Terapia

Certolizumab, efficacia provata anche nel mondo reale

Il biologico certolizumab pegol è risultato efficace contro l'artrite reumatoide (AR) anche nel mondo reale e quindi non solo nei pazienti altamente selezionati degli studi clinici. È quanto emerge da REALISTIC, uno studio di fase IIIb appena presentato al congresso dell'American College of Rheumatology (ACR), appena conclusosi ad Atlanta.

In una popolazione di pazienti analoghi a quelli che si incontrano nella pratica clinica, il nuovo farmaco ha dato risultati altrettanto buoni rispetto a quelli ottenuti nel setting altamente regolamentato degli studi registrativi, nei quali i criteri di inclusione dei partecipanti sono rigidamente controllati.

Il nuovo trial ha infatti coinvolto 1.063 pazienti con AR in fase attiva che non hanno risposto adeguatamente ai DMARD e rappresentativi della popolazione che il reumatologo incontra nella sua pratica di routine, compresi pazienti già esposti o meno agli anti-TNF, trattati in contemporanea oppure no con metotrexate o altri DMARD) e con una diversa durata di malattia. Negli studi pivotal, invece, i partecipanti avevano una storia limitata di AR e non erano stati pretrattati con anti.TNF.

REALISTIC ha dimostrato che in questa popolazione, eterogenea e non selezionata, l'aggiunta di certolizumab alla terapia in atto si è associata a una rapida risposta clinica in tutti i sottogruppi, a un miglioramento della funzionalità fisica e a una riduzione dell'attività della malattia.

I pazienti sono stati randomizzati al trattamento in doppio cieco con certolizumab (unico anti-TNF peghilato attualmente in commercio) o placebo per 12 settimane, in aggiunta alle terapie abituali, seguto da un'estensione in aperto di 16 settimane.

Dopo i primi 3 mesi, i pazienti trattati con certolizumab che hanno raggiunto l'outcome primario di efficacia, rappresentato dall'ACR20, sono stati il doppio rispetto ai controlli (51,1% contro 25,9%). Inoltre, i primi hanno ottenuto una risposta clinica rapida, nonché risultati migliori anche per quanto riguarda gli altri indici di efficacia (ACR50 e ACR70) e di outcome (l'indice di attività della malattia DAS28 e l'Health Assessment Questionnaire-Disability, o HAQ che valuta la funzionalità fisica).

L'ACR20 e l'ACR50 sono risultati significativamente superiori nei soggetti esposti all'anticorpo già dalla seconda settimana di trattamento (rispettivamente 31,8% contro 8.5% e 9,6% contro 1.4%) e sono rimasti più alti rispetto ai controlli fino alla fine dello studio.
Dopo 12 settimane l'ACR50 e l'ACR70 sono risultati rispettivamente pari al 26,6% contro 9,9% e 13% contro 2,8%.
La superiorità di certolizumab rispetto al placebo si è mantenuta anche quando i ricercatori hanno analizzato i risultati relativi ai diversi sottogruppi trattati o meno in precedenza con metotrexate o inibitori del TNF.

Roy Fleischmann, dell'University of Texas, uno degli sperimentatori principali di REALISTIC, ha detto che i risultati di questo studio ribaltano alcune convinzioni sbagliate. Per esempio, quella per cui i pazienti che non hanno risposto a un trattamento precedente con anti-TNF avrebbero chance esigue di rispondere bene a certolizumab.

Altra percezione che l'esito di REALISTIC dovrebbe smantellare è il fatto che i pazienti con una diagnosi recente di malattia abbiano una probabilità di rispondere bene molto maggiore rispetto ai soggetti malati da lungo tempo o pretrattati con terapie molteplici o trattati lungamente con metotrexate.
La questione aperta è ora quanto sia ampia la finestra di opportunità per poter trattare il paziente. "Sappiamo che quanto più precoce è il trattamento, tanto minore è il danno articolare" ha detto Fleischmann. "Ma questo studio ci dice che se un paziente è responder, risponderà al farmaco indipendentemente dalla durata della sua malattia". Efficacy and Safety of Certolizumab Pegol in a Clinically Representative Population of Patients (Pts) with Active Rheumatoid Arthritis (RA): Results of the REALISTIC Phase IIIb Randomized Controlled Study. Abstract 1805
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