancellando maggiormente la generazione della memoria e della ricostruzione post bellica.

L’immaginifico ci riporta a quanto visto nei filmati che ci sono pervenuti dal sud est asiatico nel dicembre 2004 o dal Giappone nel marzo 2011, quando la forza del mare ha distrutto resort, villaggi, industrie, centrali nucleari, città.

Abbiamo cercato di capire cosa è ancora in piedi nella Reumatologia in Italia dopo cinquanta giorni di furia virale, che in alcune regioni ha colpito i nostri pazienti, colleghi e sconvolto l’attività assistenziale delle nostre strutture.

Abbiamo rivolto a 14 rappresentativi centri ospedalieri e territoriali italiani situati nel nord, centro, sud e isole, sette domande a risposta multipla, finalizzate a conoscere cosa è restato ancora in piedi della Reumatologia durante questo tsunami, quanti reumatologi sono oggi impegnati direttamente nella battaglia sul terreno Covid e come cambieranno le cose secondo la loro percezione sul proprio terreno d’attività. Infine, abbiamo chiesto ai reumatologi del CReI come cambierà la possibilità formativa e convegnistica nei prossimi sei mesi.

E questi sono i risultati:
1. L’attuale pandemia da Covid 19 cambierà in modo importante l’assistenza alla salute presso il suo ospedale/territorio nei prossimi sei mesi?
Questo quesito era indirizzato a capire se il centro reumatologico intervistato prospettasse in un tempo di circa sei mesi un abbandono di specificità reumatologica per sottrazione, causato dall’emergenza Covid. Il campione delle risposte si posiziona decisamente verso un cambiamento importante dell’assistenza reumatologica in Italia prospettica nei prossimi sei mesi, senza nessuna distinzione geografica o di tipologia di assistenza prestata (ospedale/territorio). Tutto il campione si posiziona tra le risposte “modificherà parzialmente o totalmente” l’assistenza reumatologica nel punto di prestazione. La risposta più cliccata (46%) è stata “sono totalmente d’accordo”. Possiamo quindi pensare che l’opinione del campione intervistato è che la pandemia Covid modificherà in modo importante l’assistenza reumatologica in Italia indipendentemente dall’area geografica e se la prestazione verrà richiesta negli ospedali o sul territorio.

2. Nel suo reparto un certo numero di medici è stato sottratto totalmente o parzialmente alla reumatologia verso l’assistenza Covid?
Questo quesito era indirizzato a capire se i team reumatologici fossero stati frammentati nella loro specificità e quanto avessero contribuito direttamente nell’assistenza a pazienti Covid. Il campione delle risposte si divide in due metà, senza valori intermedi: un 46% racconta che quasi tutti i medici del reparto di Reumatologia sono impiegati sul terreno della lotta al Covid, mentre il 54% risponde che ciò avviene in piccola parte. Il campione cambia sia in relazione alla posizione geografica (nel Nord Italia i reumatologi sono stati quasi sempre impiegati in trincea contro il Covid presso altri reparti), che in relazione alla tipologia di assistenza reumatologica (logicamente gli specialisti ambulatoriali quasi mai sono stati coinvolti direttamente nella lotta al Covid). La risposta più cliccata (38%) è stata “No, i reumatologi non sono stati destinati alla assistenza Covid”. Possiamo quindi pensare che l’opinione del campione intervistato è che la lotta contro la pandemia Covid ha frequentemente utilizzato i reumatologici nell’assistenza diretta negli ospedali, soprattutto nel Nord Italia.

3. Nel suo reparto un certo numero di medici potrebbe lasciare il servizio a seguito delle modifiche assistenziali?
Questo quesito era indirizzato a capire se l’utilizzo dei reumatologi nella lotta al Covid avesse potuto causare ricadute motivazionali sul lavoro, termometro indiretto di un possibile burnout. Anche qui, come nella precedente domanda, il campione si divide a metà tra i due estremi della risposta. La parte maggioritaria (61%) è certa che non ci sarà una perdita di unità mediche per demotivazione, mentre un’altra non proprio minima (38,5%) nutre dubbi che ciò possa accadere, cioè che una parte dei medici operanti in Reumatologia possa abbandonare un SSN che denatura la specificità del medico. La maggior parte dei territoriali non pensa che ci siano tali ricadute, mentre all’opposto sembra pensare la maggior parte degli ospedalieri. Possiamo quindi pensare che l’opinione del campione intervistato è che l’esperienza Covid possa forse indurre un certo numero di medici reumatologi ospedalieri a lasciare il SSN.

4. I malati reumatici avranno difficoltà nell’accedere alle cure presso il suo ospedale/territorio nei prossimi sei mesi?
Questo quesito era indirizzato a capire se lo tsunami Covid avesse creato difficoltà assistenziali tali da compromettere, in modo prospettico, la capacità dell’offerta assistenziale in Reumatologia per i futuri sei mesi. Il campione delle risposte si dispone intorno al centro della linea delle risposte, con media e mediana che si sovrappongono. La netta maggioranza (2/3) delle risposte si dispone verso una importante limitazione dell’offerta che però non causerà l’interruzione della stessa. Il campione non mostra differenza geografiche o di tipologia d’assistenza. La risposta più cliccata (46%) è stata “Si, sono parzialmente d’accordo”. Possiamo quindi presupporre che l’esperienza Covid possa forse indurre una riduzione dell’offerta assistenziale nel SSN senza mai però interromperla completamente.

