Malattie reumatiche

Vidofludimus, incoraggianti i primi dati nel LES

La biotech tedesca 4SC AG, società con sede a Francoforte specializzata nella ricerca di piccole molecole antitumorali e contro le malattie autoimmuni, ha scelto la tribuna dell'ultimo congresso EULAR, a Londra, per presentare i dati pre-clinici relativi a uno dei suoi candidati più importanti, vidofludimus, contro il lupus eritematoso sistemico (LES).

Vidofludimus è una piccola molecola attiva per via orale e caratterizzata da un doppio meccanismo d'azione. Da un lato inibisce l'espressione di alcune citochine pro-infiammatorie tra cui l'interleuchina-17 (IL-17A e IL-17F) e l'interferone-gamma, che giocano ruoli cruciali nella patogenesi di diverse malattie autoimmuni; dall'altro inibisce la diidroorotato deidrogenasei (DHODH) enzima chiave nella biosintesi delle pirimidine, bloccando così la proliferazione dei linfociti T e B attivati, coinvolti anch'essi nella genesi di queste patologie.

Un approccio duplice e innovativo, dunque, con un ampio potenziale clinico in diverse condizioni di natura autoimmune.
Questo agente è attualmente in fase IIb come possibile trattamento per l'artrite reumatoide ed ha già passato lo stesso esame anche contro le malattie infiammatorie intestinali (IBD). Inoltre, il candidato ha dimostrato di essere altamente attivo in modelli pre-clinici di altre malattie autoimmuni quali la sclerosi multipla, la psoriasi e il rigetto degli organi trapiantati.

All'EULAR è stato presentato uno studio nel quale sono state confrontate l'attività antinfiammatoria e immunosoppressiva di vidofludimus con quelle della ciclofosfamide (CYC) e del micofenolato mofetile (MMF) in un modello murino sperimentale di LES.
L'inibitore si è dimostrato efficace quanto la CYC e il MMF nell'inibire la progressione del danno renale. Inoltre, ha migliorato gli indici di attività e cronicità, marker di infiammazione renale, sui quali CYC ed MMF non hanno avuto invece alcun effetto significativo.

Il trattamento con vidofludimus ha ridotto in modo significativo anche l'infiammazione peribronchiolare, mentre CYC ed MMF non hanno dimostrato alcuna capacità di protezione polmonare. Ha frenato inoltre la proliferazione linfocitaria, dimostrandosi in questo senso equivalente a CYC e superiore a MMF, ed è risultato superiore a entrambi nel ridurre l'IL12p40 circolante e gli auto-anticorpi IgG tissutali. A differenza dei due farmaci di confronto, l'inibiotre non ha mostrato effetti di tossicità midollare (misuratii n base alla conta dei monociti e dei neutrofili).

Questi dati dimostrano dunque un'efficacia comparabile a quella della CYC nella soppressione del LES sperimentale, senza però indurre la mielosoppressione provocata da un inibitore non selettivo della proliferazione cellulare come la CYC; un vantaggio legato probabilmente al meccanismo d'azione più specifico di vidofludimus.
Nel modello murino studiato, vidofludimus ha invece mostrato un'attività superiore a quella dell'MMF. Potrebbe dunque diventare un nuovo farmaco in grado di controllare il LES bene quanto la CYC, ma senza la sua citotossicità, ed essere quindi preso in considerazione sia come terapia di induzione sia come mantenimento.

O. Kulkarni, et al. Vidofludimus shows a superior profile compared to cyclophosphamide and MMF in an experimental systemic lupus erythematosus model. EULAR 2011.
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