Terapia

Cagliari, bilancio del convegno regionale del Croi

. Il 23 e 24 ottobre si è svolta nel centro storico di Cagliari la seconda edizione del Congresso regionale sardo del Croi, organizzato da Roberto Murgia e Paolo Persod, con la collaborazione di Enrico Pittau.
Sono stati trattati temi di rilievo ed è stato anche un viatico per il prossimo Congresso nazionale del CROI che sarà ospitato nel capoluogo sardo all'inizio del maggio 2011

Abbiamo chiesto al Dott. Roberto Murgia, referente regionale del Croi, di raccontarci gli aspetti salienti del convegno appena concluso.
Come è andato il convegno, ci può tracciare un primo bilancio?
Benissimo, grazie. La nota saliente è stata l'elevata qualità della proposta. Questo è stato possibile per l'entusiasmo messo in campo dai relatori, che ancora una volta in modo generoso si sono spesi per l'iniziativa, e l'appoggio discreto degli sponsor che hanno rispettato l'equilibrio e l'autonomia delle presentazioni.

E' cresciuta la presenza di relatori locali?
Anche questo era un obiettivo prefissato. Cimentarsi al fianco di qualificati esperti e non sfigurare deve diventare uno stimolo a crescere sempre più. Le timidezze devono restare fuori dalla sala. Si può portare un contributo anche senza essere dei big, ma facendosi forti del grande lavoro clinico quotidiano. E' la buona medicina basata sull'evidenza che sale alla ribalta e si fa apprezzare.

L'orizzonte degli obiettivi formativi si è ampliato. Com'è nata la selezione dei temi?
La Fibromialgia è un tema che abbiamo già affrontato in altri incontri cagliaritani, grazie a un nucleo forte di esperti quali Stisi, Cazzola e Sarzi Puttini. La sessione sulla diagnosi differenziale delle artriti è stata di grande livello, impreziosita dall'intervento di Fabiola Atzeni sull'interessamento polmonare. "Pelle e ossa", forte dell'apporto di opinion leaders come Bianchi e Di Matteo, ha toccato gli hot spots dell'Osteoporosi, dalla carta del rischio al dilemma delle strategie terapeutiche, al futuro dell'impiego dei biologici. Senza trascurare il crescente ruolo che sta assumendo la vitamina D.

Tre temi. E il simposio?
E' stata la grande novità di quest'anno. Grazie all'impegno di Paolo Persod, che quest'anno mi ha affiancato in modo decisivo nell'organizzazione del congresso, abbiamo portato a Cagliari i vertici del gruppo Antiage. Migliore e Tormenta sono i creatori di una tecnica innovativa per le infiltrazioni con eco-guida dell'anca. Attraverso una serie di mini-video, Serafini ha parlato del trattamento della spalla. Galletti ha illustrato la sua attività nell'Ambulatorio ecografico dell'Early Arthritis che dirige al Rizzoli di Bologna. Il livello è stato altissimo. L'alto profilo scientifico era il nostro obiettivo, per ampliare le prospettive di proficua collaborazione con i vertici nazionali della società scientifica e favorire lo sviluppo della reumatologia nella nostra Regione. L'intento è stato premiato dalla partecipazione in sala.

E per il 2011 cosa avete in programma?
Nel maggio 2011, la città di Cagliari avrà l'onore di ospitare il Congresso nazionale del Croi. Voglio pensare che sia anche un riconoscimento al nostro impegno e alla curiosità mostrata dagli specialisti sardi. Faremo in modo che per qualche giorno Cagliari si senta la capitale della Reumatologia. Sarà una specie di prova del fuoco.

Qualche aspetto da migliorare?
A parte la qualificata partecipazione di Alberto Cauli, l'Università è stata la grande assente. Può darsi che non siamo stati abbastanza convincenti, ma è stata un'assenza per noi significativa. Continuiamo a pensare che ci si debba integrare in modo coordinato, non viaggiare su binari paralleli.

Quali altre collaborazioni si potranno attivare?
Prima di tutto quella con l'associazione dei pazienti. Ha segnato una grande crescita e sono in corso progetti comuni, a partire da una conferenza congiunta in programma il 6 novembre. Poi, le relazioni con i colleghi specialisti delle branche affini, ai quali non ci stanchiamo di voler rappresentare il nostro modo di lavorare e quali strade possa aprire la stretta collaborazione. Infine, i buoni rapporti con la medicina generale, con la quale è utile accordarsi per migliorare il grande lavoro da affrontare sul territorio, fornendo un modello gestionale per lo screening e il follow-up di patologie che hanno un rilievo sociale e clinico. Insomma, la nostra apertura all'esterno è massima.

I titoli delle sessioni erano piuttosto originali, come mai?
La citazione di Bob Dylan era un omaggio alla capacità di ascolto, prima che intervento, di cui si deve dotare il medico che vuole davvero aiutare un fibromialgico. Era ripresa da un bell'editoriale del 2004 del canadese Kevin White. Uscire dalla seriosità senza cadute di stile, credo che sia un modo di regalare un palpito vitale agli argomenti che poi vengono trattati con la massima professionalità.

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