Terapia

AR giovanile, allungare la cura non previene le ricadute

Prolungare il trattamento con metotrexate per 12 mesi nei pazienti con artrite reumatoide giovanile idiopatica in remissione non previene le ricadute. Lo evidenzia uno studio tedesco pubblicato il 7 aprile su JAMA.

Nei pazienti che hanno continuato il trattamento per 12 mesi dopo il raggiungimento della remissione, la percentuale di ricaduta entro 24 mesi dall'arruolamento nello studio è stata del 55,6%, a fronte del 56,7% registrato nei pazienti a cui il farmaco è stato tolto dopo 6 mesi in remissione (P=0,86). Conclusione degli autori: continuare il trattamento per più di sei mesi dopo la remissione non è raccomandabile.

Questi risultati sono i primi dati provenienti da uno studio controllato relativi alla necessità di continuare il trattamento dopo la remissione nell'Ar giovanile, che spesso ha un andamento remittente, senza che vi sia un modo semplice per predire l'outcome a lungo termine. Queste evidenze, secondo gli autori, potrebbero essere rilevanti anche per altre malattie croniche infiammatorie, come le malattie infiammatorie croniche intestinali, che tipicamente hanno un andamento recidivante. Inoltre, questi dati evidenziano  la necessità di stratificare i pazienti con malattie croniche infiammatorie, per far sì che l'intensità del trattamento sia adeguata alle necessità individuali dei diversi pazienti.

Lo studio appena pubblicato, multicentrico, di tipo prospettico e in aperto, ha coinvolto 364 pazienti con un età media di 11 anni, affetti da Ar giovanile idiopatica, arruolati in 61 centri di 29 Paesi (fra cui l'Italia) tra il febbraio 2005 e il giugno 2006. Alla prima conferma della remissione clinica durante il trattamento con metotrexate, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi, uno che ha continuato il trattamento col farmaco per sei mesi e l'altro che lo ha proseguito per 12 mesi.

L'outcome primario dello studio era la percentuale di ricadute nei due gruppi di trattamento, quello secondario il tempo alla ricaduta. Inoltre, è stata valutata l'accuratezza prognostica dei livelli del marker di attivazione dei fagociti MRP8/14 per quanto riguarda il rischio di flare della malattia.
I risultati relativi all'endpoint primario sono stati confermati anche tramite un'analisi multivariata aggiustata in base al sottotipo di Ar giovanile.
Per quanto riguarda l'endpoint secondario, l'intervallo libero da ricaduta dopo l'inclusione nello studio è stato simile nel di gruppo trattato per 6 mesi e in quello trattato per 12 mesi (21 mesi contro 23, P=0,61).

I livelli di MRP8/14 durante la remissione sono risultati significativamente più elevati nei pazienti che hanno successivamente sviluppato dei flare (715 ng/ml) rispetto ai pazienti che hanno mantenuto la remissione (400 ng/ml; P=0,00), mentre bassi livelli di MRP8/14 sono risultati predittivi di un basso rischio di flare nei tre mesi successivi all'esecuzione del test sul biomarker.

Foell D, et al "Methotrexate withdrawal at 6 vs 12 months in juvenile idiopathic arthritis in remission: A randomized clinical trial" JAMA 2010; 303: 1266-73.
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