Terapia

Il Presidente del CROI: occasione unica!

Onde evitare ulteriori malintesi dichiariamo fin da subito che siamo favorevoli a una Reumatologia che lavori unita, nell'interesse della branca, sia in termini scientifici che organizzativi. L'augurio è quello che ognuno voglia e sappia portare il proprio contributo nell'interesse di tutti, perché il compito di chi è chiamato a governare è quello di servire quanti gli hanno concesso fiducia e hanno consegnato nelle sue mani il potere esecutivo.

L'essere giunti oggi alla proposta di una lista unica di candidati per il rinnovo del Consiglio Direttivo della SIR è il risultato di un lavoro paziente, possibile solo quando si sono superati gli interessi di parte e si è intrapresa la strada della trattativa riservata e paziente, il merito della quale va condiviso tra tutte le componenti della Reumatologia.

Non sono lontani i tempi in cui un cenno di dissenso veniva interpretato come una dichiarazione di guerra: oggi il clima è cambiato e si presenta un'occasione unica per far crescere insieme territorio, ospedale e università.

La domanda che sorge naturale nel momento in cui si condivide un progetto è: quale reale possibilità abbiamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati?
Per raggiungere un obiettivo è indispensabile che vi siano le condizioni per realizzarlo e le persone capaci di perseguirlo.

La congiuntura attuale è determinata da situazioni contingenti, quali la necessità di investire ogni genere di risorse in maniera condivisa, la presa di coscienza che in poche altre specialità come nella nostra l'unione rappresenta forza contrattuale e, non ultimo, un ricambio generazionale che vede coinvolti molti degli attori della vecchia Reumatologia. Sinceramente non crediamo che non ci si possa permettere il lusso di lasciare passare questo momento.

Le risorse umane certo non mancano quando si consideri che la squadra che viene proposta raffigura un mix veramente rappresentativo delle forze oggi in campo.
Se poi vi fosse qualche dubbio sulla tenuta del gruppo, dovremmo essere tutti tranquillizzati dagli impegni che i candidati personalmente si assumono nel loro manifesto elettorale e dalle garanzie che vengono dal nuovo Statuto della SIR.
Dopo aver detto molto sul futuro di quella che in tanti vedono come casa comune, vorrei dire qualcosa di casa nostra: quale è il domani del CROI nella visione del suo attuale Presidente?

Il Collegio è riconosciuto da Istituzioni nazionali e internazionali grazie al grande lavoro che si è fatto in questi anni e perdere tale ruolo non potrebbe che indebolire la Reumatologia nel suo insieme.

Il Collegio si è sempre più impegnato nello sviluppo della Reumatologia ospedaliera e territoriale: è mio convincimento che la Reumatologia territoriale sia il futuro della specialità e il suo sviluppo lo strumento migliore per la sua diffusione nell'interesse dei malati e nostro. In questo senso il compito che aspetta il CROI richiederà la gestione di investimenti sul territorio che si possono ottimizzare solo se condivisi.

Il Collegio ha proposto in questi anni momenti di incontro finalizzati alla crescita sul piano clinico dei propri associati: in questo ambito il prossimo Congresso dedicato alla diagnostica delle malattie reumatiche avrà una maggiore valenza formativa se vedrà rappresentate tutte le forze della Reumatologia.

Maggiore partecipazione del territorio con apertura alle iniziative locali che considerino attentamente le differenze regionali, mantenimento e sviluppo dei rapporti con le Istituzioni che nel CROI hanno trovato un riferimento puntuale e produttivo e, infine, potenziamento dei progetti finalizzati a migliorare la gestione delle strutture assistenziali dal punto vista clinico e manageriale sono gli obiettivi che mi piacerebbe fossero perseguiti dal Collegio nel prossimo futuro.

Sono sicuramente obiettivi che non si possono non condividere: il riuscire a centrarli dipenderà molto dalla capacità di tutti di saper costruire un rapporto leale e duraturo, nel rispetto delle capacità dei singoli.

Questo è l'invito che sentiamo di dover rivolgere a tutti, nella certezza che questa sia il modo migliore per tutelare i nostri stessi interessi. Gianni Leardini

Lettera Leardini.pdf
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