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Artrite reumatoide e dieta, rassegna sistematica di letteratura fa il punto

L'impatto dei vari interventi dietetici sull'artrite reumatoide è stato oggetto di una review sistematica di letteratura, di recente pubblicazione su Nutrition Reviews. Dai risultati emerge come, in effetti, alcuni approcci dietetici possano migliorare la sintomatologia associata all'AR, da cui l'invito a tener presente anche l'aspetto nutrizionale nella gestione di routine di questi pazienti.

Cenni sull'implementazione dello studio
L'obiettivo della pubblicazione è stato quello di aggiornare le conoscenze attuali sugli effetti dei supplementi nutrizionali, dietetici e delle pratiche di digiuno sugli outcome legati all'AR.

A tal scopo, è stata condotta una ricerca sistematica della letteratura, volta ad identificare gli studi pubblicati sull'argomento, condotta sui principali database bibliografici biomedici (Medline, Embase). La ricerca è stata condotta da due revisori indipendenti ed ha portato all'identificazione, da un numero iniziale di 1.964 articoli, di 70 studi che sono stati utilizzati per l'analisi successiva.

Risultati principali
Dieta mediterranea
I trial condotti sulla dieta mediterranea – caratterizzata da un elevato consumo di cereali non raffinati, frutta, vegetali, legumi e olio extra vergine di oliva; da un consumo moderato di pollame, prodotti caseari e uova e da un consumo ridotto di dolci e carne rossa – hanno dimostrato un miglioramento complessivo modesto dell'AR stabile e moderatamente attiva.

In una review recentemente pubblicata di clinical trial sugli effetti della dieta mediterranea e della supplementazione di PUFA omega-3 sugli outcome di AR, è emerso come il ricorso a questa dieta sembri promettente nel ridurre l'infiammazione e ridurre il rischio di comorbilità come le patologie CV, riducendo il rischio successivo di complicanze.

Diete peptidiche e basate su elementi
Il ricorso a questi regimi dietetici, basati sull'impiego di elementi e peptidi – tipicamente amminoacidi, grassi, zuccheri e minerali – è stato oggetti di trial clinici di scarsa qualità metodologica, di breve durata, campione ridotto di individui presi in esame e tasso elevato di abbandoni dello studio.

I risultati ottenuti non incoraggiano, generalmente, il ricorso di queste diete in funzione anti-AR, per quanto tali regimi dietetici potrebbero rivelarsi utili per quegli individui con specifiche allergie alimentati (a suffragare la teoria secondo la quale l'AR potrebbe essere esacerbata da antigeni di natura alimentare.

Dieta vegetariana o vegana
Gli studi al riguardo hanno evidenziato miglioramenti in una combinazione di misure oggettive/soggettive legate all'AR (es: livelli di CRP e rigidità mattutina, rispettivamente). Tali benefici potrebbero essere legati a miglioramenti della flora fecale, a ridotta risposta immunitaria agli allergeni alimentari nella microflora intestinale o a ridotta infiammazione intestinale indotta dal consumo di carne.

Considerazioni sugli interventi di restrizione calorica in generale
Sulla base degli studi identificati in questa review, gli interventi di restrizione calorica in generale potrebbero migliorare l'attività di AR, con effetti più pronunciati su alcuni sintomi soggettivi di malattia.

La pratica del digiuno totale per periodi specifici è risultata la forma di digiuno più efficace; tuttavia, tale misura è insostenibile o impossibile in alcuni casi – e pertanto non dovrebbe essere raccomandata.

Alcuni miglioramenti osservati con la pratica di alcuni periodi di digiuno, seguita da una dieta vegetariana o da una dieta di eliminazione, potrebbero vedere in alcuni cambiamenti della glora intestinale il meccanismo sottostante alla base dell'efficacia di questi interventi.

E' stato peraltro dimostrato dalla equipe di ricercatori che ha condotto questa review che alcuni fattori dietetici potrebbero agire da stimoli ambientali in individui geneticamente suscettibili, portando allo sviluppo di AR.

Il processo infiammatorio sottostante si accompagna ad una cascata di eventi che include la produzione di citochine e di chemiochine da parte delle cellule del tessuto articolare, con conseguente danno articolare e infiammazione stimolata da CRP.

La carne rossa, il sale, come pure un eccessivo introito di cibo potrebbero agire come agenti scatenanti mentre, al contrario, il pesce, la frutta e i vegetali come agenti moderatori di infiammazione.

A tal proposito, va anche notato che la terapia basata sulla dieta potrebbe evocare una risposta placebo che porta ad un miglioramento dello stato di benessere e ad una riduzione dello stress psicologico.

Da ultimo, gli effetti delle diete di eliminazione potrebbero essere associati anche ad un'aumentata permeabilità della mucosa intestinale agli allergeni (in presenza di AR), inducendo una risposta infiammatoria.

Supplementazione con PUFA omega-3
E' stato osservato che un intervento di supplementazione a dosi ridotte non sembra essere efficace ai fini dell'AR, mentre a dosi elevate (2,7 g/die) potrebbe essere utile per ridurre la richiesta giornaliera di FANS e analgesici.

Supplementazione con vitamina D
L'osservazione dell'esistenza di associazioni tra basse concentrazioni di vitamina D e l'AR maggiormente attiva, come pure dei benefici della supplementazione vitaminica, non devono sorprendere.
La correzione del deficit vitaminico D è ineludibile in ragione del suo ruolo centrale nell'omeostasi del calcio, della mineralizzazione ossea e della capacità di preservare la salute muscoloscheletrica.

Correzione della natremia
I benefici osservati della riduzione di sodio sull'infiammazione legata all'AR suggeriscono la correzione della natremia, in quanto NaCl attiva i macrofagi pro-infiammatori e le cellule Th17 e riduce le cellule T regolatorie.

Riassumendo
La review conferma l'impatto della dieta sugli outcome di AR.
In sintesi:
- la somministrazione di PUFA omega-3 a dosaggi elevati determina in riduzxione dell'attività di AR e si accompagna ad una riduzione del tasso di insuccesso con la farmacoterapia
- la supplementazione con vitaminaD e la restrizione del sodio nella dieta sono efficaci su alcuni outcome legati all'AR
- il digiuno si accompagna a miglioramenti soggettivi significativi ma transitori degli outcome legati all'AR
- la dieta mediterranea migliora alcune misure di attività di malattia legate all'AR
- le altre diete disponibili (vegetariana, di eliminazione, peptidiche o basate su elementi) suggeriscono che le risposte sull'AR sono molto soggettive


Nicola Casella

Bibliografia
Philippou E et al. Rheumatoid arthritis and dietary interventions: systematic review of clinical trials. Nutrition Reviews VR Vol. 79(4):410–428
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