Terapia

Imatinib, incoraggianti i primi dati clinici nella sclerodermia

Presentati all'ACR interessanti dati relativi all'impiego di imatinib nella sclerodermia, una grave patologia per la quale non esiste alcuna cura specifica.
L'interesse verso imatinib, farmaco sviluppato per la leucemia mieloide cronica, deriva dal fatto che la sclerodermia presenta delle anomalie in vie metaboliche regolate dallo stesso fattore di crescita che il farmaco ha come bersaglio.

All'ACR è stato presentato uno studio in aperto di fase IIb stato condotto su 30 pazienti trattati per 12 mesi con 400 mg/die di imatinib. Nei 16 pazienti che hanno completato i 12 mesi di studio, il farmaco ha determinato  un miglioramento dell' MRSS (Modified Rodnan Skin Score) da 30,8 ± 9,7 a 23,5 ± 11.1, (p < 0.001.), con un miglioramento del 23%. I ricercatori hanno anche evidenziato un miglioramento nella capacità respiratoria del 9,6%

Tuttavia i pazienti erano gravati da effetti indesiderati non trascurabili: un totale di 156 eventi sono stati riportati dai 30 pazienti, soprattutto edemi (80%), nausea (73%), senso di fatica (53%). In 24 pazienti gli effetti indesiderati erano di grado severo.
Uno studio canadese condotto con lo stesso obiettivo è stato interrotto proprio per gli effetti indesiderati verificatisi nei primi 10 pazienti.
Secondo i dati diffuse dalla Scleroderma Foundation, negli Usa i malati di sclerodermia sono circa 300mila e circa un terzo di loro è afflitto dalla forma sistemica.

Studio presentato all'ACR
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