5. Quanta difficoltà avrebbe a frequentare un convegno/congresso di suo interesse in Reumatologia nei prossimi sei mesi?
Questo quesito era indirizzato a capire se i cambiamenti sociali e professionali indotti dal Covid avesse creato difficoltà tali da compromettere, in modo prospettico, la possibilità di effettuare aggiornamento e formazione in Reumatologia per i futuri sei mesi. Il campione delle risposte si dispone a favore delle risposte più vicine alla completa impossibilità a partecipare a convegni e congressi nei prossimi sei mesi. La maggioranza delle risposte si dispone verso una importante limitazione nella partecipazione ad eventi scientifici organizzati in modo tradizionale e che causerà l’interruzione di tali eventi. La risposta più cliccata (53,8%) è stata “Si, avrò notevoli difficoltà”. Il campione non mostra differenza geografiche o di tipologia d’assistenza. Possiamo quindi presupporre che l’esperienza Covid possa indurre una netta riduzione dell’offerta di aggiornamento tradizionale in Reumatologia interrompendolo completamente di fatto.

6. Reputa che effettuare corsi FAD o dirette streaming scientifiche potrebbero essere di maggiore aiuto al momento?
Questo quesito era indirizzato a capire se, dovendo interrompere le classiche modalità di aggiornamento e formazione in Reumatologia per i futuri sei mesi, le nuove modalità di contatto via web avessero potuto in qualche modo essere gradite ai fini formativi. Il campione delle risposte si dispone a favore delle risposte più vicine alla completa impossibilità a partecipare a convegni e congressi nei prossimi sei mesi. La totalità delle risposte (100%) si dispone verso la necessità di doversi servire delle moderne tecnologie per effettuare un efficace aggiornamento in un futuro di almeno sei mesi. Il campione non mostra logicamente differenze geografiche o di tipologia d’assistenza. Possiamo quindi presupporre che l’esperienza Covid possa trasformare l’offerta di aggiornamento moderno grazie all’uso delle nuove tecnologie di comunicazione in Reumatologia.

7. Come vede l’opportunità di partecipare a sedute con videochiamata multipla in diretta Skype (o altre simili piattaforme) su singoli argomenti reumatologici di suo interesse?
Questo quesito era indirizzato a capire se, dovendo utilizzare nuove modalità di aggiornamento via web, la piattaforma Skype (o altre simili) potesse essere la più idonea per l’aggiornamento a piccoli gruppi. L’85% del campione delle risposte si dispone a favore delle risposte più vicine alla completa disponibilità a partecipare a piccoli gruppi di aggiornamento su temi precisi attraverso le piattaforme Skype o simili, nei prossimi sei mesi. La totalità delle risposte si dispone verso la necessità di doversi servire di tali piattaforme informatiche per effettuare riunioni in piccoli gruppi nel futuro di almeno sei mesi. Il campione non mostra differenze geografiche o di tipologia d’assistenza. Possiamo quindi presupporre che piccoli incontri a carattere scientifico in Reumatologia potrebbero servirsi della piattaforma Skype, o simili, in modo soddisfacente.

Il risultato della nostra indagine non è possibile che rappresenti la totalità del pensiero di tutti i reumatologi operanti in Italia, ma piuttosto una tendenza abbastanza attendibile di quanto accade nei centri coinvolti dalla survey. Le conclusioni a cui ci conduce comunque la survey sono quelle di un grosso danno assistenziale per la Reumatologia italiana già falcidiata negli ospedali e sul territorio dalle ristrettezze economiche che hanno portato a tagli indiscriminati di personale e di servizi.

I pazienti reumatologici devono capire che in un ipotetico futuro saranno forse sempre di più i farmaci di alta precisione a loro disposizione per le cure, ma saranno sempre di meno gli specialisti che glieli potranno prescrivere in un contesto di specificità e dedizione nel SSN.

Allo stesso modo cambierà la modalità di aggiornamento e di formazione in Medicina ed in Reumatologia in particolare, almeno fino al raggiungimento di quella sicurezza che ci porti a frequentare Corsi, Convegni o Congressi in assenza di rischio di contagio dal virus. Quando tutto ciò accadrà? Quando saremo liberi di rincontrare colleghi ed amici e di confrontarci sulle esperienze diagnostico terapeutiche come abbiamo fatto in passato?
Probabilmente nulla sarà più come prima e tutto subirà velocemente cambiamenti rivoluzionari. Saremo sempre più attenti a selezionare contatti e condivisioni, ma saremo sempre più capaci di vincere il nemico attuale dell’umanità, fino alla completa vittoria.

Stefano Stisi
Direttore Editoriale Quotidiano Reumatologia

Benevento, 14/04/20
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